Cittadinanza digitale entro il 2026, le parole di Colao

Il Ministro alla Transizione Digitale Vittorio Colao annuncia che entro il 2026 l'Italia si doterà del sistema di cittadinanza digitale: ecco come e quali sono i punti del programma

La cittadinanza digitale è la nuova sfida che, entro il 2026, potrebbe digitalizzare definitivamente il rapporto fra cittadini e Pubblica Amministrazione. Dopo lo switch off dello scorso primo marzo, con il quale tutti gli Enti pubblici hanno avuto l’obbligo di dotarsi di sistemi di accesso ai servizi che prevedono lo SPID, ossia l’identità digitale del cittadino, o la carta d’identità elettronica (CIE), sembra ormai sia venuto il tempo della cittadinanza digitale.

Cittadinanza digitale, cosa succederà

Per meglio delineare il contesto storico, politico ed amministrativo in cui ci muoviamo occorre fare un focus su quello che sta accadendo a Palazzo Chigi. Prima la riunione del Consiglio dei Ministri sulla transizione digitale della pubblica amministrazione, poi un vertice ad hoc sulla rete unica con il Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco e con il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. Sono i rilevanti appuntamenti a cui partecipato in questi giorni il Ministro della Transizione Digitale Vittorio Colao, che punta ad accelerare sulla digitalizzazione in Italia.

A margine della relazione in Consiglio dei Ministri, il Ministro Colao ha ribadito l’obiettivo fissato per il 2026 per la cittadinanza digitale che, secondo il titolare delle deleghe ad innovazione tecnologica e transizione digitale, potrà restituire nei cittadini più fiducia nelle istituzioni.

«La differenza tra un cittadino che si sente sostenuto dal suo Stato e uno trascurato è quella di sapere di poter essere riconosciuto in maniera semplice e sicura e di ottenere senza attrito ciò che gli spetta. Con la piena cittadinanza digitale questo sarà possibile»

Vittorio Colao

Ma come si arriva all’obiettivo della cittadinanza digitale? Passo dopo passo. La prima accelerazione, sfruttando i fondi europei, vuole essere realizzata portando la banda ultra-larga a tutte le famiglie, scuole e presidi sanitari. Un qualcosa che permetterà la realizzazione di un cloud sicuro e flessibile per la Pubblica amministrazione sia a livello locale che centrale.

In questo senso è fondamentale l’interoperabilità dei dati per rendere concreto il principio del “once only“, vale a dire garantire che i cittadini, le istituzioni e le imprese debbano fornire determinate informazioni standard alle autorità e alle amministrazioni una sola volta.

Prima di fare tutto ciò, però, bisogna prima di tutto potenziare la rete infrastrutturale e chiudere il gap nelle aree bianche e grigie dove si registra assenza investimenti per la banda ultralarga. Per chiudere il gap e alzare la qualità della connessione il dossier aperto è quello della rete unica.

Sul tema uno dei nodi è governance. Per il ministro Giorgetti il controllo della futura società non rappresenta un problema perché il settore è ampiamente regolato. 46 senatori del Movimento 5 Stelle, però, hanno presentato una mozione che impegni il governo a creare una società a controllo statale. Un nodo che andrà sciolto.

Ciò su cui sono tutti d’accordo, invece, è la necessità di far presto per la scadenza del 2026: la cittadinanza digitale sembra essere un obiettivo raggiungibile.

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