La trasformazione digitale sicura è un tema ricorrente in questi mesi e lo sarà per molto tempo: la sfida coinvolge privati, aziende, pubbliche amministrazioni, il Governo Italiano e l’Unione Europea allo stesso tempo. Secondo gli obiettivi dell’Agenda 2030, del programma Horizon 2021 – 2024 e del PNRR, la prova cui tutti siamo chiamati è quella di spingere il piede sull’acceleratore per rendere – come sostiene il Ministro alla Transizione Digitale Vittorio Colao – il digitale un diritto alla portata di tutti e rafforzare le infrastrutture di rete.
E mentre in Italia città come Milano, Torino e Venezia hanno già accettato la sfida della trasformazione digitale, c’è ancora molto da fare per centrare l’obiettivo e innescare la transizione ovunque. Ma bisogna stare attenti a farlo in totale sicurezza, soprattutto per i dati.
Il whitepaper sulla Trasformazione Digitale Sicura
Esistono, secondo l’azienda americana di sicurezza informatica basata su cloud Zscaler, cinque imperativi da seguire per accelerare la trasformazione digitale, sfruttando le potenzialità del cloud, ma senza rinunciare alla sicurezza ed alla protezione degli asset aziendali.
Con le risorse umane ed i partner che hanno bisogno di accedere ad app e dati da qualsiasi luogo, non necessariamente dalle sedi aziendali soprattutto adesso che è diffusissimo lo smartworking, è chiaro che il modello della difesa del perimetro, basata sull’utilizzo di appliance hardware e di software difficili da tenere aggiornati e di fatto sostanzialmente inefficaci a proteggere i flussi di lavoro in cloud, si rivela del tutto inefficace.
La riflessione dell’azienda sulla trasformazione digitale sicura parte da un dato, riportato nel complesso da Inno3 in un’intervista a Lorenzo Corvino, regional sales manager Zscaler : secondo il Report Emea 2020 sullo stato della trasformazione digitale pubblicato a dicembre da Zscaler, “il 66% delle imprese europee hanno spostato la maggior parte delle loro applicazioni aziendali su cloud. L’Italia è al primo posto con il 53% delle aziende che ha spostato più della metà delle proprie applicazioni sul cloud. Tuttavia solo un terzo dei responsabili delle decisioni (33%) ritiene di disporre di un’infrastruttura di accesso da remoto sicura“.
L’approccio Zscaler è molto semplice e chiaro, ed è basato su questo principio:
Spostare, quindi, le applicazioni e i dati in cloud richiede anche di ripensare il modello di sicurezza più adeguato a questi scenari: è qui che entra in gioco il ruolo del CIO, il Chief Information Officer, ossia il manager responsabile della funzione aziendale information e communication technology (ICT). Il suo compito consiste nell’assumere la direzione strategica dei sistemi informativi aziendali, mentre il suo obiettivo è quello di migliorare e semplificare i processi interni e massimizzare la produttività attraverso l’implementazione di nuovi strumenti e sistemi automatizzati.
Il whitepaper spiega quali sono i passaggi essenziali che i CIO devono compiere per adeguare la cybersecurity aziendale, soprattutto la sicurezza della rete, ai nuovi scenari multicloud ed in che modo l’approccio Zscaler si differenzia da un approccio “tradizionale”, fornendo i servizi e quanto serve per garantire accesso agli asset aziendali sicuro, senza sacrificare l’esperienza degli utenti e l’efficienza della rete.
Si può scaricare da qui.