Più di 600 eventi, circa 200 speaker, 400 incontri oltre a webinar, talk e conferenze. Il tutto incentrato sulla Città equa e sostenibile. È la quarta edizione della Milano Digital Week che dal 17 marzo è andata avanti fino a domenica 21 marzo. Un evento realizzato da Iab Italia, Cariplo Factory e Hublab, la main partnership di Intesa Sanpaolo e promosso dal Comune di Milano – Assessorato alla Trasformazione digitale e Servizi civici. Al termine dell’iniziativa, abbiamo fatto due chiacchiere con l’Assessore Roberta Cocco.
Assessore Cocco, la chiave di un successo così grande e con tanto seguito è la partnership pubblico-privato?
“La chiave di questo successo così grande sta innanzitutto nelle persone. Grazie a un’organizzazione consolidata ormai da 4 anni offriamo alla città la più grande manifestazione dedicata al digitale in Italia. Questo è il secondo anno in forma esclusivamente digitale e abbiamo registrato un interesse incredibile. E’ stata un’edizione ricchissima di persone, di spunti di riflessione, di idee e di scambi di valore. Di sicuro l’alleanza tra pubblico e privato, che trova nella città di Milano un terreno molto fertile, è fondamentale per creare una manifestazione con questi numeri e questo entusiasmo anche in tempi così complicati come quelli che stiamo vivendo”.
Il tema è la città equa e sostenibile, ma internet può creare nuove periferie, penso alle tante persone non connesse, o che non hanno accesso a internet veloce. Non c’è il rischio anche in una città come Milano di avere cittadini di serie B e che non avranno accesso ai servizi?
“Durante la Digital Week sono state molte le occasioni in cui si è discusso proprio del digitale come diritto fondamentale. Tutti i cittadini hanno diritto ad essere connessi e ad avere a disposizione i dispositivi tecnologici necessari. Il digitale, infatti, deve essere inclusivo, nessuno deve rimanere escluso dalla trasformazione tecnologica. Come Comune di Milano da anni lavoriamo insieme a partner pubblici e privati per la promozione di iniziative di educazione digitale che consentano ai cittadini di conoscere le potenzialità della tecnologia. Inoltre, sin dall’inizio della pandemia, abbiamo lavorato con associazioni e partner privati per la raccolta di dispositivi da donare agli studenti per la Dad – penso per esempio alla recente iniziativa lanciata con Lenovo – Riavvia Mi – e, insieme a Fondazione Bpm abbiamo portato la banda larga in oltre 200 scuole di Milano e Città metropolitana”.
Milano, anche con questo evento, si candida sempre più a capitale digitale del paese. Sarà una cattedrale nel deserto e l’obiettivo è di fare da apriprista e da traino? E nel secondo caso come farà?
“Non vogliamo assolutamente essere un’eccezione, non è mai stato un obiettivo. Al contrario vogliamo dare un contributo, lavorare con le altre realtà italiane e internazionali per scambiarci buone pratiche e per condividere progetti digitali che possano migliorare la vita dei nostri cittadini e delle Pubbliche Amministrazioni. Abbiamo sempre collaborato con il Governo per sperimentare nuove soluzioni e innovazioni e continueremo a farlo nell’interesse di tutto il Paese”.
Secondo l’Indice Desi l’Italia è solo 25esima in Europa per digitalizzazione, come si colma questo gap?
“Abbiamo tanto da fare, come ha ricordato il ministro Vittorio Colao nel suo intervento in apertura della Milano Digital Week: banda larga diffusa, miglioramento delll’infrastruttura e investimenti sulle competenze del nostro capitale umano. Di sicuro la pandemia ha accelerato la spinta innovativa nel Paese e di sicuro non torneremo più indietro. Ora dobbiamo continuare in questa direzione senza fermarci: il digitale ci ha mostrato tutte le sue potenzialità, dobbiamo coglierle senza esitazioni”.
Quali sono gli obiettivi che la città si propone in tema di digitalizzazione rispetto all’agenda 2030 e come pensa di raggiungerli?
“Il piano di trasformazione digitale del Comune di Milano è in totale sinergia con gli obiettivi dell’Agenda 2030. Vogliamo costruire una città più equa, sostenibile e innovativa grazie al digitale, creare opportunità lavorative in ambito STEM, contribuire alla realizzazione di una vera parità di genere e contrastare il digital divide”.