Bonus Sud e Industria 4.0 sono cumulabili: ecco perchè

Il bonus Sud e il bonus Industria 4.0 sono cumulabili: lo chiarisce una nota dell'Agenzia delle Entrate che spiega la disciplina del credito d'imposta

Per il 2021 sono previsti numerosi bonus per le aziende, dalle PMI alle startup, quasi tutti usufruibili mediante credito d’imposta. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito, con la riposta n. 360, che il Bonus Sud e il bonus Industria 4.0 sono cumulabili.

Bonus Sud e Bonus Industria 4.0, di cosa parliamo

Il bonus Industria 4.0, attivato con il DL Sostegni, prevede aliquote maggiorate per il credito d’imposta, a seconda della destinazione d’acquisto di beni che comportano un efficientamento tecnologico nelle aziende, compresi gli impianti fotovoltaici. In particolare:

Il Bonus Sud, lo specifichiamo, incentiva inoltre l’avanzamento tecnologico dei processi produttivi e gli investimenti in ricerca e sviluppo, compresi i progetti in materia di Covid-19, nelle regioni del sud Italia: parliamo di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Secondo l’articolo 1 della legge n. 178/2020, rispettivamente, con i commi 171-172 e 185-187, è stata prorogata fino al 31 dicembre 2022 la disciplina del credito d’imposta in favore delle imprese che acquisiscono, anche tramite leasing, beni strumentali nuovi (macchinari, impianti e attrezzature varie) destinati a strutture produttive nelle “zone assistite” ubicate nelle regioni del Mezzogiorno.

Si tratta, nel dettaglio, di:

Inoltre, pure nel biennio 2021-2022, il credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo spetterà loro nelle misure potenziate dal decreto “Rilancio” per il 2020:

Il parere dell’Agenzia delle Entrate

Nella risposta n.360, l’Agenzia delle Entrate ha sostanzialmente confermato che il Bonus Sud e il Bonus Industria 4.0 sono cumulabili. Nella nota si legge che “il comma 102, nella versione vigente, prevede che il credito d’imposta è cumulabile con aiuti de minimis e con altri aiuti di Stato che abbiano ad oggetto i medesimi costi ammessi al beneficio, a condizione che tale cumulo non porti al superamento dell’intensità o dell’importo di aiuto più elevati consentiti dalle pertinenti discipline europee di riferimento “.

Il “comma 192 – si legge nel risposta fornita dall’Agenzia delle Entrate – prevede testualmente che Il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive di cui al periodo precedente, non porti al superamento del costo sostenuto “.

“La disciplina del credito di imposta per investimenti nel Mezzogiorno prevede la cumulabilità, a determinate condizioni, di tale benefìcio con altri aiuti di Stato, non escludendo espressamente la possibilità di cumulo con misure di carattere generale”.

agenzia delle entrate, risposta n. 360

L’Agenzia delle Entrate conferma quindi la cumulabilità dei due benefici per le aziende con sede Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo.

“In relazione alla cumulabilità del credito di imposta per investimenti nel Mezzogiorno e del credito di imposta per investimenti in beni strumentali introdotto dalla legge di Bilancio 2020 – conclude la nota – si ritiene che, in relazione ai medesimi investimenti, sia possibile cumulare i due benefìci, a condizione che tale cumulo non porti al superamento del costo sostenuto per l’investimento”.

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