Monitorare la qualità del sonno e dell’insonnia. È possibile attraverso i sensori presenti nel “letto smart”, realizzato dai ricercatori dell’Università di Pisa. Lo “smart bed” è capace di rivelare in modo affidabile la posizione e i movimenti del corpo, la frequenza cardiaca e l’attività respiratoria. Ma non solo il nostro corpo. Il letto di ultima generazione è capace anche di valutare una serie di parametri ambientali come il rumore e la luminosità e quanto questi influiscano sulla qualità della sonno.
Lo “smart bed” è in grado di fornire dei report periodici (giornalieri, settimanali e mensili) consultabili attraverso un’app per smartphone o collegandosi via web alla pagina ad hoc.
I feedback forniti dal letto possono essere molto utili anche per i medici e gli specialisti che saranno in grado di valutare in modo continuativo gli effetti di terapie psicoterapeutiche o farmacologiche sulla qualità del sonno dei propri pazienti. Oltretutto lo “smart bed” non è uno strumento solo per elite. Anzi. Il dispositivo è a basso costo e può essere facilmente installato in ogni abitazione e non è invasivo: non va indossato nè bisogna ricordarsi di caricarlo.
A realizzare il prototipo del letto innovativo sono stati i ricercatori dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa, del dipartimento di Ingegneria informazione e Centro interdipartimentale e del dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell’area critica dell’Università di Pisa. Un’eccellenza che è stata messa a disposizione, per la prima volta, per un’altra eccellenza.
Il prototipo è stato infatti testato dagli astronauti del progetto “Sirius” della futura missione su Marte presso l’Accademia delle Scienze della Russia. La sperimentazione «ci ha permesso di stimare la macrostruttura del sonno e di classificare correttamente quattro situazioni: se il letto è occupato, se la persona è sveglia, se in fase di sonno Rem o non-Rem. Si tratta di informazioni fondamentali per stimare un indice oggettivo di qualità del sonno e quindi, più in generale, della qualità di vita», spiega Angelo Gemignani dell’Università di Pisa.
Nel dettaglio della tecnologia innovativa utilizzata entra Marco Laurino dell’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa: «Abbiamo realizzato i sensori del materasso grazie ad una specifica tecnologia e per l’elaborazione dei dati ci siamo avvalsi dell’intelligenza artificiale e di algoritmi basati su “machine learning”».
Insomma, da oggi in poi, anche dormire può essere un’attività stimolante.