Nel contesto della crescente consapevolezza ambientale e della necessità di ridurre le emissioni di gas serra, la Direttiva sull’efficienza energetica degli edifici (EPBD) è stata recentemente approvata e – nonostante il voto contrario del nostro Paese – presto sarà legge anche in Italia.
L’obiettivo è molto ambizioso: rendere il nostro patrimonio edilizio a emissioni zero entro il 2050, senza tuttavia prevedere sanzioni per chi non rispetta gli obiettivi.
Efficienza energetica degli edifici: è tutto da rifare?
Abbiamo già affrontato in passato il tema dell’efficienza energetica degli edifici: l’EPBD, che pone l’accento sull’importanza di una strategia di lungo termine, richiede agli Stati membri dell’Unione di garantire un miglioramento progressivo delle prestazioni energetiche degli edifici.
Questo si traduce in una transizione che non si focalizza più esclusivamente sulla classe di efficienza dei singoli edifici, bensì sul raggiungimento di obiettivi intermedi di riduzione dei consumi, fissati al 16% entro il 2030 e al 20-22% entro il 2035. Occorre, però, agire con una certa rapidità perché circa il 40% dell’energia consumata nell’UE è attribuibile agli edifici, mentre oltre un terzo delle emissioni di gas serra legate all’energia proviene da questa fonte.
Questa nuova legge avrà un impatto determinante sulle nostre case. In Italia, infatti, oltre l’85% degli edifici si trova in una classe energetica inferiore alla C, più della metà degli acquisti riguarda ancora immobili in classe F o G e l’80% degli immobili oggetto di compravendita richiede un miglioramento energetico. Nel 2023 sono stati investiti quasi 85 miliardi di euro nella riqualificazione del patrimonio edilizio.
“Per affrontare questa lotta ai cambiamenti climatici e la sfida verso un’economia a basse emissioni di carbonio – spiega Gionata Aldeghi, Manager Renewables & Energy Efficiency Division di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato – saranno necessarie competenze e, secondo i dati elaborati dal nostro osservatorio, cresceranno del X% le opportunità per gli auditor energetici e per gli energy manager. I primi, in particolare, sono professionisti capaci di condurre diagnosi energetiche approfondite, fornendo analisi dettagliate del consumo energetico e proponendo soluzioni per migliorare l’efficienza degli edifici; i secondi, invece, si occupano dello sviluppo e dell’attuazione di strategie per monitorare e ottimizzare il consumo energetico, contribuendo così a ridurre i costi legati all’energia”.
Ma l’EPBD non si limita a promuovere l’efficienza energetica degli edifici esistenti, ma stabilisce anche nuovi standard per la costruzione di nuovi immobili (residenziali e non) che dovranno diventare a emissioni zero entro il 2030, grazie all’utilizzo, ad esempio, di tecnologie sostenibili e all’adozione di soluzioni passive e attive per ridurre l’impatto ambientale.
La Direttiva europea compie due passi significativi verso la sostenibilità: il primo promuovendo una maggiore adozione di fonti di energia rinnovabile e sostenibile, evidenziando la necessità di abbandonare i combustibili fossili, anticipando il divieto delle caldaie a gas metano entro il 2040, il secondo promuovendo l’integrazione di tecnologie solari negli edifici che dovranno essere solar-ready e incentivando l’installazione di pannelli solari sugli edifici esistenti.