Nasce in queste ore il comitato tecnico sull’utilizzo delle nanotecnologie negli scenari di guerra: come spiega Sabrina Zuccalà, la presidente del Laboratorio internazionale di nanotecnologie ‘4ward360’,
“L’istituzione del Comitato Tecnico Scientifico “4wardResearch” nasce dall’esigenza di incrociare le migliori sinergie economiche e le più valide espressioni accademiche scientifiche del mondo dell’innovazione e della nanotecnologia, in rapporto a situazioni estreme che è necessario approfondire e studiare.
Tutto questo per comprendere le dinamiche della nostra vita e della società nel presente, nel futuro e in rapporto ai cambiamenti climatici che muteranno le condizioni sociali e di accesso ai servizi per i cittadini”.
Nanotecnologie e guerra, un binomio possibile?
Le nanotecnologie possono servire in uno scenario geopolitico caratterizzato dalla guerra? E in che modo? A fare il punto della situazione è la Zuccalà, che spiega:
“La nostra attualità geopolitica ha accentuato la richiesta industriale e infrastrutturale di prodotti, formulati e materiali sempre più innovativi e performanti al fine di affrontare in modo sicuro e durevole le cinque dimensioni del conflitto: terrestre, marittimo/subacqueo, spaziale e cibernetico. Allo stesso tempo è necessaria – prosegue Zuccalà – una nuova modalità per rilanciare anche il Made in Italy collegandolo alle più grandi innovazioni tecnologiche, nanotecnologiche, digitali e alle sfide della realtà geopolitica transnazionale”.
Ma facciamo un passo indietro. Quando si parla di nanotecnologie, bisogna sapere che si tratta di un campo della scienza che si occupa di manipolare la materia a livello nanometrico, ovvero a scala molecolare e atomica. Grazie alle nanotecnologie, è possibile creare materiali, dispositivi e sistemi con proprietà uniche e rivoluzionarie.
Le nanotecnologie hanno applicazioni in diversi settori, tra cui la medicina, l’elettronica, l’energia, l’ambiente e l’industria. Ad esempio, in medicina, le nanotecnologie stanno rivoluzionando la diagnosi e la cura di molte malattie, grazie alla possibilità di creare nanosensori e nanorobot per la rilevazione e il trattamento di patologie a livello cellulare.
In ambito industriale, le nanotecnologie possono essere utilizzate per creare materiali più resistenti, leggeri e durevoli, oltre a ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi. Nell’ambito dell’energia, le nanotecnologie possono essere utilizzate per migliorare l’efficienza delle celle solari e dei sistemi di accumulo dell’energia.
Tuttavia, le nanotecnologie sollevano anche alcune preoccupazioni in merito alla loro sicurezza e ai loro possibili effetti sulla salute umana e sull’ambiente. È necessario quindi un approccio precauzionale alla loro applicazione, al fine di minimizzare i rischi e massimizzare i benefici che possono offrire.
Il focus sulle nanotecnologie
L’innovazione e i processi nanotecnologici che stanno riscrivendo le logiche italiane alle sfide dei cinque domini e del rilancio del Made in Italy sono stati al centro di un importante conferenza alla Camera dei Deputati, per presentare proprio il neo comitato.
I saluti istituzionali sono stati a cura Alberto Gusmeroli, presidente della X Commissione della Camera dedicata alle attività produttive, al commercio e al turismo. I lavori hanno ricevuto i saluti e il sostegno di Guido Crosetto, Ministro della difesa della Repubblica Italiana. Moderati Antonio Sabbatella, presidente dell’Istituto di Studi Europei Alcide De Gasperi, si sono confrontati, analizzando la tematica oltre alla presidente Sabrina Zuccalà, Salvatore Lauro, presidente di VolaViaMare; Vieri Caneschi, consulente Militare di 4wardAerospace; il professore Enrico Cestino del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del Politecnico di Torino, Andrea Pingitore, pilota collaudatore sperimentale della National Test Pilot School (Mojave, California) e l’avvocato Giuseppina Occhionero, già Deputato della Repubblica.
“La nanotecnologia può rappresentare una risposta concreta all’innovazione e alla sostenibilità di uno sviluppo armonioso e in sicurezza. In tale scenario il comitato tecnico scientifico “4wardResearch” vuole spingere la ricerca nanotecnologica verso nuovi confini e contemporaneamente vigilare sul suo corretto impiego e sviluppo”, conclude la presidente Sabrina Zuccalà.
Per l’appunto, l’utilizzo delle nanotecnologie in guerra è un argomento molto delicato e controverso. Sebbene le nanotecnologie possano offrire alcune potenzialità interessanti in questo campo, come ad esempio la creazione di materiali ultra-resistenti e la produzione di sensori elettronici in miniatura, il loro utilizzo in azioni militari potrebbe comportare seri rischi per la sicurezza e la salute umana.
Uno dei principali rischi associati all’uso di nanotecnologie in guerra è quello dell’incontrollabilità, ovvero la possibilità che le nanoparticelle vengano rilasciate nell’ambiente senza alcun controllo e possano avere effetti negativi sulla salute umana e sull’ecosistema.
Inoltre, l’utilizzo di nanotecnologie in guerra potrebbe portare a una corsa agli armamenti e ad un ulteriore aumento della spesa militare, con conseguenze negative sullo sviluppo sociale ed economico dei Paesi coinvolti. Proprio per questo motivo è necessario uno studio approfondito e una forte attività di vigilanza.