Una app, frutto di un progetto, che intreccia salute e nuove tecnologie. Si tratta del progetto KIT 2.0 (Keep In Touch) per l’assistenza e la presa in carico dei pazienti in trattamento oncologico, grazie al contributo di Reale Foundation, la fondazione corporate di Reale Group, e della Fondazione Vodafone Italia, avviato al Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma, presso il Gemelli Art (Advanced Radiation Therapy).
Come funziona l’app KIT 2.0
L’app KIT 2.0 è un innesto di nuove tecnologie, servizi web e App per monitorare i pazienti con tumore dall’ospedale al territorio.
L’iniziativa – spiega una nota – prevede la realizzazione di una rete di assistenza che, sfruttando un servizio dedicato di telemedicina, IoT (Internet of Things) e applicazioni mobili, possa seguire il paziente presso il proprio domicilio, consentendo di identificare le situazioni più ad alto rischio per un controllo più stretto e acquisendo informazioni di possibile utilità ma attualmente non utilizzabili dai curanti in quanto non facilmente reperibili.
“L’utilizzo di tale tecnologia apporta notevoli benefici per i pazienti – afferma Vincenzo Valentini, direttore del Gemelli Art – in particolare è possibile avere un monitoraggio continuo del paziente, una ottimizzazione delle comunicazioni con l’ospedale di riferimento e una riduzione dell’iper-ospedalizzazione nei pazienti in base ai fattori di rischio grazie ad un servizio di telemedicina di alta qualità“.
La app mobile Kit, realizzata per il progetto, consente al paziente, dal proprio domicilio di comunicare con il medico oncologo radioterapista e monitorare la propria situazione clinica anche attraverso smartwatch che permettono di avere informazioni continue su diversi aspetti di salute come il battito cardiaco, le attività, le calorie.
Come nasce Kit 2.0
Il progetto Kit 2.0 rappresenta un ampliamento del progetto KIT 1, attivato a marzo 2020 a inizio pandemia, con l’implementazione di un sistema di tele-consultazione a distanza mediante televisite che ha permesso di mantenere un contatto diretto specialistico con pazienti, medici di famiglia e pediatri. È stato così possibile garantire un supporto relazionale e clinico ai pazienti oncologici in trattamento radioterapico durante il periodo difficile del lockdown.
“Nel pieno della crisi pandemica, quando il sovraccarico delle strutture ospedaliere rappresentava una costante minaccia per la collettività, Reale Group si è attivato immediatamente per fornire il proprio supporto, promuovendo un solido ecosistema di partnership pubblico-privato con le strutture sanitarie del Paese e con le Istituzioni di riferimento, contribuendo concretamente anche all’accelerazione del piano vaccinale nazionale“, ha dichiarato Virginia Antonini, direttore della sostenibilità e della Comunicazione istituzionale di Reale Group.
Fondazione Vodafone – conclude Adriana Versino, presidente di Fondazione Vodafone Italia, “sostiene progetti che, attraverso il digitale, contribuiscono a migliorare le condizioni di salute delle persone con patologie, fornendo supporto anche alle strutture sanitarie, in modo che possano liberare risorse da dedicare alle necessità di assistenza e cura delle persone”.
Attualmente l’evoluzione del progetto si è esplicitata nella realizzazione di un sistema per la gestione integrata del paziente, tesa a favorire l’assistenza continuativa anche a distanza mediante la realizzazione di una piattaforma informatica.
Nello specifico il sistema Kit 2.0 è stato attuato attraverso la realizzazione di strumenti per il paziente in tre diverse aree di intervento: un portale informativo della radioterapia del Policlinico Gemelli, che è stato completamente ristrutturato diventando una piattaforma dedicata alla comunicazione con il paziente attraverso l’introduzione di Faq; un ChatBot, un servizio automatico attraverso messaggistica istantanea; la App Kit, progettata con questionari dedicati e tools di cattura immagini per la gestione dei Patient-Reported Outcomes durante e dopo terapia.
I dati raccolti mediante l’utilizzo della tecnologia Kit 2.0 “verranno integrati ed elaborati da una learning machine – continua Luca Tagliaferri, responsabile dell’unita di Radioterapia interventistica e principal investigator del progetto – che attraverso un sistema di intelligenza artificiale consentirà al medico radioterapista di intercettare eventuali criticità nel percorso di cura del singolo paziente ed soprattutto consentirà di intervenire in maniera personalizzata sulla terapia di ciascun paziente”.