I percorsi che aprono la mente: l’esperienza di Prime Minister vista da una studentessa

"Se prima sentivo di voler apportare un cambiamento nella nostra società, adesso lo desidero con tutta me stessa"

Prime Minister è una Scuola di Politica per giovani donne, alle quali propone, in varie città d’Italia, un percorso all’insegna dell’empowerment e dei diritti. Dopo l’intervista alla co-founder Angela Laurenza, abbiamo deciso di approfondire l’argomento con una delle volontarie del team di Napoli, Claudia Criscuolo (in foto), che l’anno scorso ha preso parte alla formazione come studentessa. Un percorso, totalmente gratuito, che le ha aperto nuovi orizzonti, accompagnandola in momenti importanti della sua vita.

La tua esperienza in Prime è iniziata come studentessa. Cosa ti ha spinto a iscriverti?
“Vi sono approdata quasi per caso, grazie ad un messaggio su un gruppo WhatsApp. Da sempre sono stata affascinata dal mondo della politica, nel bene e nel male, e affezionata a temi come il femminismo e la lotta a qualunque tipo di discriminazione. Quello che mi aspettavo non era per nulla conforme a quello che ho scoperto alla prima lezione: portai un quaderno e una penna convinta di dover prendere appunti a una lezione del tipo “cos’è la politica”. Prime si è rivelato essere un progetto totalmente dinamico e soggettivo, incentrato sulle singole opinioni“.

Oggi, come volontaria, che tipo di contributo senti di poter dare?
“Ho deciso di provare a fare un passo avanti, perché sentivo che Prime mi aveva dato tanto, e forse era arrivato il momento di contribuire a questo progetto. Come? Attraverso le idee, l’impegno e la forza di volontà che metto in ogni cosa che faccio. Inoltre mi piacerebbe guidare le nuove Primers verso quello che sarà una delle esperienze più belle e formative della loro adolescenza”.

Un impegno che ricopre un ruolo importante nella tua vita. C’è un momento del percorso fatto finora a cui sei particolarmente legata?
“Indubbiamente è difficile tenere conto di tutti i momenti importanti ma ce n’è uno a cui probabilmente sono più legata: l’attività sulle micro-aggressioni svolta nel primo incontro. Era la prima volta che noi “primers” ci vedevamo e, senza conoscerci, ci siamo aperte, confrontandoci tra di noi. Le situazioni di vita vissuta, raccontate durante la giornata, suonavano familiari anche a chi ascoltava e questo ha creato una bellissima connessione. La condivisione dei nostri “traumi” ha abbattuto le nostre difese, lasciandoci nude, con le nostre emozioni davanti agli occhi altrui. Una sensazione di completa empatia che non mi ha fatto sentire indifesa o fragile, bensì più forte”.

Prime Minister vuole formare le cittadine del domani. Nel tuo caso qual è il ruolo che immagini per te nella società e com’è cambiata la tua visione della politica?
“Non saprei dire se questo progetto ha cambiato la mia visione della politica, ma l‘ha sicuramente rafforzata, infatti devo anche un po’ a Prime Minister la mia scelta universitaria. Se prima sentivo di voler apportare un cambiamento nella nostra società, adesso lo desidero con tutta me stessa, perché tutta quella rabbia e tristezza accumulate porteranno sicuramente qualche frutto. Per tutte queste motivazioni, sono ogni giorno orgogliosa di essermi iscritta a Prime Minister che è, è stato e sarà il progetto che mi ha dato di più in termini di amicizia, formazione e opportunità”.

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