Content Creator in Italia riconosciuti: e ora?

Il creatore di contenuti digitali (content creator) trova per la prima volta la sua legittimazione nell'articolo 28 dell'approvato disegno di legge Concorrenza. Una svolta che apre la strada a un codice ATECO. E ci sarà una normativa per le controversie con i colossi del web.

Il content creator è riconosciuto in Italia. Con l’approvazione al Senato del disegno di legge sulla Concorrenza, per la prima volta lo Stato italiano tra le sue carte e i suoi atti riconosce la figura lavorativa del content creator. È il primo passo, certo, ma comunque importante verso il riconoscimento di quella che a tutti gli effetti è una professione – che con gli YouTuber e oggi ancor di più con i TikToker – sappiamo poter essere anche una importante fonte di guadagno.

L’importante riconoscimento della figura del creatore di contenuti digitali è introdotta ora nell’ordinamento italiano tramite due emendamenti presenti all’articolo 28 della ormai approvata legge sulla concorrenza. Punti che rappresentano, in realtà, una dichiarazione d’intenti.

l-bis) individuazione di specifiche categorie di controlli per i creatori di contenuti digitali, tenendo conto dell'attività economica svolta;
l-ter) previsione di meccanismi di risoluzione alternativa delle controversie tra creatori di contenuti digitali e relative piattaforme

Si chiede quindi, attraverso legge, di regolamentare da un punto di vista legislativo il lavoro del content creator in Italia.

Verso il codice ATECO per i content creator

L’individuazione di specifiche categorie di controlli per i creatori di contenuti digiali, tenendo conto dell’attività economica svolta, si tradurrebbe principalmente nella creazione di un codice ATECO ad hoc per i creatori di contenuti digitali.

Sulla questione dei codici ATECO per le professioni digitali, del resto, la partita è aperta e anche in questo caso l’Italia si è mossa non certo in maniera lungimirante in passato, creando ora una situazione non lineare in cui molte associazioni o sedicenti tali si sono mosse approfittando del vuoto normativo in materia. Creare una figura professionale e con essa l’insieme di regole che normano in Italia la sua attività è da un lato un’importante tutela che si dà al content, dall’altro permette di inquadrare (anche fiscalmente) questi nuovi professionisti digitali. A cui, ricordiamo, appartengono potenzialmente “tutti coloro che creano contenuti digitali”, dai video ai contenuti multimediali per i social network fino ai contenuti testuali per i blog. Un campo vasto ma ben definito che potrà rispondere anche a una certa dispersività di tali professionisti nell’ordinamento italiano e nel loro preciso incasellamento.

Le controversie tra content creator e piattaforme

L’altro non sottovalutabile punto inserito nel disegno di legge Concorrenza introduce la necessità di un sistema di tutela di controversie tra creatori di contenuti digitali e relative piattaforme. TikTok, Instagram, Twitch e YouTube, per intenderci: attraverso il riconoscimento della figura del content creator è chiaro e necessario che anche le eventuali controversie professionali che possano nascere tra i colossi del web e chi attraverso quelle piattaforme fa un business vadano regolamentate.

I tempi

Chiaramente, è una traccia quella che l’attuale Parlamento uscente darà a chi verrà dopo. La palla passerà quindi al prossimo Governo che dovrà mettere in campo le azioni a supporto di quella che da alcuni addetti ai lavori è stata accolta come vera e propria “svolta”.

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