L’economia circolare? Per 1 su 3 è ancora un mistero

L'indagine DNV: oltre il 35 percento delle persone non ha mai sentito parlare di economia circolare. Ma la consapevolezza in realtà cresce ed è evidente dalle abitudini d'acquisto

Più di un consumatore su tre non ha mai sentito parlare di economia circolare; ciò nonostante, gli stessi consumatori hanno una maggiore consapevolezza dell’impatto dei loro acquisti e ne tengono conto. Sembrano essere due dati in apparente contrapposizione quelli che si evincono dall’ultima indagine targata DNV, gruppo norvegese tra i principali enti di terza parte a livello globale di servizi di assurance, certificazione, verifica e gestione del rischio.

L’indagine condotta dal gruppo dimostra che oltre il 35 percento degli intervistati non abbia mai sentito usare il termine economia circolare. Luca Crisciotti, CEO Supply Chain & Product Assurance di DNV, commenta: “La consapevolezza del consumatore è essenziale ma, per fare dell’economia circolare una realtà, è altrettanto importante che le conoscenze influenzino i comportamenti. In ultima analisi, sono queste conoscenze che spingono il consumatore a impegnarsi nel riciclo, nella restituzione dei prodotti o nella sperimentazione di prodotti o servizi circolari”.

I consumatori? Si informano sui social

Un dato che emerge in maniera chiara dalla ricerca e che dovrebbe spingere a più di una riflessione riguarda il modo in cui i consumatori si informano: i media e social rappresentano il 60 percento della fonte d’informazione, contro il 26 percento del dibattito politico e il 23 percento del confronto diretto con amici e conoscenti. Insomma, sui temi dell’economia circolare gli ultimi a essere presi in considerazione dai consumatori recupera le informazioni cercate direttamente da fornitori e produttori, un paradosso se si considera che il mondo interconnesso ha trasformato tutti – potenzialmente – in centri d’informazione e il digital dovrebbe aver abbattuto le barriere di una comunicazione diretta tra le aziende e gli utenti finali. “Bisogna fare di più – spiega sempre Crisciotti – per rimediare a questa carenza di informazioni, dando priorità alla sensibilizzazione dei consumatori e offrendo informazioni validate e affidabili”.

I giovani al centro del cambiamento

Del restante 65 percento di coloro che sanno a cosa si riferisce il termine economia circolare, il 45 percento (quasi uno su due) afferma di averne una conoscenza ampia e di parteciparvi attivamente. Conoscenze e coinvolgimento sono maggiori tra le generazioni più giovani, tra le quali afferma di partecipare attivamente oltre il 53 percento, rispetto a soltanto il 32,4 percento tra quelli più in là con gli anni.

Una consapevolezza maggiore del consumatore

I consumatori stanno “iniziando a tenere conto dell’impatto dei loro comportamenti d’acquisto”, a prescindere dalla comprensione o l’appartenenza al tema economia circolare. Lo si evince chiaramente nella ricerca DNV dove il 48,1 percento degli intervistati afferma di “acquistare prodotti con proprietà riciclate” e quasi il 63 percento di “preferire una riduzione degli acquisti o la ricerca di prodotti di seconda mano”. Sembrano rivestire un ruolo anche gli schemi comportamentali, l’educazione in famiglia e il potere d’acquisto. Gli over 55, ad esempio, ricorrono maggiormente alle riparazioni rispetto alle generazioni più giovani. Queste ultime tendono invece ad acquistare più prodotti di seconda mano, o a preferire il noleggio alla proprietà, un approccio che combina il desiderio di essere di tendenza con un potere d’acquisto limitato.

I consumatori non appaiono disposti a optare ad ogni costo per la circolarità, ma alla domanda sulle plastiche circolari rispondono di percepire come sostenibili la maggior parte delle alternative alla plastica monouso. Per le aziende questo dato rappresenta un’opportunità di adattarsi, anche introducendo innovazioni nel loro modello di business, concentrandosi sugli sforzi che apportano un maggiore ritorno.

La sostenibilità conquista anche la moda

Se prezzo e stile rimangono le motivazioni principali per acquistare un capo d’abbigliamento circolare, la terza posizione è data dal contributo alle cause ambientali e circolari. Lo dice l’analisi sul settore moda, che racconta anche che – quando decidono se acquistare un prodotto – i consumatori sono influenzati da numerosi aspetti. Sono molto importanti le informazioni sull’impronta ecologica (49 percento) seguite a breve distanza dalle condizioni di lavoro e contrattuali e la qualità del prodotto, oltre alle certificazioni, le etichette verificate e le affermazioni validate sulla sostenibilità.

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