Welfare: a regime i nuovi congedi parentali, di paternità e la maternità per le professioniste

L’Italia da oggi è un passo più vicina all’Europa per il meccanismi che regolano il welfare familiare e lavorativo: sono stati approvati dal Consiglio dei Ministri, e quindi resi operativi, i due provvedimenti che estendono i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori sui congedi parentali, di paternità e di maternità per le professioniste e che introducono misure per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro.

Non solo: con la seconda direttiva si riconoscono una serie di nuovi diritti materiali per offrire una maggiore tutela alle condizioni di lavoro per garantire chiarezza in materia di trasparenza delle informazioni sul rapporto di lavoro e sulle condizioni dell’impiego.

In data odierna, pertanto, anche l’Italia approva le direttive europee esistenti sul tema.

Congedi parentali, di paternità, maternità delle professioniste

Andiamo con ordine. Già la Legge di Bilancio 2022 aveva introdotto l’estensione del congedo di paternità, rendendolo obbligatorio e fissandolo a 10 giorni.

Adesso, con l’approvazione del decreto legislativo di recepimento della direttiva (UE) 2019/1158, relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza (che abroga la direttiva 2010/18/UE del Consiglio), si è assunta come finalità quella di promuovere il miglioramento della conciliazione tra i tempi della vita lavorativa e quelli dedicati alla vita familiare per tutti i lavoratori che abbiano compiti di cura in qualità di genitori e/o di prestatori di assistenza, al fine di conseguire una più equa condivisione delle responsabilità tra uomini e donne e di promuovere un’effettiva parità di genere, sia in ambito lavorativo che familiare.

I principali punti di novità sui congedi sono:

Per i congedi parentali:

Inoltre, in generale per i congedi:

Infine, viene introdotta la priorità per lavorare in smart working per i genitori con figli fino a 12 anni,s enza limite di età se disabili, o in caso di genitori caregiver.

Il provvedimento, spiega una nota del ministero del Lavoro, prevede infatti “che i datori di lavoro pubblici e privati che stipulano accordi per l’esecuzione della prestazione di lavoro in modalità agile sono tenuti in ogni caso a riconoscere priorità alle richieste di esecuzione del rapporto di lavoro in modalità agile formulate dalle lavoratrici e dai lavoratori con figli fino a dodici anni di età o senza alcun limite di età nel caso di figli in condizioni di disabilità“. Stessa priorità è riconosciuta da parte del datore di lavoro alle richieste dei lavoratori che siano caregivers.

Il lavoratore che richiede di fruire del lavoro agile, si legge, non può essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altra misura organizzativa avente effetti negativi, diretti o indiretti, sulle condizioni di lavoro. “Qualunque misura adottata in violazione del precedente periodo è da considerarsi ritorsiva o discriminatoria e, pertanto, nulla”, conclude la nota.

Maggiore tutela nel rapporto di lavoro

Per quanto concerne la seconda direttiva, riguardante l’attuazione della direttiva UE 2019/1152 del parlamento europeo e del consiglio del 20 giugno 2019, questa è relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili.

In altre parole, l’ordinamento nazionale si adegua a quello comunitario nel settore degli obblighi di informazione dei lavoratori rispetto alle proprie condizioni di lavoro (già previsti nel nostro ordinamento prevalentemente dal decreto legislativo 26 maggio 1997, n. 152) e stabilisce nuove tutele minime per garantire che tutti i lavoratori, inclusi quelli che hanno contratti non standard, beneficino di maggiore prevedibilità e chiarezza in materia di trasparenza delle informazioni sul rapporto di lavoro e sulle condizioni di lavoro.

Pertanto, le novità riguardano:

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