I “numeri” di Coldiretti / Ixé per Natale: dall’inversione positiva all’allarme povertà

Solo due settimane fa "l'iniezione di fiducia" faceva recitare ai sondaggi un'intenzione di spesa migliore della media da 5 anni a questa parte. A Natale invece un italiano su 5 rinunciava ai doni. Dati in contrapposizione o letture diverse in momenti diversi?

Duecentosei euro a testa per i regali di Natale 2021. Citiamo noi stessi non più di due setimane fa:

Duecentosei euro a testa per fare i regali di Natale 2021: la stima di Coldiretti / Ixè per il secondo Natale in era Covid è positiva. I dati della confederazione dei coltivatori diretti recitano un +17 percento rispetto al difficile 2020. Non solo, ma stando alle valutazioni recenti è migliore della media da cinque anni a questa parte. 

Non sono dati che ci siamo inventati, anzi: erano parte di un report di Coldiretti che ispirava una notevole fiducia in un’inversione di tendenza. Riportiamo il sito di Giovani Impresa della confederazione:

Con le limitazioni in arrivo per feste e veglioni gli italiani si concentrano sui regali con una spesa stimata in 206 a testa, in aumento del 17% rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti / Ixé diffusa in occasione dell’ultimo week end di shopping utile per acquistare i doni ma anche il primo dopo l’arrivo di 44 miliardi di tredicesime che il 33% ha deciso di destinare ai regali.

Sempre Coldiretti per l’occasione incensa i mercatini enogastronomici sul territorio, che tra l’altro Coldiretti organizza.

Una tendenza favorita anche dalla aperture speciali di molti mercati contadini di Campagna Amica nelle città e località turistiche lungo la Penisola. Una occasione unica per acquistare i cesti enogastronomici che quest’anno sono desiderati da 10,7 milioni di italiani anche nella prospettiva di un Natale piu’ casalingo secondo l’indagine Coldiretti / Ixé.

Una manciata di giorni fa, invece, il nostro direttore Federica Colucci firmava un articolo in cui il quadro era tutt’altro che roseo.

Sono oltre 4,8 milioni le persone in difficoltà, i “nuovi” poveri in Italia che per le feste di Natale sono costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare nelle mense o con la distribuzione di pacchi alimentari a causa della crisi economica legata al Covid.

In questo caso, però, l’indagine non era firmata da Ixé ma dal Censis, sempre in sinergia con Coldiretti. Le due prese di posizione, sebbene dipingano un mood agli antipodi, possono comunque convivere tra loro. Sembra invece totalmente contrapposta la nuova dichiarazione di Coldiretti che coinvolge Ixé. Con toni allarmanti e negativi, la Coldiretti conferma che un italiano su cinque rinuncia a fare il regalo. Riportando la sintesi di Repubblica:

Niente regali sotto l’albero per oltre un italiano su 5 (21%) per scelta ma anche a causa delle preoccupazioni e delle difficoltà causate dalla pandemia che hanno ridotto la disponibilità di spesa delle famiglie. E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti / Ixé dalla quale si evidenzia timore diffuso per gli effetti della variante Omicron su economia ed occupazione.

Anche in questo caso, Coldiretti ricorda i suoi mercatini e la possibilità di donare cibi e bevande ai più bisognosi nell’occasione.

I ricchi sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri

Quindi, va meglio o va peggio? Questa è la domanda a cui l’estrema sintesi giornalistica dovrebbe rispondere, ma bisogna anche accettare che i numeri sono numeri e in quanto tali la lettura dei numeri li trasforma in interpretazione.

Abbiamo contattato l’ufficio relazioni esterne di Coldiretti per dei chiarimenti e confermano che i dati fanno parte di un unicum siglato con Ixé, numeri che vengono snocciolati man mano che vengono elaborati. Il ritratto reale che emerge, sempre stando a Coldiretti, è quello di un Paese in cui la forbice si allarga: c’è chi può spendere di più e chi non può spendere proprio.

Natale 2021, mercatini a parte, ci regala quindi un divario economico e sociale in aumento che si può riassumere in “I ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri“. Questo dato trova riscontro del resto in diverse fotografie scattate dai sondaggisti negli ultimi mesi e in generale nei due anni del Covid, non ultimo quello del World Inequality Lab di qualche settimana fa che Avvenire riassume così:

La pandemia ha accresciuto il divario fra ricchi e poveri e accelerato la concentrazione di ricchezza delle élites a un livello ‘estremo’, poiché il 10% della popolazione globale concentra i tre quarti del patrimonio mondiale. Ossia il 53% dei redditi e il 76% della ricchezza del pianeta, mentre il 50% più povero accede all’8% delle entrate e al 2% del patrimonio. È un mondo con più multimilionari e più povertà.

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