Una rete di strumentazioni all’avanguardia distribuita dal Nord al Sud Italia per rafforzare la ricerca nel campo delle scienze biologiche e biomediche. Questo è l’obiettivo trasversale del progetto Pon “Bio Open Lab” per il potenziamento dell’infrastruttura di ricerca Ceric-eric, Consorzio che offre a ricercatori e industrie un unico punto di accesso a oltre 50 tecniche e a laboratori in otto paesi dell’Europa centro-orientale, inclusa l’Italia. I partner beneficiari del progetto finanziato nel 2019 dal Miur con durata triennale sono area Science Park di Trieste, l’Università di Salerno e l’Università del Salento.
Il sistema integrato che ne deriverà, con la potenzialità di affrontare nuove sfide nell’ambito biomedico e biologico con approccio olistico e utilizzando diverse tecniche e strumentazioni, costituirà un unicum nel panorama nazionale e internazionale.
Bio Open Lab, le ricerche potenziate
Con il progetto Bio Open Lab, il dipartimento di Farmacia dell’Università di Salerno, una delle realtà coinvolte nel progetto, ha recentemente potenziato il laboratorio di spettrometria di massa avviando cinque nuovi spettrometri di massa che permettono lo studio del rapporto tra il nostro metabolismo e alcune patologie oncologiche e infettive ad elevato impatto sociale. Le patologie oncologiche attualmente studiate sono il cancro del colon-retto, il carcinoma epatico e il cancro alla mammella, investigate in collaborazione con l’irccs Castellana Grotte, l’Istituto Tumori Pascale e la Fondazione Ebris.
Sul fronte invece delle patologie infettive, è attualmente in corso uno screening del profilo metabolomico di 120 pazienti Covid-19 con diversi gradi di severità, condotto in stretta collaborazione con Area science park di Trieste. Il collaudo e l’avvio delle cinque strumentazioni è avvenuto tra i mesi di Marzo e Aprile di quest’anno e il costo complessivo sostenuto è stato pari a € 2.650.642,39.
Commenta così il potenziamento del laboratorio di spettrometria di massa il direttore del Dipartimento di Farmacia, Pietro Campiglia: “L’impiego della Spettrometria sarà fondamentale, per comprendere il ruolo dei cambiamenti di metaboliti e proteine durante le patologie, individuare nuovi bersagli molecolari e sviluppare approcci di medicina di precisione”.
Le strumentazioni del laboratorio di spettrometria di massa dell’Università di Salerno sono solo una parte del potenziamento delle infrastrutture coinvolte nel progetto, che prevede inoltre nuovi sequenziatori presso il laboratorio di genomica ed epigenomica di Area Science Park, un centro di calcolo ad alte prestazioni presso l’Università degli studi di Salerno e un microscopio Holo tem/stem presso l’Università del Salento, per un costo complessivo del progetto previsto pari a 12.434.500euro.
“Il centro di calcolo dell’Università degli Studi di Salerno sarà attivo a partire da Gennaio 2022 e sarà dotato delle più moderne infrastrutture per il calcolo ad alte prestazioni oltre ad essere uno dei primi in Europa espressamente dedicato all’applicazione dell’intelligenza artificiale per l’analisi di dati omici”, spiega Mario Vento, prorettore dell’ateneo salernitano e referente scientifico del progetto per Unisa.
“La realizzazione del Bio Open Lab a Lecce – afferma Lucio Calcagnile, responsabile con la professoressa Rosaria Rinaldi del progetto per l’Università del Salento – consentirà di fornire a ricercatori italiani e stranieri una facility di microscopia elettronica olografica ad altissima risoluzione per lo studio dei materiali sensibili al danno da radiazione con applicazioni alla biologia, alla nanomedicina e non solo”.
Alla realizzazione della facility per il Bio Open Lab stanno contribuendo i ricercatori dei gruppi di Fisica Applicata e Fisica della Materia del Dipartimento di Matematica e Fisica ‘Ennio De Giorgi’ e il progetto integrerà le facilities specialistiche ad altissimo contenuto tecnologico del corso di laurea in Medicina, che verrà attivato all’Università del Salento a partire dal prossimo anno accademico.