Netflix cambierà ancora. Si chiamano (OTT) Over-the-Top e il nome rende bene l’idea: sono quelle piattaforme che forniscono servizi direttamente su Internet, scavalcando tutto e tutti (infrastrutture e normale distribuzione). La definizione è ancora un po’ fumantina, ma non è un caso che pian piano le OTT platform siano lentamente diventate sinonimo di SVOD (subscriptional video-on-demand). Realtà come Netflix incarnano perfettamente lo spirito dell’over-the-top ed oggi si indicano con le OTT veri e propri colossi (si veda ai servizi di Amazon Prime o alle tv del gruppo Facebook, o a YouTube) del web.
Netflix, soprattutto, è da considerarsi un precursore in tal senso: ha puntato sui servizi su sottoscrizione di abbonamento quando il web non esprimeva certo chiare indicazioni sul successo di questa formula. Il brand è diventato emblematico di un intero mondo di servizi. E oggi che la concorrenza si fa sempre più agguerrita, e top-player come Disney+, Amazon e gli altri si contendono diritti sportivi e esclusive suggestive sulle produzioni, Netflix… punta al gaming.
I rumors dei giorni scorsi infatti indicano che la società fondata da Reed Hastings sia in procinto di assumere un top manager per affidargli il settore dei videogame. Al momento non è dato sapere altro, se non che la società è interessata a un settore che negli ultimi tempi vive una nuova giovinezza e a cui si guarda con estremo interesse.
Proprio vista la capacità di intercettare il cambiamento e in un certo senso dettarlo, è interessante comprendere cosa voglia dire una Netflix che investe nel videogame. L’idea meno quotata è quella della produzione, che tra l’altro si rincorre già da qualche anno dopo gli spin-off totalmente videoludici di Strangers Thing che – però – sembravano più operazioni di marketing che reali dichiarazioni d’intenti, quelle di entrare in un mercato comunque affollatissimo.
Secondo le testate di settore straniere, invece, è molto più probabile immaginare un qualcosa che somigli ad Apple Arcade e che possa essere fruito over-the-top, appunto. Magari sulle nostre smart-TV in un’esperienza non più limitata dallo strumento a nostra disposizione. Si tratta di una sfida che sulla carta sembra semplice, nulla di nuovo: esattamente come quelle che Netflix finora ha affrontato impattando notevolmente nel quotidiano del consumatore e nell’immaginario collettivo.
L’obiettivo finale resta sempre lo stesso: trasformare l’intrattenimento digitale in un’esperienza ancor più interattiva. L’interazione è la parola chiave e in questo senso i film interattivi (altro prodotto in cui a volerci pensare Netflix non ha inventato nulla: chi si ricorda i libro-gioco o i fumetti di quanto eravamo più piccoli?) come Black Mirror Bandersnatch hanno chiaramente indicato in che direzione vuole spingersi la OTT: accantonare una esclusiva fruizione passiva della stessa.