Se quel vecchio smartphone nel cassetto tornasse a vivere? Il progetto di Rehappy

Ah, i vecchi smartphone. Secondo diverse stime, ogni italiano ha nel cassetto almeno un vecchio cellulare non più utilizzato. Da questo semplice dato è partito, un anno fa, Giuseppe Sammartano per fondare la sua startup Rehappy. Obiettivo: dare nuova vita ai vecchi smartphone, creando valore per sé, per l’ambiente e per il territorio dove insiste l’azienda, ovvero a Marsala. Con Sammartano abbiamo parlato di come funziona questo sistema.

Come lavora Rehappy?
“Raccoglie tramite centro di raccolta RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche ndr) negozi, catene di elettronica, privati e da operatori telefonici device elettronici anche non funzionanti. I dispositivi vengono testati dai nostri laboratori e tramite un processo di ricondizionamento che garantisce un perfetto funzionamento del device rimessi sul mercato ad un prezzo fino al 50% meno del nuovo”.

Comprate smartphone quindi anche dai privati?
“Sì, acquistiamo anche direttamente dai privati con delle iniziative locali, tramite dei negozi a noi affiliati e soprattutto tramite web con una nostra piattaforma. Inoltre per chi decide di vendere il device tramite web, garantiamo un 10% di valore in più tramite un buono da spendere su rehappy.it.

Di quanti cellulari stiamo parlando?
“In un anno dall’avvio della startup ne abbiamo rimessi a nuovo circa 5 mila. Ma non è solo un giro d’affari. Uno dei principi dell’economia circolare è il riuso. Ogni cellulare pesa mediamente 110 grammi e non sono semplici da smaltire, parliamo di rifiuti potenzialmente molto dannosi per l’ambiente. In accordo con diversi centri di smaltimento, stiamo concretamente dando una grossa mano a un problema spesso sottovalutato”.

Ci sono pregiudizi verso gli smartphone ricondizionati?
“Una decina di anni fa quando ho iniziato ad occuparmi dei ricondizionati sì e molti. Adesso sempre più persone hanno compreso il valore del ricondizionato e soprattutto sono consapevoli di avere un prodotto pari al nuovo e originale, con un risparmio fino al 50%. Oltre ad essere a conoscenza che sono prodotti testati e garantiti fino a 3 anni. Si calcola che mediamente le persone cambino cellulare ogni due anni. Per cui c’è sempre più consapevolezza che la strada intrapresa in economia circolare sia fondamentale per un futuro green, e non è un caso che anche il Governo abbia inserito un ministero che si occupa di Transizione ecologica”.

Resta il problema dell’obsolescenza programmata degli smartphone?
“Malgrado l’intervento da parte della Comunità Europea per abbattere l’obsolescenza programmata, di fatto obbligando i produttori a garantire assistenza, ricambi e aggiornamenti per i dispositivi, per esperienza noto che oltre a non ricevere più aggiornamenti i device, anche le app non vengono più aggiornate per i vecchi modelli. Per esempio, noi vendiamo anche iPhone 4 e 4s ricondizionati. Funzionano bene, ma li comprano solo coloro che non usano WhatsApp, perché questa app adesso non gira più su questi dispositivi”.

Elettronica e ambiente, perché le arance?
“Rehappy è un progetto di valore per l’ambiente e per il sociale. Ho sempre creduto che fare impresa vuol dire creare valore, per cui ho voluto investire nella forestazione e insieme ai contadini locali gestire oltre 120 alberi di agrumi e valorizzarli. Nel primo anno siamo riusciti a donare oltre una tonnellata di arance a tutte le associazioni di beneficenza locali. Ovviamente oltre alla gestione degli agrumi, ogni anno andremo a piantare nuovi alberi e nuove donazioni. È il nostro modo di proteggere i prodotti della nostra terra e valorizzarli. Ma lavoriamo anche con le scuole, in primis per diffondere il concetto di riuso e riciclo e in seconda battuta per far sapere ai ragazzi che si può lavorare bene anche in Sicilia”.

Però ci vogliono gli investitori per le start up, voi ne avete trovati?
“Finora ci siamo autofinanziati, ma abbiamo ricevuto un bel po’ di manifestazioni di interesse. Confido che presto potremo annunciare un grande investitore che si unirà al nostro progetto”.

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