TikTok, via gli under 13: 500mila utenti rimossi in Italia

Solo in Italia TikTok ha eliminato 500mila account legati a profili di ragazzi e ragazze under 13: come cambierà ancora il social e perché

Chi di voi è abituato ad utilizzare TikTok, il famoso social network che combina video buffi e virali, ironia, imprese incredibili fra sport estremi e parkour, consigli di bellezza e benessere, racconti di vita, sfide e challenge più o meno rischiose, se ne sarà accorto: già da un po’, rispetto agli scorsi mesi, non si trovano più video caricati da giovanissimi. Basta scorre un po’ i video sulla piattaforma, infatti, per rendersi conto che, sia in Italia che all’estero, la platea – rispetto al boom iniziale – accoglie principalmente ragazzi maggiorenni e adulti.

Perché è cambiato TikTok

Il motivo è legato all’allarme diffuso dopo casi di cronaca in tutto il mondo, in cui si denunciava l’utilizzo non controllato di questo social rispetto a contenuti pericolosi: ragazzine e ragazzini, che per gioco sono istigati ad emulare le sfide che corrono su TikTok, in alcuni casi hanno replicato challenge rischiose fino a morire o a provocare il grave ferimento di coetanei e amici. In Italia l’ultimo e grave caso risale a gennaio 2021, quando una bambina di 10 anni di Palermo è stata trovata morta per asfissia dopo essersi legata al collo la cintura dell’accappatoio con la volontà di replicare la Blackout Challenge, sfida in cui “vinceva” chi riusciva a resistere più tempo senza respirare.

Non sono mancati, quindi, appelli e sanzioni al social cinese per aumentare i controlli e mettere al sicuro i più giovani che, spesso, non riescono a comprendere i rischi legati ad alcuni comportamenti insidiosi. Come vi avevamo già anticipato, già a partire da febbraio scorso – in accordo con l’autorità garante della privacy in Italia – TikTok ha chiesto di nuovo a tutti gli utenti di confermare la propria età anagrafica, rimuovendo gli account che appartengono a minori di 13 anni, fino ad utilizzare anche l’intelligenza artificiale per la verifica dei requisiti idonei all’accesso.

500mila utenti rimossi

In un comunicato stampa di queste ore, il Garante per la Privacy italiano informa che da febbraio ad aprile sono stati

più di 12 milioni e mezzo gli utenti italiani ai quali è stato chiesto di confermare di avere più di 13 anni per accedere alla piattaforma e sono stati oltre 500 mila gli utenti rimossi perché probabili infratredicenni: circa 400 mila perché hanno dichiarato un’età inferiore ai 13 anni e 140 mila attraverso una combinazione di moderazione e strumenti di segnalazione implementati all’interno dell’app.

L’ulteriore novità è data dal fatto che TikTok si è impegnato anche a

– garantire la cancellazione, entro 48 ore, degli account segnalati e che risultino, all’esito di verifiche, intestati a utenti al di sotto dei 13 anni di età;

– rafforzare i meccanismi di blocco dei dispositivi utilizzati dagli utenti infratredicenni per provare a accedere alla piattaforma;

– studiare e elaborare soluzioni, anche basate sull’intelligenza artificiale, che nel rispetto della disciplina in materia di protezione dei dati personali, consentano di minimizzare il rischio che bambini al di sotto dei 13 anni di età utilizzino la piattaforma;

– lanciare nuove iniziative di comunicazione, sia in app che attraverso radio e giornali, allo scopo di educare a un uso consapevole e sicuro della piattaforma e di ricordare che la piattaforma non è adatta a un pubblico di infratredicenni;

– studiare e elaborare una nuova informativa realizzata con linguaggio semplice e con modalità interattive e coinvolgenti dedicata agli utenti minorenni anche utilizzando modalità multimediali o nuove soluzioni idonee a rafforzare le opportunità che i minorenni prendano effettivamente conoscenza del contenuto di tale informativa;

– condividere con il Garante, dati e informazioni relative all’efficacia delle diverse misure adottate, al fine di collaborare nell’identificazione di misure efficaci e capaci di contenere il fenomeno.

Resta comunque sempre valido il consiglio di supervisionare i figli minori quando si utilizzano piattaforme social.

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