Digitalizzazione e Pubblica Amministrazione è un binomio che è al centro dei lavori in Commissione regionale Affari istituzionali, Amministrazione Civile, Rapporti internazionali, Autonomie e piccoli comuni, Affari Generali, Sicurezza delle città, Risorse umane, Ordinamento della Regione Campania. Per non farsi cogliere impreparati alla rivoluzione digitale che l’Unione Europea chiede agli stati membri, a fare il punto con F-MAG è il presidente della I Commissione Giuseppe Sommese.
La digitalizzazione come premessa alla semplificazione della Pubblica amministrazione. In che modo si prepara la Campania?
“Il tema della digitalizzazione è stato posto al centro di quella che deve essere la progettualità e la programmazione del nostro Paese. Per quanto riguarda la Campania, noi abbiamo iniziato ad affrontare il tema in commissione consapevoli del fatto che occorre incastrare diversi fattori importanti. Alla base c’è la necessità di rinnovamento della PA che si è bloccato a causa di un turn over che non è mai avvenuto in maniera efficace e netta. Tra i progetti a breve termine che sto portando avanti c’è quello di creare un Ufficio relazioni con il pubblico (Urp) digitale. Molti enti locali sono in ritardo con l’efficientamento. Immaginare un Urp dinamico digitale che sia interconnesso con software come i Bot le Faq, pensiamo ai sistemi informatici delle banche e delle poste, può sicuramente permettere di rendere i servizi più fruibili e immediati ai cittadini”.
All’interno della Pubblica Amministrazione non lavorano nativi digitali, pensa a corsi di formazione per farli stare al passo coi tempi?
“La macchina amministrativa funziona se c’è metodo e organizzazione. Se pensiamo ad una PA digitale è chiaro che il primo passo deve essere l’immissione di personale giovane e fresco e fare contemporaneamente un lavoro di affiancamento”.
Che tipo di investimento si prevede sia a livello di strumenti digitali che di formazione?
“L’aspetto economico è importante, ma è secondario rispetto al lavoro che si mette in campo. Il Recovery prevede quasi 47 miliardi di euro di investimento proprio perché l’esigenza di digitalizzare è forte. I soldi ci sono, ma è importante spenderli bene. In Consiglio aspettiamo la bozza del Recovery che dovrebbe arrivare tra lunedì e martedì e allora potremo capire anche in che modo definire al meglio i capitoli di spesa”.
La digitalizzazione della PA è solo un lato della medaglia, dall’altro c’è il problema legato alle difficoltà che molte aree del Paese hanno ad accedere a internet. Come eliminare il digital divide?
“Uno dei quattro pilastri dell’Ue in termini di digitalizzazione è proprio l’accesso a internet. Si tratta del primo anello della catena che deve garantire ai cittadini di avere gli strumenti utili a interfacciarsi con l’ente pubblico senza difficoltà. Per questo credo serva partire dal lavoro di digitalizzazione degli enti locali e, sempre per questo, presenterò un emendamento alla prossima finanziaria per l’istituzione dell’URP digitale. In questo modo possiamo avviare quel lavoro di sensibilizzazione sui cittadini. E’ un processo che richiede tempo, non può essere immesso bruscamente nel tessuto sociale. Credo che i cittadini debbano abituarsi un po’ alla volta a dialogare con la PA in maniera digitale in modo che nei prossimi due anni il Paese arrivi ad un vero e proprio risorgimento digitale”.
Che pensa della cittadinanza digitale?
“E’ tra gli obiettivi da raggiungere poiché facilitano l’identificazione e quindi rappresentano una garanzia di sicurezza, ma prima bisogna mettere a sistema l’apparato digitale”.
Lei ha anche la delega alla sicurezza: In che modo la digitalizzazione può influire sulla sicurezza di territori spesso disomogenei?
“Puntando su innovazioni idonee al controllo del territorio. Per esempio io sto ipotizzando l’uso dei droni da dare in dotazione a seconda delle peculiarità territoriali. Prima si fa un lavoro di catalogazione delle esigenze delle difficoltà dei vari territori e dopo averle catalogate riusciamo ad avere le idee chiare rispetto alla tipologia di drone che serve per un determinato tipo di controllo e formazione. La formazione che è e resta un altro elemento essenziale per la Pubblica amministrazione”.