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ENEA lancia KEP, il Knowledge Exchange Program per innovare le imprese

L’ENEA, al secolo Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha lanciato il Knowledge Exchange Program (KEP) per rispondere in modo efficace alla domanda di innovazione delle imprese e delle loro associazioni, con la finalità di rafforzare la crescita e la competitività.

Il programma KEP è realizzato in collaborazione con CNA, Confapi, Confartigianato, Confindustria e Unioncamere e propone percorsi di affiancamento, partnership e di supporto, anche personalizzati, e incentrati sulla condivisione delle esigenze e delle problematiche dell’azienda da un punto di vista tecnologico e di sviluppo.

Il KEP di ENEA per le aziende

Per partecipare al programma KEP, ENEA ha individuato sei tematiche di interesse trasversale e condiviso fra le best practice, che sono:

  • ottimizzazione della produzione e dell’uso dell’energia: si svilupperanno progetti di ricerca e di sviluppo di tecnologie innovative correlate ai vari aspetti della produzione di energia (elettrica, termica, ecc.) ed al risparmio dei consumi energetici (e, in ultima analisi, all’incremento della sostenibilità ambientale, della produzione energetica con sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili (FER) ed ottimizzazione dei processi utilizzanti fonti fossili ), in molteplici settori: dai consumi industriali a quelli domestici; dall’ottimizzazione dei consumi in vaste comunità (città intelligenti), ai sistemi di mobilità personale e collettiva a basso impatto ambientale ed energetico.
  • biotecnologie per salute e agroindustria: verrà dato un notevole impulso con una crescente applicazione di metodi scientifici alle pratiche agricole (agricoltura di precisione; ottimizzazione delle risorse idriche; biologia, fisica e chimica delle cultivar; lotta agli infestanti, ai parassiti, alle malattie delle piante) e ai metodi di produzione, conservazione e distribuzione degli alimenti.
  • diagnostica avanzata: il tema riguarda l’integrazione di differenti metodologie diagnostiche e sperimentali finalizzate alla fornitura di servizi tecnologici, incluso il monitoraggio di sistemi complessi. Possono quindi rientrarvi: consulenze tecnico-scientifiche avanzate al sistema industriale, in particolare a supporto delle PMI, nei settori civile, industriale, aerospaziale, ferroviario e per la protezione e la salvaguardia del patrimonio artistico; consulenze per il monitoraggio delle infrastrutture strategiche e per la protezione e conservazione del patrimonio storico artistico e monumentale; diffusione e trasferimento delle conoscenze per la sensibilizzazione sulla sicurezza sismica, la qualità e la sostenibilità dello sviluppo tecnologico; competenze e servizi avanzati nel settore delle interazioni delle radiazioni ionizzanti con materiali, dispositivi e sistemi anche complessi.
  • strumenti medicali ad alta tecnologia: attività di ricerca, sviluppo di processi, metodologie e tecnologie per la comprensione dei meccanismi a livello cellulare e molecolare coinvolti nell’insorgenza di patologie ad alto impatto sociale come quelle oncologiche, infiammatorie, metaboliche e neurodegenerative, per individuare nuovi bersagli terapeutici, nonché strategie e tecnologie innovative per la diagnosi e la terapia. Sviluppo di macchinari per la cura mirata di alcuni tumori (protonterapia).
  • infrastrutture critiche: la protezione di tali sistemi deve necessariamente essere all hazards e riguardare sia la loro integrità “fisica” (distruzioni o danneggiamenti da eventi naturali o anche a seguito di attentati ecc.) che quella “cyber”, vale a dire la perdita di controllo di tali sistemi. I problemi che rendono complessa la protezione delle Infrastrutture Critiche sono legati sia alla loro complessità intrinseca, sia alla loro interdipendenza funzionale: esse si forniscono reciprocamente servizi, quindi il danneggiamento e la conseguente perdita del servizio erogato da uno di essi si ripercuote inevitabilmente sugli altri.
  • tecnologie per i beni culturali: le tecnologie coinvolte sono ad amplissimo spettro e riguardano la vulnerabilità del territorio e del patrimonio storico ed abitativo ai sismi, dissesto idrogeologico, e alle catastrofi naturali in genere, la fisica e la chimica delle operazioni di manutenzione e restauro, i progetti di realtà virtuale, il monitoraggio da remoto dei siti e dei beni, la sicurezza del patrimonio.

Tutti i progetti prevedono l’affiancamento di un knowledge exchange officer ENEA, un ricercatore senior, specificamente formatoin grado di individuare in maniera proattiva le attività, i progetti e le infrastrutture di ricerca più adeguate per soddisfare le esigenze di sviluppo e di competitività dell’azienda aderente al progetto KEP.

Come funziona il progetto KEP

Il team di ENEA parte dalla consapevolezza di dover uscire dal circuito laboratoriale ed incontrare le imprese. Il progetto KEP, pertanto, prevede:

  • l’esplicita adesione al programma da parte delle imprese attraverso la compilazione on-line di un modulo che fornisca le informazioni essenziali per l’identificazione univoca dell’impresa, del suo settore di attività, di un contatto, oltre  all’indicazione della tematica tecnologica di interesse;
  • l’individuazione  di “ambasciatori”,  denominati KEO – Knowledge Exchange Officer, ricercatori o tecnologi senior con competenza sulla tematica di riferimento adeguatamente formati sui temi del  trasferimento tecnologico, della proprietà intellettuale, dello scouting  e del project management.

All’atto dell’adesione dell’impresa al KEP, il KEO di riferimento farà il primo passo attivando un primo contatto conoscitivo e proponendo un primo “appuntamento” nel corso del quale approfondire i temi di specifico interesse,  organizzare incontri con colleghi, visite ai nostri laboratori ENEA o visite in azienda. Il KEO rappresenterà gli occhi e le orecchie dell’impresa all’interno del laboratori dell’Agenzia.

Romolo Napolitano

Giornalista professionista dal 2011 è stato, non ancora trentenne, caporedattore dell’agenzia di informazione videogiornalistica Sicomunicazione. Ha lavorato 3 anni negli Stati Uniti in MSC. Al suo ritorno in Italia si è occupato principalmente di uffici stampa e comunicazione d'impresa. Attualmente è giornalista, copywriter e videomaker freelance. Si occupa, tra le altre cose, di tecnologie, nautica e sociale.

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