“Programma GOL? Finito. Evitiamo gli accanimenti terapeutici e guardiamo al futuro, insieme”

A tu per tu con Nicola Troisi, segretario del Movimento Libero e Autonomo, sindacato datoriale della formazione professionale campana: “Perdere tempo a chiedere proroghe che, siamo sicuri, non arriveranno (e anche arrivassero non sono da ritenersi in alcun modo risolutive), significa solo togliere tempo alla costruzione di un futuro urgentissimo”. Lo spettro di una nuova crisi occupazionale.

“GOL è finito. È il momento di guardare avanti”. La dichiarazione è di quelle che non lasciano spazio a interpretazioni. A parlare è Nicola Troisi, segretario del Movimento Libero e Autonomo delle Scuole di Formazione Autofinanziate, che archivia senza appello la stagione della Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori, il piano nazionale finanziato con fondi PNRR. Per Troisi, ogni richiesta di proroga dopo lo stop confermato a fine anno è un “accanimento terapeutico” che “sottrae tempo prezioso alla costruzione di un futuro sostenibile per la formazione professionale in Campania”.

L’agonia di un sistema a tempo

Il quadro dipinto da Troisi è a tinte fosche. L’ecosistema formativo, che per mesi ha vissuto grazie all’ossigeno dei fondi GOL, si trova ora di fronte a un bivio drammatico. “Stiamo solo prolungando un’agonia”, dichiara senza mezzi termini. “Da gennaio, molti enti dovranno capire come sbarcare il lunario e non possiamo permetterci di arrivare a quella data senza una strategia chiara”.

L’economia generata dal programma, che di fatto ha monopolizzato il settore, secondo il Movimento è “da ricostruire da zero”. Il rischio, paventato da Troisi, è quello di una “catastrofe nella catastrofe in cui gli inoccupati, alla fine, saranno molti dei dipendenti dei nostri associati”.

La ricetta: controlli sul passato e un tavolo per il futuro

La proposta del Movimento si muove su due direttrici chiare e non più rimandabili.

Analisi dei risultati: Il primo passo è una richiesta di trasparenza totale. “GOL ha rappresentato un’opportunità, ma per alcuni il pensiero primario è andato all’occasione ghiotta per accedere a fondi pubblici”, afferma Troisi, puntando il dito contro chi ha approfittato del sistema. La richiesta è netta e rivolta alla Regione: avviare un controllo serio sulla validità del programma e sui risultati conseguiti. “Vogliamo capire cosa è stato fatto e da chi, per distinguere le eccellenze da chi ha semplicemente navigato a vista. Partendo da tutti quegli enti che, guarda caso, chiuderanno i battenti nei prossimi mesi, c’è da scommetterci”.

Costruzione del domani: Perdere altro tempo a rincorrere proroghe “che non arriveranno e non sarebbero comunque risolutive” è un lusso che il settore non può più permettersi. L’appello alle istituzioni, al Direttore Generale e alla politica è perentorio: “L’interlocuzione non è più una scelta, ma una necessità”. Troisi rivendica il ruolo strategico degli enti di formazione – “siamo un cardine del sistema per contenere la dispersione scolastica e per i numeri dell’occupazione” – e sottolinea il paradosso attuale: “Proprio oggi siamo noi a trovarci senza prospettive concrete a tre mesi dalla fine dell’anno”.

La richiesta finale è l’apertura immediata di un tavolo di confronto per disegnare un nuovo modello di sviluppo, stabile e basato sulla qualità, che non dipenda più da fondi emergenziali.

“L’invito a tutti gli enti e le sigle datoriali”, conclude Troisi, “è di concentrare le energie sul futuro del comparto e non sulla fine di GOL. Iniziamo a lavorare insieme per costruire ciò che verrà dopo. È molto più importante del qui e adesso”.

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