Sport, ricchezza e responsabilità: il caso Montecarlo

Vorrei affrontare un tema spinoso, ma quanto mai attuale: la scelta, da parte di molti sportivi di alto livello — pensiamo a tennisti, piloti di moto e auto, golfisti — di trasferire la propria residenza a Montecarlo, il piccolo Principato che, tra yacht e grattacieli, offre un grande vantaggio: l’assenza di imposte sul reddito personale.
Sulla carta, tutto legale. È infatti perfettamente consentito scegliere dove vivere, specialmente per chi viaggia per lavoro tutto l’anno. Tuttavia, la questione che voglio sollevare è un’altra: è anche etico?
Molti di questi sportivi hanno costruito il loro successo grazie ai sacrifici, sì, ma anche grazie a sistemi sportivi nazionali, scuole federali, strutture pubbliche, e – diciamolo – al tifo e all’affetto di milioni di connazionali. Poi, però, una volta raggiunto il successo, decidono di non restituire nulla al proprio Paese in termini fiscali.
Non si tratta solo di cifre: si tratta di responsabilità civile. In Italia, come in molti altri Paesi, le tasse finanziano ospedali, scuole, trasporti, sport giovanile. In un certo senso, è come se lo Stato avesse scommesso su di loro, e ora loro scappassero con la vincita.
C’è una parola per tutto questo: elusione. Non evasione, perché non è illegale. Ma è un modo di aggirare il sistema, di sfruttarne le pieghe, per pagare meno. Molti commercialisti la chiamano “ottimizzazione fiscale”, ma spesso è una forma elegante per dire: “Cerchiamo un modo per non contribuire.”
Certo, alcuni diranno: “Ma guadagnano milioni, perché dovrebbero pagarne la metà in tasse?” La risposta è semplice: perché possono permetterselo, e perché proprio chi ha di più ha il dovere morale di dare di più. Anche questo distingue un campione: la capacità di essere esempio, anche fuori dal campo.
Montecarlo sarà anche una bella città , ma la vera grandezza non si misura in conti bancari. Si misura in scelte coraggiose, trasparenti, giuste.
E forse è arrivato il momento che anche il mondo dello sport (e forse anche della politica) si interroghi su quale messaggio voglia dare ai giovani: quello della furbizia o quello della responsabilità?




