Il Venture Capital italiano, nonostante tutto, avanza. Nel Bel Paese esistono 17mila aziende emergenti, tra startup e Pmi innovative, che rappresentano un vero e proprio volano per la crescita del PIL nazionale e dell’occupazione. Le scaleup, ovvero le startup attive da qualche anno che iniziano a crescere e generare profitti, insieme alle startup più giovani, infatti, danno lavoro a 30mila persone. Le prime, solo nel 2022 hanno raccolto 7,3 miliardi di dollari e generato ricavi per circa 4,4 miliardi di dollari, quasi lo 0,2% del PIL italiano.
Il più recente rapporto “Tech Scaleup Italy” elaborato da Mind the Bridge conferma inoltre, il peso strategico che queste aziende ricoprono per l’economia nazionale, principalmente per 3 ragioni. In primis, crescono del 50% anno su anno e il loro numero è raddoppiato negli ultimi due anni, con un conseguente incremento del 20% di nuovi dipendenti. Infine, si tratta di realtà che offrono un grande contributo in termini d’innovazione alle stesse aziende storiche del tessuto imprenditoriale italiano.
Nonostante la flessione, il Venture Capital resiste
Il nostro paese ospita circa 1 scaleup ogni 100.000 persone, mentre gli investimenti rappresentano lo 0,25% del PIL; dati ancora lontani dalle medie europee, più virtuose, che registrano 3,8 scaleup ogni 100.000 abitanti e investimenti pari all’1,3% del PIL.
Gli investimenti a sostegno di questa economia nascente sono quindi cruciali per il futuro economico e occupazionale del paese. Secondo il Venture Capital Scanner 2024 di Bain & Company Italia, il Venture Capital italiano ha segnato una flessione del 20% rispetto all’anno record del 2022, raccogliendo 1,1 miliardi di investimenti complessivi.
La contrazione, tuttavia, è stata più contenuta, rispetto alla media europea (-41%) e alcuni settori hanno registrato delle crescite interessanti e in controtendenza. È il caso delle startup che sviluppano o impiegano soluzioni di Intelligenza Artificiale Generativa che hanno raccolto 21 miliardi di dollari (+ 4 miliardi rispetto al 2022) a livello globale, dimostrando il crescente interesse per le potenzialità di questa tecnologia innovativa. Il settore Tech è anche il principale beneficiario degli investimenti VC in Italia (31%). A livello geografico, la Lombardia si conferma la regione più florida, in cui si concentra il 64% degli investimenti totali; seguono Piemonte, Trentino Alto-Agide e Toscana.
Proprio in Lombardia e proprio nell’impiego dell’Ai si sta facendo strada la startup Hubique, creata nel 2022 dall’imprenditore milanese Alessandro Gatti e dedicata a rivoluzionare il mondo delle compravendite nel Real Estate. Sono molte le realtà storiche del settore immobiliare che si sono affidate ai sofisticati strumenti digitali, dall’AI alla realtà aumentata e virtuale, proposti dalla startup per elevare sia la qualità del servizio offerto dagli agenti immobiliari, sia l’esperienza d’acquisto del cliente. Solo nell’ultimo anno Hubique ha siglato accordi di collaborazione, per esempio, con FRIMM Retail, con il Gruppo Gabetti e con il portale di annunci economici e raccolta big data Wikicasa.
Alessandro Gatti, da oltre un decennio investe anche in start up, sia personalmente che con la sua holding FG INVEST, che ha sede in Brianza e branch a Miami.
Le startup innovative, ora nella fase scaleup, su cui ha scommesso di recente sono SMACE (Smart work in a smart place), 2Watch attiva nel mondo dell’eSport, fino ad arrivare al Proptech con Wikicasa e Hubique. Mercati in forte mutamento, che si stanno rivelando opportunità promettenti.
“Anticipare le esigenze del mercato è cruciale, per sviluppare soluzioni e risposte che ancora mancano – afferma Alessandro Gatti -. In qualità d’imprenditore, investitore e advisor, trovo stimolante sostenere la creatività di giovani e brillanti talenti, attenti ai nuovi trend emergenti. Queste realtà rappresentano tasselli importanti per la crescita economica del paese, i cui risultati non sono immediati, ma le cui potenzialità richiedono uno sguardo più lungimirante”.
In quanto ai settori sui quali sia utile puntare in un’ottica di investimento, l’esperto suggerisce “di puntare sulla tecnologia, in particolar modo l’AI applicata a tutti gli ambiti, come nel Proptech e nel Fintech. L’Italia ha l’occasione di giocare un ruolo da protagonista in questo campo, grazie al miliardo messo a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti. Con Hubique, che, grazie all’AI sta creando servizi rivoluzionari per il Real Estate, efficientando processi ingessati da decenni, abbiamo ricevuto il supporto d’investitori di altissimo profilo. Per scalare velocemente e offrire all’estero le innovazioni che stiamo creando, però, serviranno capitali importanti”.
Durante il XX Forum del Comitato Leonardo, che ha riunito il 15 maggio istituzioni e rappresentanti della business community, si è parlato del ruolo dell’intelligenza artificiale generativa per aumentare la competitività delle imprese italiane, estendendo il brand “Made in Italy” anche ai settori legati all’innovazione tecnologica.
Secondo lo studio di Accenture, commissionato per l’occasione, sugli impatti dell’intelligenza artificiale lungo tutta la catena del valore,si creerebbe un potenziale aggiuntivo per il PIL di circa 80 miliardi di euro entro il 2030. 50 miliardi sarebbero conseguenza dell’incremento di valore aggiunto prodotto dalla messa a sistema nel made in Italy dell’applicazione dell’IA Generativa.
“Da italiano auspico che anche il settore del Made in Italy (food, turismo, moda) possa trovare i suoi unicorni: non è concepibile che questi mercati, con il talento e la storia che li contraddistinguono, siano in mano agli stranieri (pensiamo ad esempio a Booking, di proprietà olandese). L’Italia deve imparare a fare squadra e supportare le aziende che fanno il bene dell’economia nazionale, come Smace, ad esempio, che organizza esperienze per team aziendali (anche stranieri), mixando vacanza e lavoro (workation), sostenendo il turismo nelle nostre magiche località e diffondendo all’estero l’amore per la nostre terra e cultura” conclude Alessandro Gatti.