Un’interessante scoperta emerge da una recente ricerca condotta dall’Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) in collaborazione con Lombardini22, un’importante società di progettazione italiana. Lo studio, ora pubblicato sui ‘Proceedings of the National Academy of Sciences‘, rivela come l’architettura possa influenzare profondamente la nostra percezione e comprensione degli altri.
L’indagine si è concentrata su un argomento finora poco esplorato: il legame tra spazio architettonico, il movimento delle persone in tale spazio e le relazioni sociali che ne derivano. Questa relazione si basa sull’interessante scoperta che i circuiti cerebrali coinvolti nella codifica dello spazio condividono alcune regioni con quelli che gestiscono la comprensione delle azioni e delle intenzioni altrui, suggerendo un collegamento funzionale.
Il professor Paolo Presti, primo autore dello studio presso il CNR, spiega: “Abbiamo coinvolto i partecipanti nell’uso di caschi per creare esperienze architettoniche dinamiche in ambienti virtuali. Dopo aver percorso vari tipi di ambienti architettonici virtuali, abbiamo mostrato loro avatar con diverse caratteristiche corporee. Durante l’esperimento, abbiamo registrato l’attività elettrica cerebrale dei partecipanti, notando un’attività cerebrale correlata alle caratteristiche corporee dell’avatar, ma anche un’attività più precoce, influenzata dal tipo di esperienza architettonica. In sintesi, più un ambiente architettonico induce tranquillità e rilassamento, più risorse cognitive sono disponibili durante l’osservazione degli altri, mentre ambienti stressanti riducono queste risorse”.
Questi risultati indicano chiaramente che il sistema motorio svolge un ruolo cruciale nel processare le informazioni corporee e spaziali, sottolineando l’importanza di una progettazione architettonica attenta per influenzare positivamente le relazioni sociali.
Davide Ruzzon, fondatore e direttore scientifico di Tuned business unit di Lombardini22, dedicata all’applicazione delle neuroscienze all’architettura, aggiunge: “Utilizzando la realtà virtuale, siamo stati in grado di manipolare le forme geometriche dello spazio e progettare modelli architettonici che hanno suscitato diverse reazioni psicofisiche nei partecipanti. Questo dimostra come la navigazione dinamica dell’architettura influenzi i meccanismi alla base della percezione degli stati emotivi degli altri individui, creando una doppia relazione tra lo spazio e i suoi abitanti”.
Questa scoperta apre nuove strade di ricerca nel campo delle neuroscienze, portando alla luce l’importanza di comprendere appieno come la progettazione degli spazi, come i luoghi di lavoro o i quartieri residenziali, possa influenzare il nostro cervello e, di conseguenza, le nostre relazioni sociali.
Giacomo Rizzolatti e Giovanni Vecchiato del CNR, coordinatori del gruppo di ricerca, concludono: “Dimostrando come una semplice modulazione delle geometrie architettoniche influisca automaticamente sulla cognizione sociale, questo studio apre nuove possibilità di ricerca. Sarà fondamentale comprendere appieno come la progettazione degli spazi che abitiamo influisce sui meccanismi cerebrali alla base delle emozioni e delle relazioni interpersonali”.
Il gruppo di ricerca presso il CNR di Parma è composto da Gaia Maria Galasso, Rita Rossi, Fausto Caruana e Pietro Avanzini (Responsabile della sede), oltre agli architetti di Lombardini22 Ashwanth Ramkumar e Federica Sanchez. Questo studio sfida il nostro modo di pensare all’architettura e offre una nuova prospettiva sulla sua influenza sulla nostra cognizione sociale.