Un’estate calda… anche nei prezzi

L'inflazione colpisce la spesa per l'estate. I numeri elaborati da Codacons su base Istat lo confermano.

El Niño sarà anche passato ma in buona parte dell’Italia il caldo incessante non ha smesso un secondo di farsi sentire. E non è l’unica cosa che sentono – purtroppo – i consumatori dai portafogli sempre più leggeri.

Secondo una elaborazione Codacons dei dati ISTAT, mantenere una dieta fresca o concedersi un momento di giovialità al bar è molto, molto più esoso oggi di appena un anno fa.

Il carrello caldo e leggero

Del resto, che la spirale inflattiva avesse reso i nostri carrelli più leggeri e avesse spostato buona parte degli acquisti verso l’occasione più che verso la ricerca della qualità è un dato già evinto in diverse occasioni. Non cambia quindi il trend ora che le temperature (che hanno anche superato i 40°) impongono acquisti più in linea con i tempi che corrono.

L’ondata di calore che ha investito il nostro Paese ha portato al classico aumento dei consumi di frutta e verdura fresca stimati da Codacons in circa il 20% in più. Gelati e ghiaccioli registrano una crescita degli acquisti del +15% mentre le vendite di acqua in bottiglia si impennano del +25%. Ma, al contempo, sapete quanto ci costa preparare ad esempio la classica ed estivissima insalata di riso in questo momento? Almeno il 32% in più, avvisa l’associazione dei consumatori, rifacendoci solo al prezzo medio di aumento del riso dal 2022 al 2023. Anche pasta e cous cous subiscono un rincaro importante, intorno al +11 percento. Il pesce fresco è fuori dalla vostra portata? Sappiate che anche quello surgelato è aumentato, e anche i frutti di mare in cella freezer costano almeno l’8 percento in più. Diventa dispensivo finanche usare quel filo d’olio d’oliva per condire i nostri piatti freddi: +26,7% per uno dei prodotti simbolo della dieta mediterranea.

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Gli italiani spendono il 17,8% in più per comprare la verdura in questa estate 2023 rispetto all’analogo periodo del 2022. Per la verdura fresca si spende in media il 17,8% in più, con punte del +22% per i cavoli. I pomodori costano il 12,8% in più, mentre la voce radici, bulbi, funghi e altri vegetali (finocchi, carote, cipolle, aglio, asparagi, carciofi) ha subito aumenti medi del 23,6%. Finanche le patate sono rincarate, addirittura del 26,9%. Male anche la frutta fresca: gli aumenti sono in media dell’8,3% con punte del 16% per le arance e del 15,2% per i frutti a bacca (uva, kiwi, more, mirtilli, ecc.). Volete ripiegare su uno yogurt? Male anche lì, per Codacons, che registra un +15,2% di aumento in tal senso.

E per i momenti di svago? Per la coppetta di gelato o la birra in riva al mare con gli amici? Beh, anche qui purtroppo vi toccherà spendere qualcosa in più. I gelati rincarano del 18,9% su base annua, mentre per una birra si spende in media il 13,2% in più (+15,8% per quelle non alcoliche). Le bevande gassate aumentano del 19.5%, i succhi di frutta del 15.8% e sono più cari anche aperitivi alcolici (+10%) e acqua minerale (+11,9%).

In questo panorama non certo incoraggiante, bisogna sperare in un’inversione di tendenza. O in un ritrovato potere d’acquisto.

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