È esplosa la bolla. Lo dicono, spesso in maniera confusa, le associazioni dei consumatori. Se ne accorgono anche le Istituzioni. L’Istat a maggio registrava una media di aumenti del +40% sui costi dei voli e il Garante dei Prezzi Benedetto Mineo nel chiedere lumi alle compagnie aeree ha parlato di rincari “anomali“. Sotto la lente i voli su alcune importanti tratte nazionali. ITA, Aeroitalia, Ryanair, Wizz Air, Malta Air, Easyjet e Neos dovranno “rispondere ufficialmente” entro il 20 luglio (a giochi già fatti per l’estate, va detto) spiegando i motivi dei propri aumenti, anche a fronte di un calo del costo del carburante che avrebbe dovuto in qualche modo limitare la corsa al biglietto più alto. Insomma, un’estate che per parafrasare Eduardo De Filippo “si è presentata come comanda Iddio“.
Siamo ai titoli di coda, alla fine del volo low-cost così come finirono i voli last minute? Lo abbiamo chiesto a Marco Panichi, consulente legale esperto di diritto del turismo e direttore generale di dirittodivolo.it che in questi anni ha difeso i diritti di decine di migliaia di viaggiatori davanti a compagnie granitiche che viste da fuori sembrano colossi inscalfibili.
Marco Panichi, cosa sta succedendo con le compagnie aeree? Quali i motivi a suo parere?
“Il settore turistico, come tutti gli altri settori, ha subito rincari evidenti. Il problema spesso è capire se questi sono i costi reali per servizi di trasporto o se i costi precedenti si sono rivelati insostenibili per gli operatori di settore. Assistiamo a un aumento generalizzato dei prezzi e permangono delle incredibili differenze di prezzo su alcune tratte tra determinate compagnie. Il viaggio low-cost oppure il grande affare per un week-end è diventato ormai un miraggio.
Inoltre ormai il processo di determinazione del prezzo parte da una tariffa per poi vederla crescere notevolmente attraverso il pagamento di servizi (mi viene da pensare ad esempio ai bagagli a mano e assegnazione posti a sedere per le famiglie) che prima erano inclusi nel prezzo. Adesso quasi quasi conviene comprare i vestiti di una vacanza direttamente sul posto piuttosto che pagare i servizi di trasporto di un bagaglio“.
Esistono a suo parere dei reali motivi per cui le compagnie avrebbero dovuto comportarsi diversamente, anche da un punto di vista legale?
“Qualsiasi azienda privata decide autonomamente i prezzi dei propri servizi. La domanda diventa: l’aumento dei prezzi ha portato ad un miglioramento dei servizi? Assolutamente no! Anzi, il numero di disservizi stando ai nostri riscontri è in costante crescita. Va anche detto che molto spesso il disservizio può anche non dipendere dalla compagnia aerea bensì da circostanze eccezionali o disservizi causati da scioperi o problemi con i controllori di voli nazionali ed internazionali oppure dei gestori del singolo aeroporto di partenza o destinazione“.
Quante le colpe dell’Italia in tal senso? Dell’assenza di una compagnia di bandiera che potesse calmierare le tratte ritenute necessarie al limite del servizio pubblico essenziale, invece?
“Conosciamo benissimo la storia delle compagnie aeree italiane, penso che la loro storia valga di più di un mio qualsiasi commento. Oggi la competitività delle compagnie aeree italiane è di fatto ancora non sufficiente a colmare il gap con le compagnie aeree estere che in Italia stanno dominando il mercato“.
La nuova procedura di riforma del trasporto aereo (la Legge sulla concorrenza 118 del 2022 entrata in vigore il 28 febbraio 2023, ndr) che ruolo ha giocato in questa battaglia dei prezzi? E nella tutela del consumatore?
“La nuova riforma del trasporto aereo con l’obbligo di conciliazione delle controversie non ha influito sui prezzi ma certamente ha influito, influisce e avrà forte influenza sulle modalità con le quali le compagnie aeree gestiranno i reclami dei passeggeri e soprattutto sapranno di avere molto più margine per non pagare i risarcimenti dovuti“.
A mio parere la nuova riforma del trasporto aereo, pur con l’intento nobile di risolvere le controversie ante causam senza costi per i passeggeri, non farà altro che lasciare sempre più in mano ai colossi delle compagnie aeree la gestione e l’accettazione o meno delle doglianze dei passeggeri in caso di disservizi senza avere un controparte professionale (che possano essere avvocati, società di gestione gratuita dei diritti dei passeggeri, associazioni consumatori) che possa confrontarsi con la compagnia aerea sui diritti dei passeggeri. Tale nuova fase introdotta ad oggi non prevede compensi per i professionisti che aiutano i passeggeri. Prima i professionisti erano pagati dalle compagnie aeree per un semplice principio: chi sbaglia paga! E paga sia i passeggeri sia i legali o enti che hanno assistito i passeggeri che sono stati costretti a rivolgersi a loro (tra l’altro molto spesso con servizi di assistenza che sono stati in passato sempre gratuiti per i passeggeri)“.
Quindi sostiene che la tutela dei diritti dei passeggeri è fortemente colpita.
“Se non sono previsti più compensi a carico della compagnia aerea per i professionisti per questa fase di assistenza ai passeggeri accadrà inevitabilmente questo:
- i passeggeri non hanno gli strumenti conoscitivi per controbattere alle eccezioni della compagnia aeree;
- le somme basse in gioco renderanno antieconomico rivolgersi ad un professionista che sarà costretto a chiedere una somma (che prima chiedeva ed otteneva dalla compagnia aerea per legge).
Morale della favola: il cliente finale rinuncia a far valere i suoi diritti perché semplicemente antieconomico oppure dovrà aspettare una unilaterale decisione della compagnia aerea. Come è sempre stato con i reclami respinti delle compagnie aeree. Noi di dirittodivolo.it riceviamo tantissime richieste dove la compagnia aerea in prima istanza nega il risarcimento dovuto ai passeggeri, per poi concederlo dopo il nostro intervento. Con la nuova procedura molti passeggeri dovranno fermarsi al primo reclamo o a una conciliazione negativa in caso di diniego del risarcimento da parte della compagnia aerea“.
Cosa comporta tale trasformazione in atto?
“Si parla tanto di come tale riforma farà calare il carico giudiziario: sarà certamente cosi ma semplicemente perché molti passeggeri non vorranno proseguire nel far valere i propri diritti per i motivi indicati in precedenza. E questo, indirettamente, farà ulteriormente aumentare anche i disservizi.
Oggi mi immagino che i ritardi e le cancellazioni degli aerei vengono e verranno accettate come i ritardi e le cancellazioni dei treni che nell’immaginario collettivo rientrano nell’ordinario con risarcimenti previsti dalle normative che non sono sufficienti a ristorare i danni subiti dai passeggeri. Le normative per le tutele dei diritti dei passeggeri dei treni e delle navi ormai sono molto simili a quelle del trasporto aereo dopo tale riforma, pertanto il ragionamento ci fa capire a cosa si arriverà“.
Tornando al caro voli, quali a suo parere le iniziative da mettere in campo per permettere a tutti di volare a prezzi sostenibili o quantomeno frenare questa accelerata sul prezzo?
“Le compagnie aeree rappresentano in ogni caso il motore vero e proprio dell’economia in quanto trasportano persone e merci e gli Stati devono intervenire per magari promuovere iniziative che riducano i costi per queste imprese per poi dopo permettere loro di rendere i prezzi più sostenibili e soprattutto omogenei promuovendo una concorrenza sempre più leale tra imprese di trasporto che operano su mercati diversi, in nazioni diverse con normative sostanziale e fiscali diverse tra loro che inevitabilmente impattano su policy, servizi, gestione e, inevitabilmente, prezzi“.