È Giovanni Apolone, ex direttore scientifico dell’IRCCS ASMN di Reggio Emilia e da circa 8 anni direttore scientifico dell’Istituto nazionale tumori di Milano, il nuovo presidente della OECI. L’elezione è arrivata in queste ore, ed è motivo d’orgoglio per tutta l’Italia. Apolone, che segue alla direzione dell’OECI il professor Thierry Philip dell’Institut Curie di Parigi, resterà in carica per tre anni e terminerà il suo mandato nel 2026.
L’OECI, acroninmo di Organisation of European Cancer Institutes (Organizzazione degli Istitui Europei per la lotta al Cancro), è attualmente considerabile la più grande rete mondiale nel suo genere. Nata nel 1979 come network europeo (da cui il nome) oggi conta circa 130 strutture nel mondo (compresi i 26 Stati dell’Unione Europea) e il suo obiettivo è quello di “coordinare e armonizzare la ricerca in oncologia” per “produrre nuove evidenze scientifiche e strategie cliniche da diffondere alle singole nazioni attraverso i centri aderenti al network“. Obiettivo finale è “contribuire in modo pratico al Piano oncologico Ue per ridurre la mortalità, aumentare la sopravvivenza e migliorare la qualità della vita dei pazienti”.
“Democraticità della scienza” al centro
“Continuità, sostenibilità e inclusione saranno le tre parole chiave per il prossimo futuro, nel quale cercheremo di coinvolgere in modo più attivo tutti i nostri membri per promuovere una rete più interattiva e partecipe, una comunità animata da obiettivi comuni e attività condivise”, commenta Apolone a caldo la sua nomina. “Alcuni temi – continua – saranno al centro del nostro lavoro dei prossimi tre anni: una delle priorità riguarderà l’accesso ai trattamenti, per riuscire a garantire a tutti i pazienti oncologici le cure migliori a prezzi sostenibili; un altro tema prioritario sarà promuovere una maggiore partecipazione e coinvolgimento dei pazienti, per rispondere a quella che è oggi una necessità sempre più sentita nel mondo della ricerca oncologica e in generale dalla comunità scientifica. Questo approccio peraltro molto caro anche all’Int vuole promuovere i principi di democraticità della scienza, di responsabilità e trasparenza, portando avanti una ricerca condotta non ‘verso’ o ‘per’ i pazienti, ma ‘con’ loro e i loro caregiver e rappresentanti”.
“Oltre a garantire continuità e sostenibilità, uno degli obiettivi della mia presidenza sarà quello di ampliare la base dei nostri membri, aprendo l’OECI alle giovani generazioni attraverso la loro inclusione e partecipazione attiva negli organi decisionali e consultivi”, dichiara Apolone. “Ritengo sia necessario sviluppare iniziative ad hoc in questo senso, come la creazione di un Advisory Board di giovani colleghi, e l’istituzione di attività di formazione continua su temi rilevanti per l’OECI come la qualità, lo sviluppo e la gestione di progetti di ricerca, temi di ricerca emergenti e la protezione dei dati e dei pazienti”.
Le sinergie con le altre realtà
L’OECI – spiega l’Int di Milano in una nota – “punterà inoltre ad ampliare le sue attività e a lavorare in sinergia con il Digital Institute for Cancer Outcomes Research (Digicore) e l’European Cancer Patient Coalition (ECPC)”. Digicore è la piattaforma digitale comune creata con l’obiettivo di utilizzare al meglio i dati di real life per garantire ai pazienti una terapia il più possibile ritagliata su misura, in un’ottica di sostenibilità. A guidarla è un altro italiano, Gennaro Ciliberto, direttore scientifico dell’Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma. ECPC riunisce invece oltre 470 associazioni pazienti in Europa ed è presieduta sempre da un italiano, Francesco De Lorenzo, a capo della Favo (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia).