Sul Reddito di Cittadinanza il Ministro Calderone va avanti a colpi di ovvietà

Le richieste di Reddito sono "in calo" dopo le modifiche apportate alla misura dalla Legge di Bilancio. Ma, Ministro, è praticamente ovvio che più è difficile accedere alla misura meno persone la chiederanno!

Farebbero quasi sorridere – se non fossero gravi – le affermazioni dell’attuale Ministro al Lavoro e alle Politiche Sociali Marina Calderone sul Reddito di Cittadinanza, la misura che probabilmente passerà alla storia come tra quelle più discusse nello scenario politico italiano.

In occasione dell’assemblea Conflavoro svolta nelle scorse ore il Ministro ha sottolineato come – in merito al Reddito di Cittadinanza (che, ricordiamo, fra qualche mese sarà sostituito da due misure, lo Strumento di Attivazione e l’Assegno di Inclusione che sono differenziate in base al nucleo familiare e alla capacità di lavorare, ma prevedono importi inferiori) – i numeri delle richieste “sono in calo già sulle novità introdotte con la Legge di Bilancio”.

Il Nuovo Reddito di Cittadinanza e la Legge di Bilancio 2023

Facciamo un passo indietro. Con la nuova Legge di Bilancio è stato introdotto come “cuscinetto” una sorta di Nuovo Reddito di Cittadinanza, con regole più severe: secondo queste, se una persona rifiuta la prima offerta di lavoro, anche se non è considerata adeguata alle sue capacità o se è situata in un’altra parte del paese, perderà il diritto a ricevere il Reddito di Cittadinanza. In altre parole, anche se la prima offerta di lavoro non è adatta o conveniente, se viene rifiutata la persona non potrà più beneficiare del RdC.

Un’altra novità sul Reddito di Cittadinanza nella Manovra 2023 è che a decorrere dal 1 gennaio 2023 l’erogazione ai giovani tra i 18 e i 29 anni sarà condizionata al completamento del percorso della scuola dell’obbligo.

Configurato in tal modo, questo “nuovo” Reddito di Cittadinanza nel corso del 2023 verrà erogato solo per i cosiddetti “occupabili”. Per coloro che invece non lo sono – i cosiddetti ‘lavoratori fragili’ – la tutela andrà oltre il 2023, con nuovi presupposti e meccanismi di funzionamento di cui accennavamo nel paragrafo introduttivo.

Tornando quindi al commento del Ministro, si potrebbe tranquillamente sottolineare quanto lapalissiano sia: a differenza della moltiplicazione dei pani e dei pesci, il Governo Meloni moltiplica solo le sigle delle misure che sostituiranno il Reddito di Cittadinanza, ma diminuisce i soldi messi a disposizione. Ergo, inevitabilmente la platea continua a restringersi di fronte a sbarramenti ingenti all’ingresso della misura. A discapito, ovviamente, delle fasce più povere e fragili della popolazione.

Risparmiare soldi… sulla pelle di chi?

Quando parliamo del Reddito di Cittadinanza e delle persone che potrebbero essere escluse in futuro, non ci riferiamo ai truffatori che hanno approfittato dello Stato a spese di coloro che avevano davvero bisogno di un sostegno finanziario. Personalmente, trovo deplorevole usare il termine “furbetti” per descriverli. 

Il Reddito di Cittadinanza, come immaginato, è una misura imperfetta che andava migliorata nell’accettazione delle domande (con maggiori controlli ex ante) e nella pianificazione di percorsi di avviamento al lavoro o con una presa in carico più puntuale nelle politiche di welfare.

Tuttavia, come si sa, in Italia le risorse sono limitate (e tendiamo a preferire le questioni politiche anziché risolvere i problemi concreti). Spesso la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra, e quando una misura viene adottata senza un’adeguata valutazione non si tiene conto delle difficoltà che i Comuni italiani sono chiamati ad affrontare nella gestione delle pratiche relative al Reddito di Cittadinanza a causa delle risorse umane limitate a loro disposizione.

Il problema, però, è ancora un altro: con un taglio così netto al Reddito di Cittadinanza quanto risparmia lo Stato e -soprattutto – sulla pelle di chi?

Per restituire un dato, secondo l’Osservatorio Statistico dell’INPS, nel dicembre 2022 il Reddito di Cittadinanza ha coinvolto mediamente

Numeri enormi, terrificanti, che riflettono – ripeto: al netto di truffe scovate o da scovare ancora, per le quali si ringraziano le forze dell’ordine e quanti sono attenti nei controlli – un dato allarmante sull’incedere della povertà in Italia. Ad oggi le nuove misure varate dal Governo, riguarderanno almeno 600mila nuclei famigliari in meno, con requisiti più stringenti e tagli irruenti (pari circa a due miliardi e mezzo l’anno, come abbiamo raccontato qui).

Il punto di vista del Governo

Sempre secondo il Ministro Calderone, invece, l’addio al Reddito di Cittadinanza potrebbe essere considerata una manna dal cielo per tutti (esclusi compresi evidentemente):

“Noi abbiamo diviso le platee, siamo intervenuti in protezione dei nuclei considerati fragili e dall’altra parte abbiamo fatto un intervento per gli occupabili a favore della formazione. Con le due platee separate, potremmo avere degli interventi meglio dimensionati”, afferma.

“Sull’assegno di inclusione, interverranno i servizi socio-assistenziali, e sulla parte lavoro metteremo in campo attraverso anche una piattaforma tecnologica, tutti gli strumenti necessari per chi si attiva e vuole fare un percorso di formazione che lo riaccompagni verso il lavoro, gli strumenti serviranno per questo”.

“Non è un caso che abbiamo separato le platea, perché l’intervento che era stato fatto con la legge sul reddito di cittadinanza aveva una difficoltà a dare attuazione alla costola dell’attivazione al lavoro. In questo modo, abbiamo dimensionato un’intervento solo ed esclusivamente sul fronte dell’occupabilitá che poi è il grande tema che ci interessa, perché su questo dobbiamo dare risposte sulle aspettative dei giovani, con interventi a favore dei Neet. E’ una grande scommessa, strumenti nuovi e interazione tra tutte le informazioni e i soggetti che le detengono, credo che sia un elemento determinante”, ha poi concluso Calderone.

Il dato che però si continua a non considerare è: chi pagherà il risparmio dello Stato sulla povertà e come, se avere un ISEE familiare di poco superiore ai 600 euro/mese è considerato motivo di esclusione dalle nuove misure?

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