Il credito di imposta Mezzogiorno del 2023 non è ancora fruibile. E’ questa la denuncia che si leva dall’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, nella figura del Presidente Matteo De Lise. Che spiega:
“Numerose imprese che avevano programmato investimenti a inizio 2023 per beneficiare del Credito di imposta Mezzogiorno, si trovano attualmente in attesa della pubblicazione del software (CIM17) aggiornato da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Questo software è fondamentale per poter richiedere le agevolazioni relative agli investimenti effettuati a partire dal 1° gennaio 2023 e determinante rispetto agli investimenti programmati e in attesa del via libera definitivo: in questo modo si sta creando un blocco a un comparto importante per l’economia del Mezzogiorno e di tutta l’Italia”
Credito di imposta Mezzogiorno, di cosa si tratta
Ma cosa intendiamo quando parliamo di credito di imposta Mezzogiorno? A partire dal 2016 (e successive modifiche, come indicheremo più avanti) è stato istituito un credito di imposta a favore delle imprese che acquistano beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo.
In particolare, il credito di imposta Mezzogiorno è attribuito in relazione agli investimenti realizzati a decorrere:
- dal 1° gennaio 2016 fino al 31 dicembre 2022, per gli investimenti effettuati nel Mezzogiorno;
- dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021, per gli investimenti effettuati nei Comuni delle Regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo colpiti dagli eventi sismici succedutisi dal 24 agosto 2016;
- dalla data del DPCM istitutivo della Zona economica speciale al 31 dicembre 2022, per gli investimenti effettuati nelle ZES;
- dalla data del DPCM istitutivo della Zona logistica semplificata al 31 dicembre 2022, per gli investimenti effettuati nelle ZLS.
Per fruire del credito d’imposta, i soggetti interessati devono presentare all’Agenzia delle entrate un’apposita comunicazione nella quale devono essere indicati i dati degli investimenti agevolabili e del credito d’imposta del quale è richiesta l’autorizzazione alla fruizione. Ma, nel 2023, non vi è ancora traccia del credito di imposta Mezzogiorno:
“La misura, centrale per le strutture produttive del Sud, prevede un credito di imposta pari al 45% per le piccole imprese, 35% per le medie imprese e 25% per le grandi imprese”, rimarca De Lise.
“Una misura che ha avuto successo ed è stata rinnovata di anno in anno: anche la recente legge di bilancio 2023 ha ulteriormente prorogato il credito di imposta Mezzogiorno fino al 31 dicembre 2023 ma, nonostante questo, le imprese sono attualmente impossibilitate ad accederne”, spiega ancora.
Carlo De Luca (consigliere nazionale Ugdcec) sottolinea, a questo proposito, come “le imprese interessate e tutti gli attori coinvolti sperano che l’Agenzia delle Entrate possa pubblicare il software (CIM17) aggiornato al più presto, consentendo così alle aziende di richiedere le agevolazioni che meritano per gli investimenti effettuati nel corso del 2023. Ciò contribuirà ad incentivare lo sviluppo economico delle aree del Mezzogiorno e a sostenere l’attività imprenditoriale nella regione. Siamo fiduciosi che l’Agenzia delle Entrate stia lavorando attivamente per risolvere questa situazione e che saranno adottate le misure necessarie per permettere alle imprese di beneficiare del Credito di imposta Mezzogiorno nel minor tempo possibile”, conclude.