Arriva Agilik, il robottino intelligente che aiuta i bambini a camminare

Parte a Lecco la sperimentazione su Agilik, l'ex robot militare trasformatosi in esoscheletro per i bambini affetti da paralisi cerebrale: promette di migliorare la vita dei piccoli pazienti, un passo alla volta.

Il suo nome è Agilik, la sua natura è quella di essere un robot. In particolare, un esoscheletro militare per aiutare i soldati nelle lunghe traversate per i terreni impervi. Ma il cuore di Agilik è molto, molto di più: parliamo della “seconda vita” del robottino intelligente, trasformatosi da tecnologia militare a strumento di supporto per aiutare i bambini con paralisi cerebrale a camminare.

Cosa sappiamo di Agilik

Agilik è il robot-esoscheletro sviluppato dalla startup canadese Bionic Power, che verrà testato per la prima volta in Europa dall’Irccs Medea – La Nostra Famiglia di Bosisio Parini, in provincia di Lecco. Dopo Atlas – l’esoscheletro indossabile e robotizzato per bambini piccolissimi sviluppato dall’equipe dell’Irccs San Raffaele di Roma e destinato ad infanti avanti problematiche neuromotorie, per consentire loro di camminare e approcciare più serenamente alla vita, anche all’aperto – l’Agilik promette di migliorare la vita dei piccoli pazienti.

E, ancora una volta, dall’Italia, dunque, parte la sperimentazione sulla speciale ortesi robotica che si presenta come un esoscheletro indossabile, è stata registrata come dispositivo medicale dall’Agenzia americana del farmaco Fda e da Health Canada, e ha ottenuto la marcatura Ce come dispositivo medico.

Già sperimentata in Usa (Nih Medical Center, Bethesda) e Canada (BC Children Hospital, Vancouver), ora verrà testata dall’Istituto Medea in bambini e adolescenti dai 5 ai 17 anni con deficit di estensione dovuti a paralisi cerebrale infantile. Il reclutamento è partito, annuncia l’Irrcs, precisando che la partecipazione è assolutamente gratuita. L’impegno richiesto è una seduta settimanale di un paio d’ore, per 10 settimane.

Agilik – raccontano dal centro di Bosisio Parini – in origine è nato come dispositivo per “recuperare energia” dal movimento passivo del ginocchio dei soldati, così da permettere loro di ricaricare batterie marciando. Solo successivamente, grazie a un incontro con alcuni ricercatori dell’Nih Medical Center di Bethesda, è diventato un dispositivo medico che promette di migliorare la vita di moltissimi bambini.

“Agilik è un esempio di ‘serendipity'”, dichiara Gualtiero Guadagni, Ceo di Bionic Power: “Da tecnologia sviluppata per la funzione specifica di ricaricare le batterie sfruttando i movimenti passivi del ginocchio, a sistema per potenziare e affiancare l’azione dei quadricipiti nei bambini con paralisi cerebrale.

Sono entrato in Bionic Power per guidare la transizione della società al mondo medicale e sono entusiasta che la prima sperimentazione al di fuori del Nord America avvenga in una realtà di avanguardia italiana come Astrolab“, il laboratorio di robotica riabilitativa dell’Irccs Medea.

Come funziona Agilik

Nella sua nuova vita, dunque, Agilik è un esoscheletro indossabile che migliora la biomeccanica del passo nei pazienti affetti da ‘crouch gait‘, l’andatura accovacciata caratterizzata da un’eccessiva flessione di anca e ginocchio – descrivono dall’Irccs Medea – che è uno dei più comuni “pattern” del cammino in bambini con paralisi cerebrale infantile.

L’esoscheletro motorizzato può assistere o resistere al movimento durante il cammino, in modo da facilitare l’estensione del ginocchio. I ricercatori lecchesi vogliono esaminare in particolare le modifiche funzionali, cinematiche e di attivazione muscolare dell’arto inferiore durante la deambulazione con Agilik, rispetto al cammino senza esoscheletro.

“Presso Astrolab abbiamo avanzate tecnologie di valutazione funzionale e di simulazione dei contesti reali in cui Agilik potrà essere testato in sicurezza per i pazienti pediatrici”, afferma Giuseppe Andreoni, responsabile dell’area di ricerca Innovazioni tecnologiche in riabilitazione dell’Istituto Medea. Con lui seguirà operativamente il progetto l’ingegner Emilia Biffi: “Affronteremo temi metodologici e tecnologici ad alta complessità – evidenzia – per una validazione strutturata di una innovazione che potrebbe avere una importante ricaduta clinica”.

“Sempre più numerose sono le tecnologie a disposizione dei pazienti – osserva Cristina Maghini, fisiatra responsabile dell’Unità operativa Patologie neuromotorie del Medea – E’ fondamentale, per chi fa ricerca in ambito clinico, verificare in modo rigoroso efficacia e sicurezza di queste tecnologie. Agilik potrebbe rappresentare una soluzione assistiva o riabilitativa per i bambini con paralisi cerebrale infantile che presentano un deficit di estensione al ginocchio. Questo è proprio l’obiettivo del trial in avvio”.

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