Il voto sul blocco della vendita di veicoli a benzina o diesel di nuova immatricolazione a partire dal 2035 è stato rinviato a data da destinarsi. La riunione dei Rappresentanti Permanenti aggiunti dei 27 non ha incluso la proposta nell’agenda dei lavori.
Uno stop che la presidenza svedese del Consiglio europeo ha reso noto in queste ore non senza sottolineare che l’Italia, insieme a Germania, Polonia e Bulgaria (che si era astenuta a novembre), si è opposta alla proposta.
Lo stop al cronoprogramma
Nelle intenzioni dell’Eurozona, la nuova legislazione sulle auto a zero emissioni aprirebbe la strada alla neutralità carbonica per le autovetture e i veicoli commerciali leggeri entro il 2035, mirando a ridurre del 100% le emissioni di CO2 delle autovetture e dei furgoni nuovi rispetto al 2021 per l’intero parco veicoli dell’Europa unita. Gli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 erano stati fissati non più tardi di due settimane fa al 55% per le auto e al 50% per i furgoni.
Il testo doveva essere approvato definitivamente dal Consiglio prima di essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. In queste ore, invece, la corsa verso lo stop ai veicoli benzina e dieser si interrompe.
Secondo Dana Spinant, portavoce della Commissione, la proposta è stata avanzata sulla base della neutralità tecnologica e dell’obiettivo di raggiungere il Net Zero. La Commissione – fanno sapere fonti comunitarie – sta “esaminando le nuove preoccupazioni emerse” per valutare “il percorso migliore da seguire”.
La reazione dell’Italia
Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha commentato a caldo il rinvio – a data da destinarsi – della decisione sulla proposta di blocco della produzione e commercializzazione di veicoli a benzina e diesel dal 2035.
Ha affermato che “l’Italia ha una posizione molto chiara”, ovvero che l’elettrico non può essere l’unica soluzione per il futuro. Inoltre, ha sostenuto che puntare sui carburanti rinnovabili è una soluzione strategica e pulita, che consente di raggiungere importanti risultati ambientali senza ripercussioni negative sulla produzione e sull’occupazione.
Pichetto Fratin ha aggiunto che “la decarbonizzazione del settore dei trasporti rimane un obiettivo prioritario”, ma “deve tenere conto delle peculiarità nazionali e delle tempistiche compatibili con lo sviluppo dell’industria automobilistica”. Il Ministro si augura che questo rinvio possa consentire ad altri paesi e alle istituzioni europee di riflettere ulteriormente su un tema così importante per cittadini e imprese.
L’agguerrita Polonia
Ma tra i Paesi più agguerriti in assoluto sul tema c’è da registrare la Polonia. Alla nuova regolamentazione il Paese polacco contesta l’aumento dei costi per i cittadini. Secondo fonti diplomatiche europee, la legislazione dell’UE dovrebbe per il Governo di Varsavia “incentivare i produttori di auto a offrire veicoli a emissioni zero al minor costo possibile per i cittadini, alleviando l’onere sui consumatori”.
La normativa, inoltre, dovrebbe anche “tenere conto delle diverse situazioni degli Stati membri e garantire che non ci siano ulteriori stratificazioni sociali, povertà o esclusione”.