Napoli città del futuro? Sembra piuttosto un ritorno al passato quello a cui stiamo assistendo in questo inizio d’anno 2023.
Mi torna in mente l’immagine di Piazza del Plebiscito, uno degli spazi all’aperto più suggestivi del mondo, riempita di auto e ridotta a parcheggio di bus. La ricordo perché mi sembra l’icona perfetta della direzione verso cui stiamo andando: via libera alle auto (e siamo oltre un milione di abitanti solo nei confini cittadini) e ai parcheggi, nessun piano serio di potenziamento – invece – dei mezzi pubblici che restano sempre più un’utopia in questa città.
Impossibile spostarsi coi mezzi pubblici
Basti pensare che per spostarsi dalla zona del Museo nazionale a via Poggioreale ci vogliono tre bus oppure una metropolitana e un bus. Da Capodimonte sempre tre bus, dal Vomero uno che passa ogni ora. E sono stati tolti (anche se temporaneamente) anche i tram, che già vediamo come un miraggio, visto che nella zona dello stazionamento (più o meno nei pressi del cimitero di Poggioreale) ne stazionano per almeno mezz’ora due-tre insieme.
Poche le buone notizie su questo fonte. Il sindaco Manfredi ha esplicitamente dichiarato che entro due anni arriveranno grazie ai fondi del PNRR 253 bus elettrici che si aggiungeranno ai 150 ibridi già in circolazione. Sono poi ripresi i lavori di scavo della Linea 1 bloccati dal crollo di una parte del cimitero.
Di contro, la funicolare di Chiaia è già chiusa da tempo per la revisione di routine e senza una data certa di riapertura e nel 2024 potrebbe chiudere per lo stesso motivo anche quella di Montesanto. Ritardi anche per la Linea 6 per un permesso ministeriale che non arriva. Per non parlare dei treni della metro linea 1. Ad Atene i tempi di attesa sono di 3 minuti; qui se si raggiungeranno i 9 minuti (come rassicura l’assessore alle Infrastrutture Edoardo Cosenza sempre a mezzo stampa) sarà un miracolo. Poi per evitare ingorghi per i lavori a via Colombo, si fermano i tram e si apre alle auto.
E noi rispolveriamo il piano parcheggi?
E invece di occuparci seriamente dei trasporti, si rispolvera il piano parcheggi. Mentre dappertutto si adottano strumenti di deterrenza per disincentivare l’ingresso delle auto nei centri cittadini, l’assessore Cosenza rispolvera il piano parcheggi di 13 anni fa per attirarle.
Anziché pensare a come è bello arrivare con l’auto a Plaza Mayor (esempio citato dall’assessore per motivare il rispolvero del piano parcheggi) perché non si prende ad esempio Madrid come città dove passa una metro ogni minuto, dove la mobilità sostenibile è da tempo una realtà concreta e dove si può andare ovunque col trasporto pubblico?
In piena emergenza climatica, testimoniata da eventi anomali di intensità inedita sempre più frequenti e della quale si ha certamente più consapevolezza oggi rispetto al passato, servono invece più Ztl, più aree pedonalizzate, più piste ciclabili e più trasporto pubblico. Soprattutto in una città come Napoli dove oltre la metà delle auto è vecchia e inquinante. Molti tra quelli che ci hanno votato* si immaginano una Napoli più verde, meno inquinata, più a misura d’uomo e non certo la riproposizione di modelli che risalgono a oltre mezzo secolo fa e che è necessario superare.
Mi piacerebbe avere i parcheggi, magari in zone di interscambio in modo da poter proseguire il viaggio con i mezzi pubblici. E se questi sono al momento chiaramente insufficienti si acceleri un piano serio, in modo da dare una svolta piuttosto che bloccare punti critici della città per anni.
* Sergio D’Angelo è stato candidato a Napoli a sostegno del sindaco Manfredi, nota della redazione