“I professionisti si pongono a sostegno di famiglie, consumatori, imprese ed enti per attivare tutte le misure messe in campo da Governo e Parlamento per fronteggiare lo scenario economico generato dalla guerra in Ucraina. Gli impatti dello shock bellico sull’attività produttiva, diretti e indiretti, sono stati ampiamente registrati. L’attuale momento storico, caratterizzato da una dinamicità e variabilità di fenomeni contrattuali e finanziari: aumento dei costi delle materie prime, caro energia e aumento dei tassi d’interesse; rischia di creare gravi problemi nella funzionalità degli apparati pubblici, e nelle filiere produttive e del commercio già messe a dura prova dalla situazione pandemica”.
Lo ha reso noto Eraldo Turi, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, in occasione de “La gestione dei rischi emergenti: caro materie prime, bollette energetiche e aumento dei tassi d’interesse”.
Il perdurare della crisi energetica, infatti, insieme al cambio di intonazione della politica monetaria potrebbero causare una decelerazione dell’economia mondiale, avverte l’Ocse, erodendo la capacità di spesa degli Italiani che, secondo le stime di Confesercenti, si avviano a perdere, nella sola seconda metà del 2022, 12,1 miliardi di potere d’acquisto, circa 470 euro in meno a famiglia in soli sei mesi.
“A ciò si aggiunge – ha aggiunto Turi – che circa il 36% delle imprese soprattutto le piccole e medie, prevede di essere costretta ad aumentare i prezzi finali dei propri prodotti per sostenere l’incremento dei costi del settore energetico in crescita rispettivamente del +131% per l’energia elettrica e del +94% per quello del gas rispetto allo stesso periodo del 2021”.
A peggiorare il quadro economico sfavorevole le prassi scorrette degli operatori. Nonostante il divieto previsto dall’art. 3 del Decreto Aiuti bis che sospende fino al 30 aprile 2023 ogni eventuale clausola contrattuale che consente all’impresa fornitrice di energia elettrica e gas naturale di modificare unilateralmente le condizioni generali di contratto relative alla definizione del prezzo, alcune società, ignorano tale divieto imposto dalla Legge e stanno avendo comportamenti scorretti.
“Le segnalazioni dei consumatori – ha evidenziato Vincenzo Tiby, consigliere Odcec Napoli – hanno fatto scattare un ‘ammonimento’ da parte delle Authority che hanno ribadito come l’utilizzo improprio di alcuni strumenti non è consentito dalla Legge. Troppi consumatori si sono visti addebitare fatture con importi alle stelle e molti sono rimasti senza luce e gas, senza alcun preavviso.
“Diviene logico, pertanto, in questo contesto esaminare la stretta interdipendenza tra ‘ius variandi’ del bilancio e ‘ius variandi’ dei contratti, per le indubbie criticità concernenti le variazioni dei costi per enti e imprese che avranno effetti su tutte le filiere produttive, con conseguente aumento del prezzo delle materie prime. Per questo è necessario anche rivedere le condizioni economiche dei contratti e dei bandi di gara secondo quanto regolamentato dall’Anac, unitamente è importante rinegoziare le condizioni economiche a seguito dell’aumento dei tassi”.
“Il caro tassi d’interesse, infatti, frutto di una diversa intonazione della politica monetaria – ha sottolineato Tiby -, appesantisce i debiti creando effetti sistemici di indebitamento diffuso di famiglie e imprese che rischiano il default anche considerate le nuove regole EBA e i meccanismi di regolazione bancaria sempre più stringenti”.
Secondo il sindacato Fabi su elaborazione dati Banca d’Italia i prestiti totali erogati dalle banche a famiglie e imprese in tutta Italia ammontano a maggio 2022 a 1.342 miliardi di euro, 81 miliardi in più di fine 2019, ultimo anno prima del Covid, con un incremento del 6,2%. In particolare, i prestiti alle famiglie sono cresciuti del 6,7% a quasi 673 miliardi di euro e, al loro interno, i mutui per la casa hanno visto un balzo del 9% da 383 a 417 miliardi di euro, 34 miliardi in più.
“I consumatori e le piccole imprese – ha evidenziato Stefania Linguerri, presidente della Commissione di studio tutela del consumo dell’ordine partenopeo – rischiano di pagare un prezzo altissimo e a catena l’intero sistema economico e finanziario. In tale contesto assume rilevanza la regolamentazione della concorrenza tra regole per le imprese e gli interessi dei consumatori fattore imprescindibile per la tenuta dei consumi e dell’economia. L’attuale condizione geopolitica e la conseguente crisi del mercato energetico fa emergere l’esigenza di accelerare drasticamente la transizione energetica, in linea con regolamentazioni presenti e future, e inaccordo alla domanda da parte di investitori e consumatori sempre più attenti ed esigenti rispetto a temi di sostenibilità. La transizione energetica seppur accettata e condivisa rischia, però, di porci di fronte ad investimenti che potrebbero incidere maggiormente sulle categorie più deboli rallentandone i processi di sviluppo, sarebbe necessario procedere di pari passo con un’efficace politica di tutela dei consumatori. I consumatori anche in questo caso avranno un ruolo centrale a partire dalle comunità energetiche. Tutela dei consumatori e transizione energetica – conclude Linguerri – dovrebbero camminare di pari passo in questi processi di sviluppo ed evoluzioni del mercato i professionisti possono svolgere un ruolo determinante ai professionisti sono richieste competenze sempre più trasversali perché le aziende necessitano di nuove strategie, processi e competenze specifiche in quanto operano in mercato globale aggressivo e connesso, nello stesso tempo i consumatori si palesano sempre più vulnerabili necessitando di una controparte qualificata che li affianchi nelle scelte economico finanziarie e di mercato”.