Arriva oggi la notizia che in molti aspettavano: il Fondo Nuove Competenze, quello dedicato alla formazione, al reskilling e all’upskilling dei dipendenti delle aziende italiane, è stato rinnovato e rimodulato. Le principali novità, infatti, riguardando il plafond complessivo di un miliardo (rispetto ai 730 milioni del biennio 2020 – 2021) e le “materie” di studio: il nuovo Fondo Nuove Competenze sarà orientato al sostegno della transizione digitale ed ecologica.
A cosa serve il Fondo Nuove Competenze
Il Fondo Nuove Competenze, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo e dai contributi dello Stato, permette di pagare le ore di stipendio del personale in formazione purché per questi vi sia un aggiornamento delle competenze o l’acquisizione di nuove qualifiche in linea con il contesto lavorativo in cui operano.
Istituito con l’art. 88 comma 2 del Decreto-Legge n. 34/2020 prevedeva, nello scorso biennio, risorse per 730 milioni per le annualità 2020 e 2021. Fino a questo momento era attesa la proroga o il rinnovo del Fondo Nuove Competenze, che vedrà un plafond da un miliardo di euro nella sua prossima riformulazione.
A darne notizia è stato il Ministero delle Politiche Sociali e del Lavoro, preannunciando però che solo nel mese di ottobre uscirà l’avviso per le aziende per candidare i progetti di formazione. Il decreto, firmato dal Ministro Andrea Orlando, è al vaglio del MEF per la copertura economica.
Cosa finanzia il nuovo Fondo Nuove Competenze
Come avevamo già spiegato, nel regolamento finora in auge del Fondo Nuove Competenze era necessario che i datori di lavoro privati stabilissero, entro fine giugno 2021, accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale dalle associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, ovvero dalle loro rappresentanze sindacali operative in azienda, con la finalità di favorire percorsi di ricollocazione dei lavoratori intra muros ed extra muros destinando le ore in riduzione dell’orario di lavoro a percorsi di sviluppo delle competenze dei lavoratori.
Successivamente, il regolamento del Fondo Nuove Competenze prevedeva la redazione di un progetto in cui andavano indicate le ore e le materie oggetto di approfondimento e formazione per i lavoratori. Il pagamento della cifra dovuta all’azienda, inoltre, poteva avvenire a saldo oppure in tranche separate.
Secondo quanto comunica oggi il Ministero, cambierà nella nuova riformulazione del Fondo Nuove Competenze l’orientamento della formazione, rivolto adesso alla creazione di competenze digitali e green al fine di orientare selettivamente le risorse pubbliche al conseguimento dei risultati attesi del PNRR.
Il quadro di riferimento per le competenze digitali sarà il Dig comp EdU mentre per le competenze utili alla transizione ecologica si fa riferimento alla classificazione Esco.
Fra le principali novità, inoltre, vi è il rafforzamento della qualità ed efficacia dei programmi formativi: i fondi interprofessionali costituiranno il canale di accesso privilegiato al Fondo Nuove Competenze ma per i datori di lavoro che non possono accedervi la formazione dovrà essere erogata da enti accreditati a livello nazionale o regionale. Non potrà essere soggetto erogatore della formazione la medesima impresa che ha presentato istanza di accesso al Fondo.
Inoltre, il Fondo Nuove Competenze coprirà i costi del 100% dei contributi assistenziali e previdenziali (al netto degli eventuali sgravi contributivi fruibili nel mese di approvazione dell’istanza di accesso al Fondo) e del 60% della retribuzione oraria delle ore destinate alla formazione.
È poi prevista una premialità per chi intraprende percorsi di riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario: in caso di accordi che prevedano, oltre alla rimodulazione dell’orario finalizzata a percorsi formativi, anche una strutturale riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione complessiva, la quota di retribuzione finanziata dal fondo sarà pari al 100%.
Anpal, l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, sarà responsabile della gestione della misura e pubblicherà nel mese di ottobre l’avviso che consentirà alle aziende di candidare i loro progetti.