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Stelle degli alberghi, come si calcolano? Anche in Italia il test HSU

Da sempre uno dei "misteri" per chi prenota viaggi e vacanze, l'assegnazione delle stelle in realtà è ancora legata a valutazioni locali individuali. In queste ore però Hotelstars Union ha "aperto" gratuitamente l'autovalutazione in italiano per gli albergatori del nostro Paese. Un primo passo verso una standardizzazione a livello comunitario?

Spesso e volentieri abbiamo scelto gli alberghi in base al numero di stelle. E spesso siamo rimasti anche incredibilmente sorpresi da quanto un 2* potesse essere un piccolo gioiello o al contrario un 4* potesse essere invece decadente o lasciato a sé stesso.

È un argomento particolarmente dibattuto, anche perché siamo portati a credere che – siccome nel mondo globalizzato quasi tutti i Paesi usano valutazioni che vanno da 1 a 5 stelle per la classificazione delle strutture ricettive – esista uno standard mondiale. In realtà non è così. Sebbene l’obiettivo principale rimanga quello di fornire agli ospiti o possibili tali un’indicazione della qualità e del livello dei servizi offerti dall’hotel, esistono differenze di massima tra i vari sistemi di classificazione.

Così, ad esempio, se negli Stati Uniti la presenza di una piscina o di un centro fitness può valere la differenza di stelle tra due strutture simili, negli Emirati Arabi Uniti (dove la classificazione è obbligatoria e demandata alla Tourism Authority) questi sono considerati quasi standard e, addirittura, per andare oltre hanno dovuto sfondare il limite delle cinque stelle per inserire in una categoria a sé stante i “palace” (avrete sentito parlare dell’Emirates Palace di Abu Dhabi, della sua cupola principale alta 72 metri e ricoperta da foglia d’oro e del bancomat che anziché distribuire banconote eroga lingotti d’oro, no?).

Come si assegnano le stelle agli alberghi in Italia?

Ma torniamo ai nostri confini. Come si calcolano le stelle degli alberghi? In Italia, le stelle degli alberghi sono assegnate in base a una serie di regole e normative stabilite dal Ministero del Turismo note con il nome di “Classificazione alberghiera“. Il sistema di classificazione va da una stella fino a cinque stelle, con criteri che valutano la qualità dei servizi, la struttura dell’hotel e la gamma di servizi offerti.

Un tempo in capo al Ministero dello Sviluppo Economico, tramite l’Organismo di Certificazione del Sistema Qualità degli Alberghi e delle strutture ricettive turistiche o più semplicemente OCSQ (ora semplice organo di controllo valutativo), ora la classificazione alberghiera in Italia è gestita dalla Regione e la procedura di assegnazione delle stelle agli alberghi è fatta tramite la richiesta di accreditamento al registro alberghi della regione di appartenenza. La classificazione viene poi effettuata da appositi organi di controllo autorizzati dalla Regione. A livello locale, inoltre, è possibile ottenere altri riconoscimenti e aderire ad altre classificazioni: un esempio il “Marchio Ospitalità Italiana” delle Camere di Commercio locali, che identifica le strutture ricettive che rispettano determinati standard di qualità.

Per ottenere la classificazione per stelle, comunque, gli alberghi in Italia devono soddisfare una serie di requisiti obbligatori come ad esempio la presenza di bagni privati in camera, sistemi di aria condizionata e riscaldamento, servizio di reception H24 e ancora accesso a Internet, pulizia giornaliera delle camere e colazione inclusa nel prezzo. A questi requisiti si aggiungono dei requisiti facoltativi, che permettono agli alberghi di acquisire una classificazione superiore e di offrire una maggiore gamma di servizi.

Insomma, il sistema è comunque estremamente frammentario.

Qual è lo scopo del sistema HSU?

La Hotelstars Union (HSU) è un’organizzazione che raggruppa i sistemi di classificazione delle stelle per gli hotel in Europa. L’HSU è stata fondata nel 2009 da alcune associazioni nazionali di albergatori europei, con l’obiettivo di creare una classificazione armonizzata a livello europeo per gli hotel, ed attualmente adottata da 20 Paesi: Austria, Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Olanda, Svezia e Svizzera (dalla sua fondazione) e Estonia (2011), Lettonia (2011), Lituania (2011), Lussemburgo (2011), Malta (2012), Belgio (2013), Danimarca (2013), Grecia (2013), Liechtenstein (2015), Slovenia (2017), Azerbaigian (2020), Georgia (2021) e Polonia (2022).

Insomma, l’obiettivo è armonizzare, quantomeno a livello europeo, l’assegnazione delle stelle facendo riferimento a standard comuni.

L’Italia non è ancora entrata nell’HSU. Ma in queste ore l’Hotelstars Union ha reso noto che il test di autovalutazione in base ai criteri HSU è disponibile anche in lingua italiana. Gli albergatori potranno svolgerlo in totale autonomia collegandosi a questo link e scoprendo in maniera totalmente gratuita quante stelle spetterebbero al loro albergo in base agli standard HSU. Il tutto con l’applauso della nostra Federalberghi che promuove l’iniziativa.

L’invito ad autovalutarsi arriva direttamente da Markus Luthe, presidente dell’Hotelstars Union. “Ciò è particolarmente interessante per gli hotel con ospiti internazionali – spiega Luthe – in quanto la comparabilità transfrontaliera delle stelle offre un valido aiuto per orientarsi nella scelta dell’hotel”. Ed è vero, stando a quanto ricorda Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi: i cittadini dell’Europa del Nord, che sono tra i più affezionati clienti degli hotel italiani, sono sempre più spesso abituati a scegliere l’albergo utilizzando i criteri HSU. Insomma, se non proprio un passo deciso in direzione dell’ingresso in HSU anche da parte del nostro Paese, comunque un invito a rifletterci.

Enrico Parolisi

Giornalista, addetto stampa ed esperto di comunicazione digitale, si occupa di strategie integrate di comunicazione. Insegna giornalismo e nuovi media alla Scuola di Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa. Aspirante re dei pirati nel tempo libero.

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