Un circolo virtuoso fra mondo della ricerca ed ecosistema industriale e imprenditoriale: è quello che si augura il Governo, ma anche Confindustria, con il supporto delle azioni previste dal Piano di Ripresa e Resilienza.
E gli attori in gioco si dicono pronti a fare la propria parte: di questo si è discusso nel corso dell’incontro fra Ministero dell’Università e la Confederazione generale dell’industria italiana sul tema “Pnrr: Dalla Ricerca all’Impresa. Puntare sulle partnership pubblico privato” per illustrare i risultati già raggiunti e le opportunità di partecipazione e coinvolgimento per tutte le imprese.
A tal proposito, il Ministro dell’Università e della Ricerca, Cristina Messa ha commentato:
“Stiamo scrivendo insieme l’inizio di un nuovo modello di ciò che sarà la ricerca in Italia che si candida a essere anche esempio in Europa. Abbiamo investimenti e abbiamo tolto vincoli che per anni hanno reso difficile un rapporto solido e costruttivo tra pubblico e privato. Gli strumenti ci sono tutti: abbiamo creato le basi per un nuovo sistema di collaborazione in grado di creare filiere di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico per l’Italia del futuro”.
Il PNRR, la ricerca, le imprese: a che punto siamo?
Entra nel vivo la fase operativa per il coinvolgimento del mondo delle imprese nei bandi del Pnrr, nell’ambito della Componente “Dalla ricerca al business” della Missione “Istruzione e Ricerca” del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
“Il Pnrr svolge un ruolo determinante come acceleratore della strategia dedicata ai temi della Ricerca e Sviluppo. Si tratta di un importante progetto Paese che richiede la partecipazione di tutto il sistema pubblico di ricerca e di tutte le imprese, di ogni ambito e dimensione, potendo contare su una rafforzata partnership pubblico-privato in tutte le fasi dei progetti, dall’ideazione alla realizzazione”, ha detto Francesco De Santis, Vice Presidente per la Ricerca e lo Sviluppo di Confindustria.
Saranno finanziati 5 nuovi Centri Nazionali per la ricerca in filiera, 11 Ecosistemi dell’innovazione a livello territoriale per creare o rafforzare 49 Infrastrutture di ricerca e tecnologiche di innovazione. Dopo l’assegnazione con procedure competitive per un valore complessivo di 4,3 miliardi si apriranno progressivamente nuove opportunità per piccole e medie imprese sui temi: mobilità sostenibile; Agritech, Simulazioni, calcolo e analisi dei dati ad alte prestazioni; Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a Rna; Bio-diversità; digitale, salute, beni culturali, aerospazio, manifattura, energia, green.
“Il Pnrr-Ricerca è un piano ambizioso nel merito e nel metodo, individua chiaramente i gap che hanno da sempre bloccato il Paese e mette in atto riforme ed interventi per risolverli. Il ruolo delle imprese – ha sottolineato De Santis – torna al centro. Confindustria condivide l’impostazione del PNRR e sta operando in stretta collaborazione alla sua realizzazione assicurando una partecipazione ampia e qualificata del sistema produttivo.
Le imprese stanno facendo la propria parte: nel corso del ventennio 2000-2020 hanno raddoppiato l’investimento in R&S, con una significativa accelerazione soprattutto nel corso dell’ultimo decennio. Aumenta anche il personale impegnato in attività di R&S nel settore privato +7,4% di ricercatori nel 2019 rispetto al 2018.
Questa volta non abbiamo davvero alternativa: se vogliamo, come Europa e Italia, riuscire a vincere le sfide presenti e future dobbiamo dominare le tecnologie e applicare. Un obiettivo che si raggiunge solo lavorando insieme con obiettivi chiari, risorse adeguate e tempi definiti. Per questo dobbiamo tutti collaborare per la sua riuscita”.
È intervenuta in apertura dei lavori il Direttore Generale di Confindustria, Francesca Mariotti, che ha detto: “Il Pnrr-Ricerca rappresenta una occasione unica di sviluppo per instaurare il circolo virtuoso tra ricerca, innovazione e sviluppo economico. Specie in queste giornate di assoluta incertezza per il Paese è essenziale continuare a sostenere le imprese che hanno scelto la strada virtuosa della ricerca e se possibile ampliare la platea di quelle che hanno incrementato gli investimenti. Infine, cruciale sarà rafforzare la sinergia tra ricerca pubblica e privata”.