Bollette, nuovo intervento contro i rincari: aiuti per famiglie e imprese

Il Consiglio dei Ministri ha appena approvato un nuovo intervento contro il caro bollette: vista la spirale di aumenti che ancora riguarda l’energia e il gas, il Governo ha infatti deciso di prorogare anche nel terzo trimestre del 2022 le misure di contenimento.

Parliamo del decreto-legge “Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale per il terzo trimestre 2022 e per garantire la liquidità delle imprese che effettuano stoccaggio di gas naturale” per il quale, secondo la bozza, è prevista una cifra che si aggira attorno ai 3 miliari di euro.

Bollette, cosa ha deciso il Governo

Sul caro-bollette, quindi, il Governo si è espresso sulla proroga del taglio dei costi per famiglie e imprese: in particolare, per il terzo trimestre del 2022 (giugno, luglio e agosto) è previso – si apprende da fonti di stampa – l’azzeramento degli oneri di sistema nel settore elettrico e per il gas, con la riduzione dell’IVA confermata al 5%. 

Per le famiglie, dunque, è certamente ipotizzabile la proroga del bonus sociale energia elettrica e gas per tamponare l’aumento dei costi dovuti alla gestione dell’energia.

L’articolo 1, sul contenimento dei rincari delle bollette elettriche, prevede l’annullamento degli oneri generali di sistema “anche connesse in media e alta/altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico”, si legge nel testo.

Si applicano, inoltre, anche alle imprese che effettuano stoccaggio di gas naturale le misure temporanee per il sostegno alla liquidità delle imprese (tramite garanzie prestate da Sace) introdotte con il Decreto Aiuti del 17 maggio scorso che prevede, previa autorizzazione della Commissione europea, la concessione fino al 31 dicembre 2022, garanzie in favore di banche e altri soggetti abilitati all’esercizio del credito per finanziamenti sotto qualsiasi forma concessi alle imprese che debbano fronteggiare esigenze di liquidità riconducibili alle conseguenze economiche negative derivanti dalla crisi ucraina, ivi compresa la necessità di aprire credito a supporto delle importazioni di materie prime o fattori di produzione la cui catena di approvvigionamento sia stata interrotta o abbia subito rincari. 

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