Perché Elon Musk vuole Twitter?

«I made an offer». Con questo cinguettio Elon Musk ha annunciato di aver depositato un’offerta alla SEC, la Securities and Exchange Commission, per l’acquisto di Twitter. Nel concreto, l’uomo più ricco del mondo, il CEO di Tesla e Space X, ha offerto 54,2 dollari per ogni azione, un prezzo che supera del 54% quello che lui stesso ha pagato quando ha iniziato a creare il suo pacchetto azionario che ad oggi rappresenta il 9,2% del totale delle azioni di Twitter.

«I made an offer» (ho fatto un’offerta). Con questo cinguettio Elon Musk ha annunciato di aver depositato un’offerta alla SEC, la Securities and Exchange Commission, per l’acquisto di Twitter. Nel concreto, l’uomo più ricco del mondo, il CEO di Tesla e Space X, ha offerto 54,2 dollari per ogni azione, un prezzo che supera del 54% quello che lui stesso ha pagato quando ha iniziato a creare il suo pacchetto azionario che ad oggi rappresenta il 9,2% del totale delle azioni di Twitter

Il rapporto tra Musk e Twitter

Oggi Elon Musk rappresenta il principale azionista di Twitter e nelle settimane scorse aveva rinunciato alla proposta di entrare nel Consiglio di Amministrazione dell’azienda. Quel rifiuto aveva iniziato a far sollevare dubbi sulla tenuta stessa della piattaforma, che per ora resta l’unica del settore ancora incapace di monetizzare (guardando ai bilanci, l’azienda sembra guadagnare quasi esclusivamente attraverso il mercato azionario a scapito degli introiti garantiti dal prodotto stesso).

La proposta di entrare nel CdA del più famoso uccellino social includeva una clausola che impediva a Musk di superare il 14% del totale delle azioni della società. È stata proprio questa clausola a far uscire allo scoperto il miliardario americano che, in realtà, sembra avesse già ben in testa il piano di acquisizione della piattaforma, ancor prima di acquistarne il 9,2 percento. 

“Un’offerta che non puoi rifiutare”

Musk ha specificato che la sua è un’offerta sulla quale non è disposto a trattare. Il tutto è stato confermato da Twitter con un comunicato nel quale si legge come quella del CEO di Tesla sia un’offerta «non trattabile». Il board amministrativo dell’azienda dei cinguettii ha specificato che ora si sta concentrato ad «analizzare con attenzione la proposta per determinare come procede, avendo sempre presente gli interessi della compagnia e di tutti gli stockholders di Twitter». 

Se dovesse andare in porto, l’operazione già di per sé farebbe segnare un primo record: il costo per acquisire Twitter infatti arriverebbe a 41,39 miliardi di dollari e mai una piattaforma social è stata pagata tanto. Un prezzo che però per Elon Musk non rappresenta affatto un ostacolo, dato il suo patrimonio totale stimato in circa 279 miliardi di dollari, che lo rende l’uomo più ricco al mondo (scalzando da poco in questa classifica Jeff Bezos, numero uno di Amazon). 

Il mercato e gli analisti sono scettici: credono che quella lanciata da Musk sia una scalata che difficilmente andrà in porto dato che nelle intenzioni del miliardario americano ci sarebbe innanzitutto la volontà di cambiare interamente il gruppo dirigente di Twitter. Le azioni intanto sono scese da 48 a 45 dollari poco dopo l’offerta di Musk, mostrando la poca fiducia degli analisti e degli investitori.

Il questo momento il board non ha grandi margini di trattativa perché non esistono altre offerte e non si troverà nessuno disposto a sborsare una cifra del genere per l’unica piattaforma digitale, tra le grandi, che ancora non ha messo in piedi un sistema che possa garantire guadagni. 

Twitter secondo Musk

Elon Musk ha già annunciato le sue idee per trasformare la piattaforma di microblogging. La modifica ai tweet già pubblicati, protagonista anche di un sondaggio dello stesso Musk e che mina uno dei pilastri del social network, è in realtà solo un piccolo aspetto di un cambio di rotta già annunciato.

In primis, Elon Musk ha dichiarato di voler ristabilire la libertà di espressione che in questi anni su Twitter sarebbe mancata. Queste dichiarazioni hanno fatto correre tutti alla conclusione che con Musk a capo di Twitter sarebbe reintegrato l’ex presidente americano Donald Trump, che il 9 gennaio del 2021, dopo l’assalto a Capitol Hill da lui lanciato anche attraverso Twitter, è stato bloccato permanentemente dal social network. 

Elon Musk ha avuto con Trump un rapporto ambiguo. All’inizio del mandato presidenziale del tycoon americano il CEO di Tesla aveva detto alla CNBC di non essere convinto del fatto che Trump «fosse la persona giusta per la Casa Bianca. Non sembra avere un carattere che possa avere un buon riflesso sugli Stati Uniti». Un mese dopo però Musk aveva accettato la proposta di entrare nella team messo in piedi dal presidente Trump per studiare nuove strategie di policy. Un gruppo nel quale entrarono. Anche Travis Kalanick (CEO di Uber) e Indra Nooyi (Pepsi).

L’ex presidente americano Donald Trump bannato da Twitter (foto di Gerd Altmann)

Il progetto di Elon Musk per Twitter sarebbe quello di trasformarla in una piattaforma libertaria dove verrebbe limitato solo il crimine, un qualcosa che si richiama alle piattaforme dei forum stile 4chain ed 8chain che professano la libertà di parola estrema. Proprio su queste realtà digitali è nato QAnon, diventato poi il riferimento di quel movimento che assaltò Capitol Hill. In più, Twitter potrebbe diventare una piattaforma senza pubblicità ma a pagamento, con abbonamenti mensili che potrebbero essere venduti a un prezzo orientativo di 3 euro. 

Un rifiuto della proposta di Musk potrebbe rappresentare la fine (spesso annunciata) di Twitter che si troverebbe a dover affrontare un crollo in Borsa. In più Musk, che su Twitter ha ben 82 milioni di follower, sarebbe già pronto a lanciare una sua piattaforma sulla quale farebbe migrare tutti i suoi seguaci. D’altronde, Twitter attraversa una crisi che ormai è lunga, dovuta secondo gli esperti all’incapacità di aggiornarsi e di trovare risposte innovative alle nuove esigenze degli utenti che, invece, sono sempre più attratti dalle nuove piattaforme più concentrate su foto e video.

Ma Twitter, rispetto agli altri social network, ha un valore immateriale enorme: riesce ad influenzare globalmente più di altri l’opinione pubblica, è utilizzato dai potenti della Terra e dai commentatori più influenti al mondo. Forse è proprio questo ad aver attirato Elon Musk che in questa piattaforma più che vedere un investimento finanziario potrebbe scorgere la possibilità di influire con decisione sulle dinamiche politiche globali. 

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