Il mondo a valle della congiuntura pandemica è mutato e la nuova sfida per l’industria del retail si giocherà sulla realtà aumentata, uno strumento di connessione fra il negozio fisico e quello virtuale.
Con l’ascesa dell’e-commerce e dello shopping mobile e virtuale, infatti, si è assistito a una trasformazione delle modalità in cui i consumatori effettuano gli acquisti e interagiscono con i brand, soprattutto dopo il periodo di lockdown. Sarà quindi fondamentale per i marchi e per l’industria del retail identificare e soddisfare con tempestività le nuove esigenze dei clienti che daranno forma all’esperienza e al percorso di acquisto del prossimo futuro.
Per delineare un quadro approfondito del panorama degli acquisti in questo momento critico, Snap Inc ha realizzato uno studio condotto da Foresight Factory in dodici Paesi a livello globale (Italia compresa), arrivando a identificare le principali tendenze che caratterizzeranno l’industry del retail nell’anno appena iniziato.
Le sfide del retail secondo Snap Inc
“Il panorama del retail del prossimo futuro sarà definito dalla convergenza delle esigenze in evoluzione dei consumatori attraverso i canali di acquisto fisici e digitali. Il quadro che emerge dal nostro studio è quello di un consumatore più connesso, che ha il potere di definire la propria esperienza di acquisto da casa o in negozio grazie al suo smartphone. Quali compagni d’acquisto fondamentali in negozio, i dispositivi mobili offrono ai retailer l’opportunità di colmare il divario tra le interazioni con il brand fatte dal vivo o online attraverso esperienze personalizzate”, ha commentato Claire Valoti, vp emea di Snap Inc.
“Le tecnologie in ambito di retail, come gli specchi intelligenti, l’AR e la personalizzazione virtuale dei prodotti, offrono inoltre l’opportunità di soddisfare le nuove aspettative dei consumatori, alla ricerca di opzioni migliori, più personalizzate e funzionalità che rendono lo shopping un’esperienza più social. Poiché gli italiani cercano di stabilire nuove connessioni con il mondo fisico, ma contestualmente anche di mantenere la comodità di quello online, per rimanere competitivi i retailer dovranno valutare le soluzioni tecnologiche in grado di raggiungere questo obiettivo e accelerare ulteriormente la transizione allo shopping connesso”, ha continuato Valoti.
Secondo i dati dello studio, più della metà (57%) degli italiani afferma di aver sentito la mancanza dell’aspetto sociale degli acquisti in negozio dall’inizio della pandemia, percentuale che arriva a toccare il 63% delle donne e il 68% degli utenti della piattaforma.
Se quindi nel 2022 ci si aspetta un ritorno ai negozi fisici – dove il contatto, il supporto di esperti che possano fornire consigli personalizzati e l’esperienza sociale saranno fondamentali – i consumatori italiani non vorranno rinunciare alla comodità e alla sicurezza degli acquisti online, elementi che determineranno una ulteriore crescita dell’e-commerce nei prossimi 12 mesi.
Infatti, quasi un terzo (31%) dei millennial italiani dichiara che farà più acquisti online nel 2022 rispetto all’anno precedente, pur essendoci situazioni molto differenti tra i diversi settori: se in quello della moda oltre 1 italiano su 3 (34%) prevede di fare la maggior parte dei propri acquisti online nel prossimo anno, la percentuale diminuisce sensibilmente se si guarda agli articoli per la persona (28%) e ancora di più ai prodotti alimentari (9%).
Le soluzioni di shopping basato sulla realtà virtuale e aumentata che forniscono forme di iper-personalizzazione e comodità in negozio rappresentano una grande attrattiva per i consumatori italiani e forniscono ragioni convincenti per spingerli a visitare un punto vendita. Basti pensare che il 37% dei consumatori tricolore si recherebbe in un negozio se questo avesse almeno un servizio virtuale interattivo come specchi intelligenti che permettono di provare i vestiti, schermi smart che permettono di personalizzare i prodotti e la tecnologia che consente ai clienti di verificare come gli articoli starebbero nella propria casa.
Per diventare competitivi e stimolare gli acquisti in negozio l’industria del retail italiana dovrebbe dare quindi priorità agli investimenti in tali soluzioni, individuando il mix ottimale e l’applicazione di tecnologie su misura per le esigenze dei propri clienti, i percorsi di acquisto e le loro tipologie di prodotto.
Come cambieranno le esperienze di acquisto nel retail
Lo smartphone sarà sempre più centrale dell’esperienza di acquisto, sia da remoto sia in-store: se ormai già quasi 1 consumatore tricolore su 3 (31%) lo utilizza come canale preferito per l’acquisto di prodotti – con picchi che raggiungono il 46% dei Millennial e il 43% della Gen Z – lo smartphone rappresenta uno strumento di supporto indispensabile anche quando ci si reca in negozio. Infatti, è quasi un quinto (18%) degli italiani a usarlo quasi sempre in-store per cercare maggiori informazioni sui prodotti, percentuale che sale ulteriormente se si guarda alle generazioni più giovani (30% della Gen Z e 26% dei Millennial).
Lo smartphone rappresenta quindi la chiave per l’approccio omnicanale: incoraggiando i consumatori a utilizzare le tecnologie mobili in negozio, mai come ora c’è l’opportunità di connettere il mondo fisico e quello digitale e di circoscrivere l’intera esperienza all’interno dell’ecosistema di marca.
Sebbene negli ultimi anni l’e-commerce abbia registrato una forte crescita anche nel Bel Paese, rimangono alcuni aspetti di questa modalità di acquisto che rappresentano una barriera alla sua più ampia adozione, tra cui la principale è – secondo oltre 2 italiani su 5 (42%) – l’impossibilità di provare i prodotti prima di acquistarli. In questo scenario, strumenti innovativi come i try-on virtuali basati sulla realtà aumentata (AR), che consentono di visionare e provare i prodotti comodamente da casa prima di acquistarli online, saranno fondamentali per offrire un’esperienza e-commerce ottimizzata pre e post-vendita.
Si stima, infatti, che l’impiego dell’Ar avrebbe potuto evitare il 37% dei resi di capi d’abbigliamento acquistati online nel 2021. Inoltre, avendone intuito il potenziale, il 24% dei consumatori italiani si aspetta di incrementare il proprio utilizzo dei try-on virtuali nel 2022, aprendo ampie opportunità per i retailer che sapranno innovare la propria offerta in maniera tempestiva.
L’Ar ha già iniziato a farsi largo nell’esperienza di shopping tricolore: dallo studio, infatti, emerge che il 13% degli italiani l’ha già utilizzata nel processo di acquisto e, di questi, il 56% afferma che l’ha incoraggiato a comprare qualcosa. E questo è solo l’inizio: infatti, il 2022 sarà il punto di partenza di un percorso che si stima porterà entro il 2025 ad avere più di un quarto (18%) dei consumatori della Gen Z a impiegarla prima di un acquisto.
I settori in cui l’utilizzo del try-on basato su AR verrebbe preferito alla visita in negozio sono in primis la moda (abbigliamento e accessori) e il beauty (trucchi o tinte per capelli), entrambi indicati dal 33% dei rispondenti. Seguono mobili (28%) e articoli di lusso (18%).
In definitiva, introdurre l’Ar all’interno degli e-commerce fornirà al mondo del retail la via più sicura per ottenere una differenziazione del percorso d’acquisto, un vantaggio competitivo e maggiori ricavi. Virtuale è ormai sempre più reale: basti pensare che il 56% dei consumatori in Italia prenderebbe in considerazione l’acquisto di un prodotto virtuale, il che indica una significativa espansione dell’economia virtuale nel prossimo decennio.
Nonostante in Italia la conoscenza del fenomeno non sia ancora estremamente diffusa, l’interesse è forte: sempre più spesso, infatti, gli italiani si affidano all’esclusività offerta dagli Nft (non-fungible tokens, ovvero oggetti digitali da collezione con un certificato di proprietà), delle “opere d’arte” virtuali che consentono di possedere pezzi unici, indipendentemente dalla loro esistenza fisica, colmando così l’esigenza di esclusività manifestata soprattutto dalla Gen Z (31%).
Consapevolezza ambientale, economia circolare e mentalità imprenditoriale stanno dando ampio spazio al fenomeno della compravendita online: infatti, 4 consumatori italiani su 10 hanno già acquistato un prodotto tramite una piattaforma di reselling. Queste realtà offrono un canale di shopping alternativo, peer-to-peer, il cui potenziale è dirompente non solo perché risponde alla sensibilità green delle nuove generazioni, ma anche perché scaturito da un anno ancora con pochi stimoli, ispirazione o interazione sociale, incorporando molteplici elementi di attrattività per i consumatori quali la convenienza, la possibilità di trovare prodotti che sono andati esauriti altrove la ricerca di pezzi unici. Si tratta in definitiva di uno spazio da esplorare, adocchiato anche dai grandi retailer, che hanno lanciato programmi di riacquisto e rivendita su scala mondiale.
Ma è anche uno spazio in cui viene valorizzata la dimensione locale, aspetto che ben si sposa con l’approccio dei consumatori italiani, se si considera che 51% afferma di supportare maggiormente le imprese locali dall’inizio della pandemia.