Tributaristi: vantaggioso introdurre fatturazione elettronica europea

Partiamo da un dato. La Commissione Europea sta lavorando in direzione di una tassazione equa e semplice, condivisa nell’Eurozona, attraverso l’estensione dello strumento della fatturazione elettronica. Sebbene in Italia non esista ancora un obbligo per i forfettari e le Partite Iva, la direzione continentale va verso soluzioni che prevedano gli obblighi di dichiarazione IVA e la fatturazione elettronica, il trattamento dell’IVA per l’economia delle piattaforme e la partita Iva unica nell’Unione.

Si tratta di obiettivi ambiziosi, ma necessari per armonizzare imposte e adempimenti tra i Paesi comunitari.

La posizione dei Tributaristi sulla fatturazione elettronica

Nell’ambito della Consultazione pubblica sull’IVA nell’era digitale, promossa dalla Commissione europea, l’Istituto nazionale tributaristi (Int) ha inviato un contributo da cui si evince la condivisione dell’Associazione di rappresentanza professionale con il piano d’azione della Commissione, ma in cui si evidenzia anche la necessità che l’utilizzo della tecnologia digitale oltre a combattere frodi ed evasione deve semplificare i rapporti commerciali intracomunitari riducendo gli adempimenti burocratici.

La stessa Commissione sul proprio sito ufficiale indica l’esigenza di una tassazione equa e semplice, oltre a sottolineare la necessità di riflettere sul modo in cui le autorità fiscali possano utilizzare la tecnologia per combattere la frode fiscale e offrire vantaggi alle imprese e sul fatto che le attuali norme in materia di iva siano adeguate all’attività imprenditoriale nell’era digitale.

Nel contributo dell’Int sottoscritto dal presidente nazionale Riccardo Alemanno, si legge:

“I sistemi digitali applicati alla fiscalità possono sicuramente avere grande efficacia sia in termini di lotta all’evasione sia di semplificazione. Occorre però che a monte dell’utilizzo di tali strumenti informatici si attui una politica di omogeneità delle norme all’interno dell’Unione europea, in particolare su aliquote iva e fatturazione elettronica.

Pertanto si è assolutamente d’accordo sull’introduzione di una partita iva europea e si auspica che quanto prima si possa avere anche un’unica piattaforma digitale per la gestione degli scambi intracomunitari”.

Inoltre l’Int evidenzia, concetto già espresso più volte anche al Legislatore nazionale, la necessità di adeguare le attuali norme all’utilizzo dei sistemi digitali:

“E’ evidente che l’introduzione di sistemi digitali in ambito fiscale possa produrre il massimo beneficio e apportare una semplificazione effettiva degli adempimenti, solo se le attuali normative saranno riformate e adattate all’era digitale.

E’ necessario in ambito iva arrivare gradualmente ad aliquote armonizzate per evitare difformità negli scambi commerciali dei Paesi membri e semplificarne gli aspetti burocratici ed amministrativi.

Nell’immediato si potrebbe già attuare l’obbligo di fatturazione elettronica b2b e b2c che, oltre a contribuire alla riduzione dell’evasione dell’iva, semplificherebbero lo scambio di documentazione evitando una serie di adempimenti che attualmente gravano sulle attività produttive e conseguentemente sui consumatori”.

Il contributo dell’Int si chiude con un appello anche ad adeguare le norme in tema di privacy per l’utilizzo dei sistemi digitali quando riguardi adempimenti obbligatori per legge:

“quando il dato è richiesto per adempimenti obbligatori è necessaria, ferma restando la massima applicazione di strumenti anti intrusione delle piattaforme digitali, una revisione specifica nell’ambito delle norme sulla privacy, a partire dai Paesi membri per poi arrivare ad indicazioni univoche a livello comunitario (cybersecurity dell’Unione).

L’auspicio è che quanto proposto dalla Commissione europea al Parlamento comunitario, circa la sottoscrizione di una dichiarazione di diritti e principi che guidino in modo condiviso la trasformazione digitale all’interno dell’Unione europea, si inserisca nel contesto degli scambi commerciali di beni e servizi per salvaguardare i dati e la privacy, ma senza creare ulteriori aggravi di adempimenti burocratici”.

Ora all’Int, in attesa degli sviluppi del piano d’azione europeo e dell’ auspicata partita iva comunitaria, si spera che anche il legislatore nazionale dia quanto prima concretezza al piano d’azione di revisione e di semplificazione delle norme tributarie, contenuto nella Legge Delega di riforma fiscale.

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