Caro bollette e aumenti? “Sottovalutazione tremenda” dei Governi, oltre ogni Sostegni

"L'Italia, così come chi ne aveva il potere, non è intervenuta sulle speculazioni e non ha intenzione di intervenire". A tu per tu con il presidente di Centro Consumatori Italia Rosario Trefiletti su PNRR, assistenzialismo, solidarietà e occupazione

“Se l’inflazione schizza, come io posso prevedere al 6 o 7 percento, nessuno ricorda che sul PNRR questa percentuale impatta. Parliamo di depotenziare il PNRR di 10 miliardi circa”. Rosario Trefiletti è una delle più autorevoli voci italiane a tutela dei consumatori: storia di lungo corso in CGIL, per 17 anni ha guidato la Federconsumatori nazionale. Oggi è il presidente di Centro Consumatori Italia.

Presidente Trefiletti, allora cosa c’è di così sbagliato in questo Sostegni ter? Dove sono gli errori?
“Più che sul Sostegni ci sono errori sparsi nel tempo a vari livelli. Il primo è che l’Italia – così come Europa, capi di Stato, Fondo monetario e altri che ne avrebbero il potere – non interviene e non ha intenzione di intervenire, se non in modo blando, sulle speculazioni che ci sono su tanti prodotti quando la pandemia ha cominciato a deflettere. Il costo di mais, ferro, alluminio, carta, vetro e le altre commodity sono schizzati, anche il petrolio è schizzato del 35 per cento e parliamo di dati riferiti e constatabili già al primo gennaio 2021. C’è stata una sottovalutazione del problema a livello planetario, e quindi anche in Italia”.

E il secondo?
“Un Governo come si deve, quando vede che cominciano a schizzare i prezzi del petrolio e dell’energia – già a luglio dell’anno scorso il petrolio era a +35 e l’energia era +45 percento – dovrebbe aver già agito. Ripeto, c’è stata una sottovalutazione tremenda di tutti gli Stati nazionali, e anche l’Italia quindi deve assumersi la responsabilità dei mancati interventi di carattere congiunturale come lotta alla speculazione, investimenti sulle energie alternative etc.etc. che andavano fatti molto prima di oggi”.

Questo mancato intervenire in tempo in cosa si traduce?
È passato più di un anno prima che si facessero degli interventi ancora adesso insufficienti. I prezzi sono già saliti in maniera inverosimile, si veda l’energia il cui costo è già raddoppiato. L’iter delle ricadute che ci saranno sugli aumenti di prezzo, prima su commercianti e piccole imprese e poi sui consumatori, per via delle bollette che arriveranno è già partito”.

Lei parla di mancati interventi congiunturali e di corresponsabilità degli Stati nazionali. Vuol dire che l’Europa si è mostrata ancora una volta debole e poco compatta, come sull’applicazione del green pass volendo forzare un esempio?
“L’Europa è in grave ritardo a causa della sottovalutazione del problema, del non aver messo in campo comuni politiche di contrasto alle speculazioni in comparti chiave come quello energetico. Non ha saputo contrastare ciò che stava avvenendo a livello mondiale. Ma devo anche ammettere che l’Europa ha risposto invece bene per quanto riguarda le risorse economiche che ha messo in campo”.

I sostegni “sostengono” davvero?
“I sostegni sono stati molto evidenti e importanti. Si pensi alla cassa integrazione in deroga per tutti i lavoratori che non avevano diritto alla cassa integrazione. Però vorrei aprire una parentesi: il nostro Paese è un Paese che fa molta assistenza, dall’assistenza pensionistica al reddito di cittadinanza. Se il Paese non fa un patto etico per cui tutti paghino le tasse, beh, tutta la solidarietà e i sostegni che sono stati messi in campo in questi mesi sono insostenibili“.

Possiamo riassumere quindi dicendo che da questo Sostegni ter si aspettava un intervento magari meno assistenziale e più strutturale?
“In una situazione come quella pandemica assistenzialismo e solidarietà sono strumenti formidabili per far andare avanti il Paese o quantomeno non affamarlo. Ho sottolineato positivamente misure come i sostegni a avvocati e altri professionisti, per dirne una, benché sappiamo tutti che non è un assegno di 400, 500 o 600 euro a risolvere i problemi del sistema. Proprio per questo è bene fare fronte comune per far sì che il sistema sia sostenibiel da un punto di vista economico, e questo a prescindere dal provvedimento in sé”.

Presidente, un’ultima domanda. Nei prossimi mesi l’Italia dovrebbe uscire dallo Stato di emergenza: quali scenari prevede?
“Uscendo dallo stato di emergenza, contestualmente è fondamentale che si facciano celermente gli investimenti previsti dal PNRR. Perché noi abbiamo un problema grande come una casa che si chiama disoccupazione, soprattutto quella giovanile. La disoccupazione giovanile comporta due effetti: uno, etico, nel non dare risposte che i nostri giovani meritano. La seconda è che non lavorare, e non far lavorare i nostri figli e i nostri nipoti, fa diminuire il potere d’acquisto di tutte le famiglie. Una caduta del reddito significa caduta dei consumi e quindi di nuovo la spirale caduta dei consumi – ricaduta sulle imprese frenerà lo sviluppo che attendiamo”.

Sentire rimettere il lavoro al centro è sempre rincuorante…
“Il lavoro è la sfida fondamentale. Soprattutto per il meridione. Qualche anno fa ero ospite all’Università Federico II e a Napoli ho notato la totale assenza della classe intellettuale: sembra sparita. Non sento più parlare nessuno al sud di Mezzogiorno, investimenti e disoccupazione, come se il problema non esistesse. E questo mi fa molto male”.

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