Di pari opportunità, maternità e decontribuzione mirata alle donne – soprattutto quella introdotta per il periodo immediatamente successivo alla maternità – sembrano dare i loro frutti nel mercato del lavoro.
Lo hanno sostenuto oggi il Ministro alle Pari Opportunità Elena Bonetti e il Presidente dell’INPS Pasquale Tridico, al convegno dell’Istituto di Previdenza Sociale “Decontribuzione e politiche per l’assunzione delle lavoratrici”.
Decontribuzione, se mirata produce risultati
“Noi spendiamo 24 miliardi di euro all’anno per decontribuzione, sgravi fiscali. Ma noi oggi sappiamo grazie all’Inps e altri ricercatori che la decontribuzione mirata funziona di più ed è più efficace, ha effetti persistenti e che si propagano sull’occupazione. E quindi vanno azionate politiche di questo tipo, mirate e focalizzate su target precisi. Oggi parliamo di donne e la decontribuzione per le donne ha effetti precisi sull’occupazione” ha annunciato Tridico (INPS).
“Quando invece – ha continuato – si spendono 24 miliardi in defiscalizzazione in generale dovremo aspettarci un effetto più generalizzato. Quei 24 miliardi incidono sull’offerta di lavoro totale delle donne? Probabilmente no. Dovrebbe incidere in teoria un taglio fiscale generalizzato sull’offerta del lavoro. Quando invece azioniamo la leva della decontribuzione mirata agiamo sulla domanda di lavoro in specifici settori”.
Approfondisce la discussione Gabriella Di Michele, direttore generale dell’Inps:
“Vorrei parlare della legge 162 del 5 novembre di quest’anno che ha inciso sul codice delle pari opportunità. Finalmente è una legge che non pensa solo alle donne come tutela della violenza, della repressione e della protezione ma incide invece nell’informazione, nella prevenzione e nella vita costante delle donne”.
“Innanzitutto -spiega ancora – estende l’obbligo per ogni azienda con più di 50 dipendenti della relazione sulla gestione del personale. Ogni azienda dovrà fare una fotografia del trattamento da parte dell’azienda sulle donne a cui sono collegate varie conseguenze. Conseguenze negative con sanzioni pecuniarie e conseguenze positive con premialità per incentivare questa fotografia”.
“A questa fotografia – spiega – è agganciata la certificazione di parità. Sia sotto l’aspetto delle condizioni di accesso alla vita dell’azienda, poi sulla parità salariale, la parità di opportunità, di crescita, la conciliazione vita-lavoro, e quindi in generale il trattamento che il datore di lavoro riserva alle donne. Quindi un approccio veramente virtuoso perché incentiva non solo l’ingresso ma anche la permanenza nel mondo del lavoro”.
“Se guardiamo con più attenzione alle dinamiche salariali delle donne abbiamo il tasto dolente. Ho fatto fare un’estrazione dagli archivi dell’Inps e nel 2019, quindi un anno ‘normale’ abbiamo situazioni veramente particolari: gli artigiani uomini guadagnano il 12% in più delle donne, gli autonomi agricoli il 5% in più, i commercianti il 13%, i dipendenti privati il 44% in più, quelli pubblici il 30%, i domestici il 9%, per arrivare al 91% in più di lavoratori parasubordinati. Quindi oltre che all’ingresso e alla permanenza delle donne al lavoro dobbiamo guardare alla parità salariale” conclude la Di Michele.
Decontribuzione dopo maternità, strumento innovativo
“La decontribuzione e una fiscalità indirizzata credo che possa attivare processi virtuosi innanzitutto nei confronti della lavoratrice. Noi abbiamo voluto introdurre in modo sperimentale, e secondo me è uno strumento innovativo, la decontribuzione per il rientro al lavoro di una donna dopo la maternità, senza ovviamente togliere nulla sui diritti già esistenti, come i sei mesi a cui ha diritto. Ma dando un vantaggio economico rispetto a uno stipendio pre-maternità” ha detto la Ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti.
Secondo la Bonetti “Dobbiamo togliere costi alle imprese, e quindi credo che i costi della maternità e della sostituzione credo devono essere assunti dalla collettività per permettere continuità di carriera per le donne. Dobbiamo anche premiare e indurre processi virtuosi a livello aziendale. E la nuova legge sulla trasparenza salariale e l’impulso forte che abbiamo dato sulla spesa dei fondi del Pnrr credo che siano fondamentali. Oggi per accedere agli appalti pubblici del Pnrr le aziende con più di 15 dipendenti sono tenute alla rendicontazione del codice delle pari opportunità e quindi trasparenza, controllo e tutela delle lavoratrici”.