Andrea Ridi apre le porte di Boston alle startup con Accelerate Italy: “Qui ha successo chi lavora sodo”

"Boston è uno degli ecosistemi di innovazione più sviluppati a livello mondiale. Accelerate Italy mira a dare agli imprenditori le giuste informazioni e mindset per interagire con il mondo bostoniano, e tutte le connessioni per entrare velocemente nell’ecosistema locale".

C’è un’ecosistema che aspetta le startup italiane, ma in molte probabilmente non ne sono a conoscenza. Parliamo di Accelerate Italy, nato dall’esperienza, dalla bravura e dall’idea di Andrea Ridi, imprenditore seriale in campo high-tech, business coach certificato e mentor di startup internazionali.

Andrea Ridi possiede forti competenze manageriali e ha una chiara visione del futuro dell’Intelligenza Artificiale e del valore dei dati. La sua storia imprenditoriale, professionale e personale è una scalata verso il successo: dopo aver fondato a Genova la startup Rulex, che ha come core business l’innovazione connessa all’intelligenza artificiale, ha spostato la sede commerciale a Boston pur mantenendo nel capoluogo ligure il centro di ricerca.

In America ha fondato con un gruppo di imprenditori Accelerate Italy, con l’obiettivo di creare una rampa di lancio per il successo delle startup nostrane e per svelare loro l’esistenza di altri scenari pronti ad accoglierle. Grazie al programma, le startup selezionate hanno accesso a esperienze, competenze e contatti utili per posizionarsi con successo nell’ecosistema di Boston, grazie al supporto di ambassador e mentor.

Recentemente, in un’intervista a La Stampa, Andrea Ridi ha dichiarato: «Le poche start up italiane di successo devono emigrare per trovare i capitali. O fare subito utili, per attingere alla finanza tradizionale. Amazon ha impiegato 14 anni prima di fare utili».

Una frase forte, che apre scenari inediti. E proprio per questo abbiamo voluto approfondire con Andrea Ridi il progetto Accelerate Italy e le opportunità che offre l’altro lato dell’emisfero.

Andrea Ridi, dall’Italia all’America: cosa ha trovato oltre oceano rispetto al Bel Paese?

“In America ho trovato un ambiente iper competitivo, difficile da capire per una mentalità Italiana, ma pieno di opportunità. Qui negli Stati Uniti usualmente vale l’equazione duro lavoro ben fatto=successo, magari non è il successo della tua azienda, ma se l’ecosistema ti apprezza come manager o imprenditore ti offre molti paracaduti. La cosa importante è capire il tuo posto all’interno della catena del valore, cercare di capire veramente che cosa sei capace di fare e cosa no, e trovare il tuo posto all’interno dell’ecosistema. Con tutte le eccezioni ed i contro esempi, la societa’ americana e’ molto meritocratica, e la meritocrazia la imparano sin dalle scuole elementari”. 

Quali sono le logiche culturali, sociali ed economiche che muovono le imprese grandi e piccole a Boston rispetto all’Italia?

La cultura Bostoniana è molto calvinista, quindi c’è la ricerca spasmodica del successo. Alla fine chi ha successo ha sempre ragione. Quindi le aziende sono spasmodicamente concentrate su trovare nuovi clienti, generare nuove opportunità o avere il prossimo round di finanziamento. Questa propensione verso il successo e verso la crescita genera quell’ambiente ipercompetitivo di cui ho parlato prima”.

Perché un’azienda italiana o una startup dovrebbe guardare con interesse all’ecosistema imprenditoriale e innovativo di Boston?

Perchè Boston è uno degli ecosistemi di innovazione più sviluppati a livello mondiale. Chi cerca l’innovazione la cerca su griglie geografiche ben definite, e quando si tratta di campi come il Deep Tech, il B2B e Biotech, Boston è uno dei principali nodi. Se poi si tiene presente l’estrema vicinanza con NY, si ottiene l’ecosistema più innovativo al mondo, forse solo leggermente indietro alla Silicon valley”.

Lei è uno dei cofounder di Accelerate Italy: di cosa si tratta e a quali risultati puntate?

“Io ho portato la mia startup da Genova a Boston, e in questo percorso ho fatto molti errori che mi hanno fatto perdere molto tempo. Analizzando il mio percorso in modo retrospettivo, mi sono reso conto che molti di questi errori potevano essere evitati, e che la maggior parte fossero causati da aspetti culturali e dal mindset. Inoltre, personalmente ci ho messo anni ad entrare nell’ecosistema dell’innovazione locale. Accelerate Italy mira a dare agli imprenditori le giuste informazioni e mindset per interagire con il mondo bostoniano, e tutte le connessioni per entrare velocemente nell’ecosistema locale”.

Che consigli si sente di dare ad una startup per muoversi nel campo dell’internazionalizzazione in questo momento storico?

“Io credo che per le startup non sia mai troppo presto per pensare ad espandere il proprio business su mercati globali, specialmente in epoca Covid, che ha facilitato la possibilità di fare business a distanza, di conoscere nuove aziende e chiudere contratti senza muoversi dalla propria scrivania”. 

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