“Il ritorno alla stagione delle misure restrittive sulle imprese deve essere scongiurato in ogni modo e lo strumento migliore per raggiungere il risultato è il green pass. Perché ciò si realizzi occorre collegare l’utilizzo progressivo del Green pass all’evoluzione del quadro epidemiologico prevedendo che il cambio di colore delle regioni si accompagni proprio ad un uso più estensivo del certificato“.
L’endorsement a favore del certificato verde porta la firma di FIPE – Confcommercio. L’invito, o appello che dir si voglia, è contenuto in una lettera a firma di Lino Enrico Stoppani, presidente della Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, e inviata al Presidente del Consiglio Mario Draghi.
L’idea quindi è di un green pass agile e progressivo, che sappia seguire l’andamento dell’epidemia e quindi essere chiesto o meno a seconda del livello di rischio nell’area di riferimento. Facendo così, dicono da FIPE, “si raggiungono tre obiettivi: si incentiva la campagna di vaccinazione; non si penalizza la stragrande maggioranza degli italiani che hanno scelto responsabilmente di vaccinarsi; non si ferma neppure una sola impresa“.
“Serve un cambio di passo per fare in modo che la massiccia campagna vaccinale non solo prosegua speditamente ma serva proprio a coniugare la tutela della salute con la salvaguardia dell’economia. Ancora oggi, purtroppo, se peggiora il quadro sanitario si interviene con misure restrittive sulle imprese. Ora, con 36 milioni di persone vaccinate con doppia dose, è possibile cambiare approccio. La nostra proposta è quella di estendere progressivamente l’uso del Green Pass, collegando i livelli di rischio con cui si classificano le regioni all’utilizzo progressivo della certificazione verde: man mano che peggiora il quadro sanitario, si amplia la platea di attività e servizi nei quali si accede con il Green pass. Ci sembra il modo migliore per incoraggiare la campagna di vaccinazione, tutelare la libertà di chi ha scelto responsabilmente di vaccinarsi e superare definitivamente la faticosissima stagione delle chiusure o limitazioni alle attività, in particolare proprio dei Pubblici Esercizi. È anche una questione di equità: dopo molti mesi di sacrifici, sarebbe infatti incomprensibile ricadere nelle maglie di nuove chiusure e restrizioni per causa di chi, dopo nove mesi di campagna vaccinale, sceglie ancora oggi liberamente di non vaccinarsi, aumentando con questa scelta individuale il rischio collettivo di assumere nuovi costosissimi provvedimenti, in termini sanitari, economici e sociali”.
Lino Enrico Stoppani, presidente FIPE – Confcommercio
Contestualmente, una lettera analoga è partita dalle associazioni territoriali all’indirizzo dei rispettivi Governatori di Regione.