Confimi: i nuovi modelli industriali partono dalle competenze digitali dei lavoratori

Un nuovo progetto albeggia in Confimi Industria, l’associazione che nasce dalla necessità di rappresentare e di salvaguardare in Italia il mondo e le esigenze reali del settore manifatturiero e dei servizi alla produzione che ha contraddistinto la fortuna e il benessere del nostro Paese.

Proprio a partire dalla considerazione della situazione industriale nostrana dopo la congiuntura pandemica, che a giugno segna un importante segnale di ripresa (+4,7%) rispetto al 2020, Confimi ha lanciato il progetto Iresdes 4.0 che punta a trovare soluzioni più adatte per innovare la contrattazione collettiva nelle PMI e sostenere lo sviluppo delle competenze digitali nei lavoratori attraverso la collaborazione delle parti sociali.

“Occorre ideare un nuovo modello di contrattazione collettiva meno conflittuale e più sinergico, che tenga conto dei cambiamenti dovuti alla pervasività delle tecnologie definite nel Paradigma “Industria 4.0” ed al grande tema della sostenibilità, che riesca a individuare il giusto equilibrio tra la giustizia sociale e la competitività dell’impresa

 Domenico Galia, Presidente di Confimi Industria Digitale.

Il nuovo modello proposto da Confimi

L’associazione spiega nel dettaglio, attraverso un comunicato stampa, il progetto che vuole porre in essere: il partenariato (finanziato dalla Comunità Europea) è costituito da Confimi Industria (capofila) e FIM CISL VenetoAssociazione ADAPT ed Associazione europea delle Imprese Digitali (European Digital SME) come partners.

Il progetto ha, inoltre, il supporto di Confimi Industria Digitale (la verticale di settore della Confederazione), che determinante è stata nell’idea progettuale e nella costituzione del partenariato, e dell’Associazione europea dei sindacati dei lavoratori (IndustrialAll Europe).

Dopo il kick off di marzo scorso, sono cominciate le attività di progetto che stanno portando anche alla costituzione, attraverso la risposta vivace ad una call di un tavolo di esperti internazionali in rappresentanza sia dei datori di lavoro che dei sindacati, dedicato allo sviluppo del dialogo sociale.

Agli esperti spetterà dare il proprio contributo prezioso alla discussione che porterà al principale risultato atteso dal progetto: una serie di raccomandazioni per innovare i contratti collettivi di lavoro applicati nelle PMI, alla luce delle notevoli novità che Industria 4.0 ha apportato al mondo del lavoro, nonché del ricorso al telelavoro nel periodo della pandemia da Covid-19. Il feedback degli esperti verrà raccolto attraverso gli strumenti di consultazione online e durante 3 incontri internazionali ed una conferenza finale, da organizzare nell’ambito del progetto, entro due anni dal suo inizio.

“Gli strumenti digitali ci hanno permesso lo scorso anno di far convivere le necessità produttive con quelle organizzative, tutelando così la sicurezza del personale. Ma una simile organizzazione non può essere il solo frutto di un’emergenza, né il telelavoro essere considerato smartworking – ha aggiunto il Presidente di Confimi Industria Paolo Agnelli che rappresenta 45.000  imprese che impiegano 600.000 lavoratori – Bisogna lavorare affinché la modalità sia regolamentata per garantire al contempo flessibilità e una proficua gestione aziendale”.

Il primo dei meeting con gli esperti protagonisti, si terrà alla fine di novembre – presumibilmente in presenza – a Bergamo (il partenariato sta, tuttavia, predisponendo le tecnologie necessarie per consentire anche di parteciparvi a distanza). L’importante appuntamento di progetto potrebbe, inoltre, svolgersi nell’ambito del più ampio evento internazionale organizzato dal partner ADAPT su tematiche affini. Una prima parte, aperta al pubblico, sarà dedicata alla promozione del progetto ed alla diffusione dello stato di avanzamento dello stesso. Una seconda parte, a porte chiuse, sarà, invece, più tecnica e dedicata al lavoro svolto fino ad allora dal tavolo degli esperti.

Un progetto ambizioso, Iresdes 4.0, perché orientato ad intercettare in tempo reale l’importante cambiamento culturale in corso, che impatta sia sul sociale che sull’economia, attraverso la ricerca prima e la proposta di raccomandazioni poi.

Nei primi mesi di lavoro stiamo mettendo a punto la documentazione da utilizzare nel progetto e stiamo raccogliendo l’adesione degli esperti internazionali che ci affiancheranno nelle attività. Dopo il primo step previsto per il prossimo mese di novembre coinvolgeremo le PMI manifatturiere e i loro lavoratori per raggiungere gli obiettivi del progetto”.

 Edoardo Ranzini, coordinatore del progetto
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