Il Roma Technopole, o Politecnico di Roma, si farà. E verrà finanziato con i fondi del PNRR, per dare spazio alle eccellenze in modo transdisciplinare e multitecnologico, proiettando la Capitale Eterna sullo scenario internazionale con un progetto che vuole mettere al centro la didattica, la ricerca e il trasferimento tecnologico.
Il progetto del Roma Technopole, che da cronoprogramma dovrebbe essere attivo con i primi corsi già il prossimo anno (2022) e un offerta formativa per le classi magistrali e le scuole di dottorato a partire dal 2023, verteranno sui temi centrali dei nostri tempi e dello stesso PNRR: transizione energetica e sostenibilità, trasformazione digitale, agri-bio farmaceutica e salute. Senza mai dimenticare l’apporto che la tecnologia, in modo olistico e trasversale, può dare ad ognuna di questi settori.
Ampio spazio sarà dato anche ai risultati, attesi e previsti, del Roma Technopole: si attende la formazione di ben 800 nuovi ricercatori, 500 nuovi dottorandi e 100 research fellows, oltre a 1500 borse di studio e il raddoppio dei laureati magistrali nelle aree interessate dal progetto.
Il Roma Technopole come progetto all’avanguardia
Dietro il progetto del Roma Technopole si cela il partenariato fra pubblico e privato, imprese e associazioni: alla definizione di scopi ed obiettivi, oltre che alla conferenza stampa di lancio, ha partecipato la Camera di Commercio di Roma, il presidente di Unindustria Angelo Camilli, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il presidente della Camera di Commercio Lorenzo Tagliavanti oltre a la Rettrice della Sapienza Università di Roma Antonella Polimeni, al Rettore dell’Università degli Studi di Roma Tre Luca Pietromarchi e al Pro Rettore di Roma Tor Vergata Vincenzo Tagliaferri.
“Eccellenti per natura” è il claim del progetto che verte attorno il Roma Technopole, che punta a convogliare in una fondazione pubblico-privata le specificità accademiche e produttive della regione Lazio. In altre parole, un unico polo per rafforzare l’offerta culturale di una regione “che vanta il maggior numero di laureati in generale e numeriche interessanti sulle lauree di maggior impatto nella contemporaneità” e soprattutto “da includere nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” con l’obiettivo di “rafforzare l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione che valorizza, integra e implementa capacità e competenze degli Atenei e delle Imprese”.
“Siamo parte attiva e convinti sostenitori di questo grande progetto di innovazione, inizio del futuro post Covid” , ha detto Nicola Zingaretti nel suo intervento.
“Questo progetto lo abbiamo redatto assieme alle tre Università romane nei mesi scorsi e coinvolge 25 grandi imprese nazionali e multinazionali. Il presidente Zingaretti ha dato il suo impegno per sostenere questa iniziativa. La Regione Lazio infatti farà la sua parte per quanto riguarda la proposta per inserire questo progetto nel Pnrr. Quindi speriamo che questo piano possa vedere la luce entro l’inizio dell’anno grazie ai fondi del Recovery” ha sostenuto Angelo Camilli, presidente di Unindustria in una dichiarazione rilanciata dalle agenzie di stampa.