Ore decisive per l’avvio dell’iter della riforma del fisco che trova tutti i partiti d’accordo sull’obiettivo di abbassare le tasse e, quindi, alleggerire la pressione fiscale sui lavoratori. Il Parlamento lavora alla legge delega per la riforma del Fisco che il Governo dovrà approvare entro il prossimo 31 luglio così come previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
A lavoro, in particolare, le Commissioni Finanze di Camera e Senato che hanno ascoltato gli esperti del settore così come le parti sociali. Per ora sono emerse alcune tendenze: la prima è quella di provare ad abolire numerosi “micro-tributi”, l’altra è premiare chi paga regolarmente le tasse.
Le novità della riforma del fisco
Pilastro della riforma fiscale è la rimodulazione dell’Irpef, imposta sulle persone fisiche, della quale gioverebbero circa sette milioni di contribuenti italiani. Sulla possibilità di mantenere i cinque scaglioni attuali o scendere a tre la politica si divide. Difficile capire al momento se nella nuova Irpef ci saranno ancora le addizionali regionali e comunali e se queste verranno solo modificate in altra imposta. A quanto emerge le modifiche sull’Irpef riguarderanno, in particolare, la fascia di reddito compresa tra i 28mila e i 55mila euro.
Si parla anche di eliminazione dell’IRAP, ovvero il tributo che le imprese versano in base al valore di produzione, ovvero al guadagno netto annuale. Nella bozza del documento si parla anche di un meccanismo di premialità per i contribuenti leali, ovvero per chi versa regolarmente ogni centesimo al Fisco. La riforma punto tutto sulla semplificazione e il taglio delle micro-tasse: il Superbollo, la tassa di laurea, le tasse di pubblico insegnamento, l’imposta sugli intrattenimenti, la maggiorazione del tributo comunale sui rifiuti, la tassa regionale di abilitazione all’esercizio professionale, l’addizionale regionale sui canoni per le utenze di acque pubbliche, i diritti di licenza sulle accise, l’imposta erariale sui voli dei passeggeri di aerotaxi e sugli aeromobili privati, la tassa sulle emissioni di anidride solforosa e ossidi di azoto, l’imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili.
L’obiettivo è razionalizzare ed eliminare le inefficienze, ovvero l’evasione fiscale contro la quale si immaginare di estendere la fatturazione elettronica. L’e-fattura potrebbe riguardare, dopo la riforma, anche i «forfettari» attualmente esclusi. Inoltre, le Commissioni vorrebbero impegnare il Governo anche a lavorare su una nuova disciplina dell’Iva così da ridurre l’aliquota ordinaria.
Nella necessità di semplificazione e razionalizzazione parla anche il Consiglio nazionale dei Commercialisti che, nei giorni scorsi, ha presentato un ‘Manifesto per la riforma del sistema tributario’, che insiste su “parità di trattamento tra lavoratori dipendenti, autonomi e imprenditori individuali e riduzione delle aliquote relative al terzo scaglione di reddito, rilevanza del risultato economico di esercizio ai fini della determinazione del reddito di impresa ed eliminazione dei disallineamenti rispetto all’imponibile fiscale, rapporto fisco-contribuenti più equilibrato“.
Dunque, nelle prossime ore il quadro delle intenzioni diventa chiaro con il documento che il Parlamento renderà ufficiale. Al Governo spetta il compito di sintetizzare le richieste dei partiti su temi particolarmente caldi come quelli del fisco.