Come si misura il volume di un corpo? Tutti noi diremmo con il principio di Archimede. I ragazzi della terza e quarta informatica dell’Istituto Tecnico Superiore Giuseppe Luigi Lagrange di Milano, invece, risponderebbero con “Volumi”, la app realizzata proprio da questi studenti. Come funziona e in che campo può essere usata ce lo spiega il professore Roberto Santandrea che, oltre a insegnare elettronica, è stato il tutor aziendale del progetto, in quanto proprietario dell’azienda Proereal dove l’applicazione è stata realizzata.
Partiamo dalla app Volumi, cosa fa e come funziona?
“Volumi è una app per Android e iOS con la quale viene fatta una valutazione volumetrica degli arti del corpo umano. Vengono inseriti alcuni dati, per la gamba per esempio si prende la circonferenza del ginocchio e altre misure. Da qui, in tempo reale, dà un’indicazione rapida del volume dell’arto stesso”.
A cosa serve e a chi può essere utile?
“È stata pensata per medici, fisioterapisti, ma anche per personal trainer. Attualmente ce l’ha chiesta e la sta utilizzando il reparto di fisiatria della Asl di Imperia. In questo caso, viene usata per i pazienti oncologici che devono fare il linfodranaggio. Ma può trovare applicazione anche nei reparti di ortopedia per vedere come reagisce l’arto dopo un’operazione o, semplicemente, durante la riabilitazione”.
Cosa hanno fatto i ragazzi?
“I ragazzi hanno lavorato per circa un mese come si fa nelle unità aziendali per lo sviluppo dei software. C’è stato un gruppo di coordinamento, uno che ha realizzato la “maschera” per il data entry, uno che ha elaborato la procedura per i calcoli e, infine, un gruppo si è occupato di come presentare i dati. Da questo lavoro è uscito un prodotto finito, la app Volumi appunto”.
Quanto sono importanti queste esperienze per gli studenti?
“Nella doppia veste di insegnante e imprenditore, posso dire che un forte limite della scuola italiana è di essere troppo teorica. Finito il percorso di studi, i ragazzi non sono pronti per la realtà lavorativa. Alla scuola manca la conoscenza e l’esperienza della realtà produttiva. Credo che come insegnanti dobbiamo fare il massimo sforzo per restare in linea con un mondo produttivo che cambia molto velocemente. Perciò l’alternanza scuola-lavoro va rafforzata, e parecchio. Per questo il nostro dirigente scolastico, prof. Federico Militante, vista l’emergenza pandemica, che ha di fatto limitato le attività di alternanza scuola lavoro, ora denominata PCTO (percorso competenze trasversale orientamento), ha pensato di dar vita a dei fablab (Fabrication laboratory), veri e propri laboratori (atelier creativi), che hanno permesso agli studenti di dar forma alle loro idee. L’obiettivo è aiutare a sviluppare nuove competenze generando un imprinting per potenziali artisti, creatori, scienziati, progettisti, innovatori. Venendo a Volumi, in questo mese credo che i ragazzi abbiamo imparato tantissimo e, soprattutto, sono riusciti a creare un prodotto finito. Non è una app particolarmente complicata, ma gli ha insegnato come si lavora in un’azienda. Gli ha dato il metodo che gli servirà anche per le future esperienze, quando lasceranno i banchi di scuola”.