Hypercharge Xiaomi: lo smartphone top di gamma caricato in 8 minuti

Il Mi 11 Pro in 8 minuti è al 100% di batteria, 15 invece per la ricarica wireless: i cinesi di Xiaomi mettono a segno un altro colpo nella battaglia degli smartphone. Un mercato che li vede sempre più protagonisti.

Otto minuti per caricare al 100 percento lo smartphone: il risultato è ottenuto da Xiaomi, e la casa cinese con l’Hypercharge Xiaomi riscrive le regole del mondo degli smartphone.

Da tempo una delle partite più importanti in campo commerciale si gioca sulle batterie, e non solo per gli smartphone: nell’IoT e agli albori di un nuovo mondo uno dei più grandi problemi dei top player è permettere a dispositivi sempre più sofisticati (e dispendiosi da un punto di vista energetico) di avere un’autonomia tale da non comprometterne l’usabilità e l’esperienza.

La velocità dell’Hypercharge Xiaomi

Xiaomi, che negli ultimi mesi si è imposta prepotentemente nel mercato degli smartphone ritagliandosene una fetta ampia, già era nota per la sua ricarica Mi Turbo, che permetteva ai suoi migliori smartphone di caricarsi in tempi relativamente brevi. Ma con l’Hypercharge Xiaomi presentata nelle scorse ore sui suoi canali social il paradigma è totalmente diverso: il flagship Mi 11 Pro, nel video diffuso dal produttore, è carico in 8 minuti (a 200W con cavo) e i tempi si allungano a 15 minuti in caso di caricatore wireless (120W).

Un frame del video che illustra come la batteria del Mi 11 Pro viene caricata in appena 8 minuti (fonte: Xiaomi)

La stessa promo dimostra come bastino 44 secondi per recuperare il 10 percento di batteria e 3 minuti per arrivare al 50 percento su un Mi 11 Pro (custom build).

Il cambio di paradigma, evidente, dettato dai produttori asiatici è dato non solo dalla capacità delle batterie (parliamo di batterie da 4000 mAh) ma da quanto velocemente le possiamo riportare al 100 percento in totale sicurezza. Un cambio passo evidente, rispetto al trend di qualche anno fa che vedeva i grandi player del mondo tech giocarsi tutto sulla batteria in sé.

Xiaomi batte sé stessa e il suo Turbo SuperCharge (17 minuti al lancio nel 2019) e batte anche il SuperVOOC di Oppo. Di contro, qualche possessore Xiaomi potrebbe lamentare che senza la componentistica adatta, caricare una batteria potrebbe essere un’esperienza dalla durata lunghissima (data anche la capacità della stessa e la complessità degli smartphone che la montano). E, in effetti, anche l’Hypercharge Xiaomi prevede l’utilizzo di cavi e connettori proprietari al momento per funzionare sugli smartphone dove questa tecnologia sarà implementata.

Ma tutto lascia presupporre che in futuro quello che ad oggi caratterizza Xiaomi sarà destinato a diventare uno standard; certo è che già oggi questo risultato costringe gli altri produttori a rincorrere il colosso cinese.

La mela affanna (e non solo lei)

La stima di 8 minuti per la ricarica potrebbe essere un’esagerazione, o meglio: la sua declinazione nella realtà dei fatti potrebbe comunque provocare un lieve cambiamento della stima proposta all’aumento. Certo è che la differenza con gli smartphone Apple in questo momento è emblematica (e impietosa): un iPhone 12, mediamente, ci mette 30 minuti solo per arrivare al 50 percento e più di 100 minuti (oltre un’ora e 40) per segnare 100 percento sullo schermo (fonte: Wired). E anche Samsung non brilla come i suoi competitor cinesi.

Del resto, come abbiamo affermato già sopra, le batterie iniziano a diventare importanti e caricarle con gli strumenti finora utilizzati per i nostri vecchi smartphone complesso. Apple, come Samsung, ha deciso di non distribuire più i caricabatterie con i suoi nuovi smartphone; entrambi i produttori hanno parlato di tutela del verde e sostenibilità, e di troppi caricabatterie riutilizzabili in giro.

Ma è evidente ad oggi che questi caricabatterie siano vetusti per l’utilizzo che sono chiamati a compiere: con l’aumento del wattaggio, è ora evidente che l’utente è costretto a comprare nuovi caricabatterie, specialmente ufficiali, per garantirsi tempi di carica che non siano biblici e addirittura peggiori di quelli di anni addietro per i flagship di allora. E questo non è per niente green.

Un’altra vittoria per Xiaomi

I cinesi di Xiaomi mettono così a segno un altro punto a loro favore. La loro ampia proposta di smartphone già a fine 2020 è valsa a Xiaomi il terzo gradino del podio delle vendite su scala mondiale secondo Gartner, mettendo alle spalle Apple e i suoi melafonini. Nel primo trimestre 2021, invece, secondo il rapporto Canalys la quota di mercato smartphone Xiaomi è del 14 percento (sempre terza, dietro a Samsung e Apple ma superando Huawei) e secondo l’IDC è al primo posto per crescita percentuale rispetto all’anno precedente.

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