Consulenti tributari, caos calo del fatturato nel DL Sostegni

Occorre semplificare il calcolo sul calo del fatturato. E’ quanto chiede l’Ancot, l’Associazione Nazionale dei consulenti tributari, in un comunicato stampa, a seguito della Circolare 14 maggio n. 5 dell’Agenzia delle Entrate che, di fatto, modifica l’asset finora stabilito con il primo Decreto Sostegni.

L’Agenzia delle Entrate, a sole due settimane dalla scadenza del termine per presentare le relative istanze, modifica l’interpretazione utile per la verifica e stima del calo di fatturato tra il 2020 ed il 2019, rilevante per il riconoscimento del contributo a fondo perduto disciplinato dal decreto sostegni. Nella sostanza, la via della semplificazione, spostata fino all’emanazione della Circolare 14 maggio 2021, numero 5, si è persa strada facendo.

Il DL Sostegni? Non ha centrato gli obiettivi

Non solo problemi nel calcolo del calo del fatturato. L’Ancot non è nuova a denunce di questo genere, in particolare riguardo il modo in cui è stato pensato il DL Sostegni. Già in passato, infatti, l’Associazione Nazionale dei Consulenti Tributari ha sottolineato come non sia stato raggiunto l’obiettivo di un sistema rinnovato e potenziato di sostegni calibrato secondo la tempestività e l’intensità di protezione che ciascun soggetto richiede.

Pur apprezzando l’allargamento del provvedimento in oggetto a tutti i contribuenti, e quindi anche ai professionisti, non si può che sottolineare come per l’esercizio d’imposta 2020 si debba presumere che non vi sia più spazio proprio per quelle categorie che non sono state considerate nell’anno precedente e che solo per il 2021 si rivedono al centro delle misure di sostegno. Necessita un provvedimento che fotografi l’intero periodo della pandemia e dia un sostegno, un ristoro su tutto il periodo di crisi pandemica al netto dei contributi già ottenuti. Relativamente alle disposizioni relative ai contributi a fondo perduto, che al di là di quanto rappresentato nel Decreto si assestano da un minimo del 1,67% ad un massimo del 5% dell’intera perdita subita dalle imprese e dai lavoratori autonomi nell’anno 2020, vanno necessariamente adottate misure più semplici in termini di meccanismi operativi e più inclusive in termini di parametri di accesso, così come per l’archiviazione delle cartelle bisognerebbe avere più coraggio a favore di quei soggetti che nel 2020 hanno conseguito cali di fatturato particolarmente consistenti”.

il Presidente Celestino Bottoni 

Ci sarebbe bisogno, in estrema sintesi, un intervento per sostenere realmente il sistema produttivo italiano, obiettivo non centrato con il DL Sostegni.

L’adeguamento del calo del fatturato

Insomma, con la circolare dell’Agenzia delle Entrate sembra si sia verificato un po’ di caos in termini di adeguamenti sul calcolo del calo del fatturato.

“Fino alla scorsa settimana per il calcolo del calo di fatturato rilevante per il riconoscimento del contributo, si doveva assumere il fatturato che emergeva dalla contabilità Iva aggiornata, a prescindere anche dal fatto che le fatture emesse comprendevano o meno operazioni fuori campo iva. Si è data rilevanza alla forma piuttosto che alla sostanza al fine di semplificare i calcoli, considerando che lo stesso principio doveva essere adottato, ovviamente, sia per il 2019 che per il 2020. Viceversa, nella circolare del 14 maggio 2021, n. 5, tale principio generale viene smentito in più occasioni. Senza entrare nel merito dei singoli chiarimenti ciò che emerge è che non tutte le operazioni fatturate devono essere incluse e, inoltre, occorre inserire nel fatturato anche operazioni fuori campo certificate con un semplice nota rilevante solamente ai fini delle imposte sui redditi”.

Secondo l’Ancot, “a pochi giorni dal termine per la presentazione delle istanze è praticamente impossibile ricontrollare a mano tutte le fatture di due anni 2019 e 2020 per escludere quelle relative all’assegnazione dei beni ai soci ovvero includere contributi riconosciuti da enti o corrispettivi relativi alla cessione dei terreni certificati tramite una mera nota, perché relativi ad operazioni fuori campo”.

Ancot auspica pertanto, che “l’Agenzia delle Entrate prenda atto di queste difficoltà e trovi una soluzione coerente con le norme e che eviti l’applicazione delle sanzioni per chi è stato coerente con le indicazioni date in precedenza”.

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