Per far ripartire l’Italia “occorre un boost” di 300 miliardi in infrastrutture. Parola di Salini

"Se in media degli anni pre-Covid spendevamo circa il 2,2% del Pil in termini di infrastrutture, per far ripartire l'economia servirebbe un boost, una spesa più ampia", sostiene l'ad di Webuild

“Se in media degli anni pre-Covid spendevamo circa il 2,2% del Pil in termini di infrastrutture, per far ripartire l’economia servirebbe un boost, una spesa più ampia: per gli investimenti avremmo bisogno di 300 miliardi, in linea con quelli che gli altri Paesi europei realizzano per le infrastrutture”. Parole e musica di Pietro Salini, ad di Webuild, fino all’anno scorso conosciuta come Salini Impregilo.

L’occasione è data dall’abbattimento del diaframma che sancisce la fine degli scavi della galleria di Serravalle, raggiungendo il 65% degli scavi in sotterranea e la metà del completamento dell’intera opera del Terzo Valico dei Giovi o – più semplicemente – il Terzo Valico. Parliamo di una delle più importanti grandi opere del nostro Paese, che permetterà di unire in alta velocità Milano con Genova passando per Alessandria. L’evento, in diretta streaming, ha visto partecipare il Ministro alle Infrastrutture e alle Mobilità Sostenibile Enrico Giovannini, il commissario straordinario del Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi e Nodo di Genova Calogero Mauceri, i governatori di Liguria e Piemonte, il dg di Ferrovie dello Stato Gianfranco Battisti e, appunto, Salini.

Il confronto col passato è dato da una valutazione, da parte di Salini, del Recovery Plan: “Vedo un grande dibattito politico sul Recovery Plan, con un programma che in sei anni prevede investimenti complessivi in infrastrutture di circa 50 miliardi di euro, che rappresentano lo 0,5% del Pil”. Ossia, meno della metà della metà in percentuale rispetto ai dati pre-pandemici. “Mi auguro quindi di poter vedere partire presto progetti per nuove infrastrutture con una visione di lungo periodo anche per il nostro Paese”.

Noi siamo un’azienda sostenibile, abbiamo obiettivi importanti in termini ambientali, di diversity e sicurezza, ma la prima sostenibilità è il lavoro. Non esiste Nazione sostenibile quando non si ha lavoro.

PIETRO SALINI

Chiaro il punto di vista di Salini: se riparte il settore infrastrutture, riparte l’Italia. E per poter far ripartire le infrastrutture il segreto è “poter realizzare le opere, avere percorsi di approvazione semplici, in linea con la normativa europea. Ma è necessario crederci, e mettersi al servizio del Paese come noi stiamo facendo gia lavorando in 18 progetti nel Paese, insieme ad una filiera di 7.000 imprese che con noi credono in questa visione di crescita”.

Sulla stessa linea d’onda sembra essere il ministro Giovannini, che ha dichiarato: “Con opere di questo tipo si genera Pil, ma si aumenta anche la qualità della vita delle persone. Il PNRR, piano nazionale di ripresa e resilienza, sarà orientato in questa direzione. Questo Paese riprende finalmente la capacità di programmare in grande“.

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